8. Controllo mentale

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Dopo l'intera serata passata in ospedale e tutta la domenica trascorsa a letto per riprendere le forze, è ora di tornare alla normalità. Ci ho provato a dire che forse avrei bisogno di un ulteriore giorno di riposo e che oggi a scuola non ho né compiti né interrogazioni, ma non è servito a niente.

Anzi, come se non bastasse, Marco si è anche offerto di accompagnarmi lui.

«Così non ti stanchi ad andare a piedi» mi ha detto.

Fantastico.

C'è di buono che, anche se è passato solo per saluti veloci e sporadici, Gabriele è tornato da me e credo sia anche intenzionato a restare. Io di sicuro voglio che lui resti e non appena troverò il tempo gli devo dire che aveva ragione riguardo Matteo. Di solito evito con tutta me stessa di chiedere scusa, ma questa volta mi sa che non posso proprio sottrarmi. Ciò che ho scoperto su Matteo è stata una vera doccia fredda, una doccia fredda che forse avrei potuto evitarmi, se gli avessi dato retta.

Invece no.

Invece, anche con un angelo sceso dal cielo ad aiutarmi nelle scelte, commetto sempre quella sbagliata. Oppure, chissà, forse da adesso in poi imparerò la lezione e comincerò a dargli retta sul serio. Ciò che è sicuro è che Matteo non sospetta niente di ciò che ho scoperto. Ci siamo sentiti domenica mattina e solo per messaggio. Mi ha chiesto come avevo trascorso il weekend ed è stato veramente uno sforzo mentire. La prima reazione che ho avuto è stata quella di scrivergli "All'ospedale per colpa tua, stronzo", poi però ho tirato un respiro profondo e gli ho detto una cosa come "Niente di che, una noia mortale".

Mi sono dovuta trattenere ancora una volta, quando è arrivata la sua risposta.

Anche io mi sono annoiato molto.

Anche lui si è annoiato molto.

In tutta onestà ho deciso di mentirgli per messaggio perché voglio dirgliene quattro di persona, ma ancora non so come fare e che cosa dirgli nello specifico. Sono passati due giorni e la rabbia un po' e scemata e temo che sembri fuori luogo, eppure voglio di certo lasciarlo e poi non so... Sono sicura che qualcosa mi verrà in mente.

Marco mi lascia davanti al cortile della scuola, dove sono ancora radunati gruppetti di ragazzi in attesa che la campanella suoni, e io scendo ringraziandolo velocemente del passaggio. Porto lo zaino sulla spalla e stringo con la mano fasciata una delle due tracolle.

Appena dopo un paio di passi lo vedo.

Matteo è circondato da tre amici. Uno gli tiene un braccio intorno al collo, un altro gli scompiglia i capelli mossi e l'ultimo parla animatamente con gli altri due. Mi chiedo proprio di cosa staranno parlando, magari del fatto che ha più relazioni contemporaneamente? Che le porta avanti senza che le ragazze interessate lo sappiano?

Non ho tempo di rifletterci troppo su, che gli occhi di Matteo incrociano i miei. Mi sorride e basta quel sorriso per far tornare viva la rabbia nel mio corpo. Scintille di adrenalina mi percuotono i muscoli e mandano in fibrillazione il cuore.

Marcio verso di lui.

«Paola!»

La voce di Gabriele, che percepisco in piedi alle mie spalle, mi fa arrestare di colpo.

«Cosa vuoi fare?»

È un vero peccato che Gabriele non possa leggermi nella mente, perché adesso vedrebbe la scena che sta prendendo via via forma tra le pareti della mia scatola cranica.

Mi volto verso di lui, gli sorrido sprezzante e affermo: «Sta' a vedere.»

Quindi mi muovo per dirigermi verso Matteo, ma Gabriele è più veloce e mi afferra per un braccio per farmi voltare verso di lui.

Scegli Me: Tra le Ali del Destino - Trilogia degli Angeli #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora