Ho letto i tuoi biglietti. Tutti, dal primo all'ultimo.
All'inizio pensavo fossero i soliti bigliettini di fan della mia squadra. Più passava il tempo, però, mi ritrovavo a sperare di trovarne uno ogni volta che aprivo l'armadietto.
Non ho raccontato a nessuno delle lettere, e se qualcuno notava qualcosa rispondevo che erano messaggi di fan e la cosa si smorzava subito.
All'inizio trovavo curioso questo fatto delle lettere anonime, poi le cose hanno iniziato ad incasinarsi nella mia vita e leggere le tue parole è diventato l'unico conforto che avevo. La verità è che tra le persone che mi circondano, poche posso definirle veramente amiche. Ma nonostante ciò, solo tu hai notato la differenza. Sembra davvero che tu sia l'unica persona a vedermi veramente.
Per quanto fossi curioso di sapere chi si nascondeva dietro quelle parole, e per quanto avessi anche io desiderato conoscerti di persona, avevo paura.
Da una parte non volevo incontrarti perché questa specie di scambio era diventato uno spazio nostro, in qualche modo era qualcosa di speciale, e non volevo che le cose cambiassero per la paura che smettessi di scrivermi. Le tue lettere sono state per davvero delle ancore.
Dall'altra lato, capivo che dentro di me stavo iniziando ad affezionarmi a te. "Hyung-nim", è così che iniziano le tue lettere. Da quell'appellativo si capiva che chi scriveva era un ragazzo più giovane di me. Questo è uno dei motivi per cui non ne ho fatto parola con nessuno. Ricevere lettere d'amore non è niente di cui preoccuparsi, ma lettere da un ragazzo per un altro? Non volevo che la gente iniziasse a far circolare pettegolezzi e denigrasse le lettere. Avrebbero fatto domande, chiesto di leggerne il contenuto e poi sarebbe iniziata la ricerca che avrebbe portato a te. Non volevo niente di tutto questo. Volevo arrivare alla tua identità da solo.
La verità che nessuno sa è che sono bisessuale e che mi stavo prendendo una cotta per il ragazzo delle lettere anonime.
La mia reputazione a scuola non è compatibile con questa mia identità. Collegavo il rivelare l'esistenza delle lettere al mio dover fare coming out di conseguenza e... non sono pronto.
Volevo che questa cosa fosse solo nostra. Ti avrei risposto, ci saremmo incontrati e da li... non lo so. Credo che avrei scoperto un passo alla volta cosa fare.
Poi è arrivata la mia festa di compleanno e lì è scoppiato un casino quando da ubriaco ho baciato diverse persone. Sono andato nel panico quando video e foto hanno iniziato a circolare. Sono stato un idiota. Per fortuna poi tutti se ne sono dimenticati e hanno etichettato la cosa come le tipiche bravate da ragazzi ubriachi ad una festa, nulla di serio. Ero comunque terrorizzato che fosse solo una finta calma prima della tempesta, così ho preso le distanze da tutte le persone nuove con cui avevo confidenza rimanendo solo nella mia cerchia per non destare sospetti.
Dio, solo a ripensarci mi sento un coglione. Non potevo sapere che tra quelle persone ci fossi anche tu. In realtà, il pensiero c'è stato, ma ero troppo perso in quel buco nero di pensieri per pensare lucidamente. Solo dopo quel biglietto in cui parlavi di cosa era successo quella sera ho collegato le cose e capito chi fossi e del casino che avevo combinato.
Ti conosco. Tutti sanno il tuo nome per quelle voci che circolano su di te, ma per me non sei mai stato un pazzo o un rifiuto della società. In realtà... ti ho sempre ammirato. Perché hai affrontato cose che non credo ce l'avrei fatta a superare se fossi stato al tuo posto. Ti ammiravo già da prima perché nonostante la cattiveria della gente non nascondi più chi sei veramente. Al contrario, io mi nascondo ancora dietro la corazza costruita negli anni anche grazie alla mia popolarità. Hai ancora paura ma io vedo la tua forza. Quel giorno in cui un gruppetto ti stava dando filo da torcere per l'essere gay, tu ti sei fatto valere e la tua deteminazione mi ha dato la forza di fare un passo avanti e aiutarti. Quando ho capito che c'eri tu dietro quelle lettere non potevo capacitarmene. Mi girava la testa. La persona che segretamente ammiravo, e il ragazzo anonimo per cui iniziavo a provare qualcosa sono la stessa persona.
Non ti ho ignorato perché mi disgustavi, o perché provavo imbarazzo ad essere associato a te. Niente di tutto questo. Non ti odio. Non ti ho mai odiato neanche per un secondo da quando ti ho conosciuto. Inizialmente tenevo le distanze perché temevo giudizi errati per la solita paura scatenata dall'omofobia internalizzata che ancora mi perseguita ogni tanto, lo ammetto. Ma poco a poco ci siamo avvicinati e dentro di me speravo diventassimo amici. Mi sono allontanato dopo aver scoperto l'identità dello scrittore anonimo perché l'entità delle mie emozioni e i miei sentimenti verso di te mi hanno travolto e non avevo la minima idea di come gestire nulla. Il mio sistema centrale è andato in panico totale e per evitare danni maggiori mi sono chiuso nel mio guscio senza pensare, ancora una volta, alle conseguenze delle mie azioni. Non sono la persona perfetta che tu credi io sia.
Mi dispiace da morire averti fatto credere che ti odiassi.
Non ti odio, Yoongi. Tu mi piaci.
So che questa lettera arriva probabilmente troppo tardi perchè tu mi possa perdonare per averti fatto soffrire, ma spero comunque che la leggerai.
Jimin.
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Locker 013 || Yoonmin
Fanfic"Hyung-nim" E' con questo appellativo che iniziano le lettere anonime recapitate nell'armadietto del giocatore di punta della squadra di basket, nonché ragazzo più popolare della scuola. Inizialmente scambiate per semplici biglietti da parte di un g...