Un prato. Fili verdi e alti d'erba che si scontrano contro le cosce e le ginocchia. Il respiro affannoso e il cuore che batte forte nel petto. Davanti a sé una distesa infinita di erba e di fiori di ogni colore: giallo, rosso, bianco.
Non ne ha mai visti così tanti. Gli scappa una risata, e per un attimo si guarda indietro: non l'ha ancora raggiunto.
«Vieni, vieni qui!» esclama la sua voce, ridendo.
Ha un suono così bello, la sua risata. È alta, melodiosa e sempre così sincera.
D'un tratto, e non sa nemmeno lui come, lei riesce ad afferrarlo per le ascelle e a tirarlo su. I loro occhi si incrociano e lui si accorge di come i capelli di lei siano lucenti alla luce del sole. Dei riflessi biondi in un mare di castano.
E poi sono morbidi, i suoi capelli. Morbidi e ricci.
«Ti ho preso» gli dice, per poi fargli appoggiare i piedi per terra. Vorrebbe scappare di nuovo, lanciarsi in una nuova sfida con sua madre, ma non può. Ed entrambi sono costretti a tornare alla macchina.
Prima di afferrare la maniglia della portiera, si accorge, dal finestrino, che la sua salopette è piena di polvere e di foglie, ma i suoi occhi azzurri si illuminano, divertiti e per niente preoccupati.
Mi basta quello per riconoscere il mio angelo custode.
Apro gli occhi di scatto, spalancandoli, mentre Gabriele ha ancora gli occhi chiusi, la sua bocca ferma sulla mia, le lacrime che gli rigano il volto. Mi stacco da lui e lo osservo mentre lentamente apre gli occhi: sono ancora rossi e lucidi di pianto. Deglutisce.
Restiamo così, fermi e in silenzio, i nostri visi troppo vicini, per non so quanto tempo. Poi Gabriele si allontana da me, si asciuga le lacrime e si alza dal letto.
«Per un paio... per un paio di giorni non ci vedremo» afferma, una mano che va a smanacciarsi i capelli. «Devo... devo istruire Nicola.»
Non so cosa dirgli, cosa rispondergli per via dell'attimo intenso che abbiamo appena vissuto.
Mi limito ad annuire. Anche lui lo fa e senza guardarmi negli occhi, sparisce attorniato dalla sua luce blu.
Non appena resto sola, la realtà mi sommerge come un'onda che si infrange prepotente sugli scogli.
Gabriele mi ha appena baciato.
Ma perché? Cosa gli è successo? E poi, soprattutto, cosa sta a significare quel bacio? Una semplice dimostrazione d'affetto? Farmi sapere che era grato per il conforto che gli stavo dando? E quella visione di lui da bambino, invece? L'ha voluta lui, perché voleva mettermi al corrente di un suo ricordo, o è capitato?
Spero nella prima ipotesi, magari ha capito di poterlo fare proprio tramite i baci e allora...
Scuoto la testa, considerando assurda quest'ipotesi. Ma se così non fosse, se il bacio di Gabriele significhi altro, come facciamo? Non credo che potremmo continuare ad avere una normale relazione protetta-angelo custode.
Perché? Perché l'ha fatto?
***
La testa poggiata al pugno, ascolto distrattamente la lezione di storia dell'arte.
Come mi aveva promesso, Gabriele non si fa vivo da ventiquattro ore, e ciò vuol dire che rimane solo un altro giorno e poi lo rivedrò, sempre che il suo "un paio di giorni" non fosse indicativo e che starà via di più.
Sospiro, guardando il banco vuoto di Gabriele. Nella tasca dei pantaloni, il mio cellulare vibra: è un SMS di Fabio. SMS che si va ad aggiungere a tutti quelli che mi ha mandato dalla cena e ai quali rispondo raramente. In questo momento, non so come comportarmi con lui dopo quello che è successo con Gabriele. A dire il vero, so che non ho voglia di sentirlo.
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Scegli Me: Tra le Ali del Destino - Trilogia degli Angeli #1
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