LA NEBBIA

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Padre Samuel dopo le informazioni che era riuscito ad ottenere corse alla casa ma c'era una brutta nebbia che stava avvolgendo tutta la città.
Era difficile guidare e non si vedeva da un palmo dal naso.
I fari dell'auto aiutavano poco Samuel nella guida ma almeno non rischiava di scontrarsi con l'auto che aveva davanti a lui.

Il giovane era teso, sembrava che il tragitto per raggiungere la casa fosse interminabile.

Sammy era disperata, Ruben non si trovava da nessuna parte.
Aveva aperto la porta di casa ma vedendo la fitta nebbia e le ombre che vagavano nel cortile aveva chiuso subito la porta, ma molte cose stavano per accadere anche all'interno.
Un'ombra nera corse dietro Sammy facendola girare  di scatto perché l'aveva avvertita, ma non c'era più niente.

La bambina, la presenza della bambina di quella casa, aveva teso un inganno al gatto Ruben.
Aveva aperto la porta e il gatto era uscito, ma non poté più rientrare a causa della nebbia che stava diventando sempre più fitta.
Le ombre si allontanavano immediatamente non appena Ruben gli passava accanto.
Lui era un guardiano, lo era sempre stato, ma ora, di nuovo, rischiava di perdere la bambina, la sua nuova padroncina, ma il fantasma della piccola Bennet aveva bisogno che uscisse da quella casa per compiere la sua ennesima vendetta.
Era ora che la casa prendesse nuove vite.
La nebbia era salita, e avrebbe fatto scomparire la casa compiendo al suo interno un nuovo massacro.
La casa si stava risvegliando. Nei sotterranei i vecchi fantasmi iniziavano a vagare da una parte all'altra, dove il buio era più spaventoso e freddo, gli operai periti anni prima erano ritornati.

Cloe stava rifacendo i letti, non avvertiva ancora nulla di strano se non la nebbia che vedeva attraverso le finestre che non lasciava vedere nulla, nemmeno il cancello oltre il vialetto

"MAMMA RUBEN! RUBEN NON SI TROVA DA NESSUNA PARTE!"
La vocina della figlia la fece sobbalzare. Era rimasta così a lungo a guardare la nebbia che sembrava come se l'avesse catturata in qualche modo

Cloe: "Tesoro mio sarà uscito, Ruben va spesso in giardino.." Sammy la guardò preoccupata

"Mamma c'è la nebbia fuori, lui non esce mai quando fuori c'è la nebbia!"

Cloe non sapeva cosa dire, la figlia sembrava sconvolta, ma fu quel particolare detto dalla bambina che la fece inquetare 'Non esce quando fuori c'è la nebbia'. La nebbia sembrava avere qualcosa di spaventoso, surreale e mortale. Non se ne era mai resa conto prima, ma la nebbia, ogni volta che appariva, faceva accadere cose strane sia fuori che dentro la casa.

La posta non veniva messa, il corriere disse più di una volta a suo marito che non trovava la casa o che non l'aveva vista, aveva provato ad uscire ma stranamente ogni volta che provava e scendere i gradini non arrivava mai all'ultimo gradino e doveva ritornare indietro.

Improvvisamente si rese conto che qualcosa non andava. Non andava proprio.

Mentre cercava di riordinare le idee il suono secco del campanello di casa le fece mettere d'istinto una mano sul petto.
Prese Sammy per mano e scese le scale per andare al piano di sotto.
Cercò di guardare dallo spioncino della porta per vedere chi fosse ma non c'era nessuno.
Il campanello continuò a suonare in maniera insistente. Sammy la guardò preoccupata

"Mamma non aprire la porta.." Disse sottovoce tenendola stretta dai fianchi.
Cloe confusa aprì la porta.
Davanti a lei comparve un uomo.
Era strano, guardava ma non vedeva, aveva il naso puntato all'insù.
I suoi vestiti erano strani, vecchi, ma nel senso, di un altra epoca.
Anche il suo viso sembrava diverso per l'epoca.
Cloe lo guardò restando stranita dal suo comportamento
Cloe: "Em... ha bisogno di qualcosa?"

Domandò semplicemente continuando a guardarlo mentre Sammy restò nascosta dietro di lei spaventata.
L'uomo si girò verso la nebbia, poi riguardo' avanti a sé

"I materiali, ho consegnato i materiali..."

Cloe lo guardò ancora più stranita

"I materiali? Ma noi non abbiamo richiesto nessun materiale!"

L'uomo la guardò ma i suoi occhi erano vuoti, così come il tono della sua voce

"I materiali, ho consegnato i materiali..."

Poi si girò e scendendo i gradini scomparve come mangiato dalla nebbia.

Cloe restò pietrificata davanti alla soglia della porta. Era spaventata.
Poi la voce della figlia la fece riprendere

"RUBEN! RUBEN! VIENI QUI!" Ruben, il gatto con il papillon,si era intravisto per un attimo nella nebbia, cercava disperatamente di raggiungere i gradini per ritornare in casa. Sapeva che se non fosse rientrato sarebbe successo qualcosa di terribile a Sammy e ai suoi genitori. La bambina era dietro di loro e aveva un ghigno maligno stampato sul volto.
Improvvisamente la porta si chiuse di colpo.
Ruben venne così separato definitivamente dalla casa. Non c'erano più vie d'entrata o di uscita.

Cloe e Sammy vennero separate dall'esterno. Improvvisamente dalle scale si udì uno scricchiolio, che aumentava ad ogni passo. Un passo pesante, inquietante. Lo scricchiolio aumentava, i passi si avvicinavano, dal buio una figura comparve, era Ed.
Cloe sembrava per un attimo rasserenarsi, ma la sua espressione cambiò quando vide che il marito, tra le mani, teneva una grossa ascia

Cloe: "Ed? Che vuoi fare?"

Sammy iniziò a tremare, la bambina della casa era sopra le spalle del padre, come una grande e pesante ombra nera, rideva soddisfatta e parlò attraverso l'uomo

"Finalmente giocheremo insieme, TUTTI INSIEME...."

Una risata fredda e malefica riecheggio' per tutta la casa, uscendo anche fuori dalla porta.
Ruben, sentendo quella risata malefica, decise che doveva rientrare, ad ogni costo.

Padre Samuel era ancora bloccato nel traffico causato dalla nebbia. Ignorava completamente quello che stava succedendo ma qualcosa, dentro di lui, lo rendeva ansioso e preoccupato, in quel momento iniziò a pregare, pregare perché il traffico si sblocco'.

Continua

LA CASA NELLA NEBBIA: LE ORIGINI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora