Capitolo 8

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TOM'S POV

«Elisa... So che tu sei ancora al litigio, ma io sono andato avanti.... Se così si può dire. Ho sbagliato, e voglio chiederti scusa. Mi perdoni?» La guardai con occhi supplicanti del suo perdono, non volevo altro che sistemare le cose. Lei annuì, aveva uno sguardo clemente che mi faceva sentire rassicurato, quasi dandomi l'impressione di non aver fatto niente di male. «Tutti sbagliano Tom, è naturale. Basta che tu abbia capito che non sempre le cose sono come sembrano.... Ti prego, non essere geloso quando esco con dei ragazzi. Nel mio cuore ci sei tu, ricordatelo sempre.» Mi sorrise, ma le parole che disse mi crearono un dubbio....

Nel mio cuore ci sei tu..... Chi c'è nel tuo cuore Tom? C'è davvero lei? Perché con Linda sembravi stare molto bene, ti ha quasi soddisfatto più di Elisa, vero? No, l'ho detto e lo provo: io Elisa la amo. Misi fine a quei pensieri controversi e mi concentrai sui suoi occhi, nemmeno il coma era riuscito a toglierle quella scintilla, quella luce che dava senso al suo sguardo. «Ti sei imbambolato?» Domandò sorridendo. «Non ci posso fare niente, mi ipnotizzi, Stellina.» «"Stellina"? Ti sei per caso svegliato poeta stamattina?» Mi prese in giro, «No. Questa mattina mi sono svegliato fortunato, visto sei di nuovo qui con noi.» Quelle parole illuminarono il viso di Elisa, ma una vocina nella parte più remota della mia testa mi diceva che in realtà quelle parole le dicevo per convincere me stesso, per persuadere il più possibile tutti e due cosicché lei non avrebbe sospettato nulla ed io avrei avuto la coscienza pulita.... Per qualche tempo.

[...]

ELISA'S POV

Finalmente fui dimessa, quei quattro giorni in ospedale non sembravano finire mai, guardavo le lancette sperando che si muovessero ma alla fine nulla riusciva ad intrattenermi. Una costante preoccupazione, però, mi inondava la mente: Tra poco inizia la scuola. Ero emozionata, ma anche totalmente spaventata. «Elisa, la medicazione!» Urlò mia mamma dal bagno mentre fissavo il mio telefono in attesa di un messaggio di Tom. Scesi dal letto facendo attenzione al mio fianco e raggiunsi mia mamma. «Vieni, ti faccio vedere come si fa così puoi farlo anche da sola.»

Annuii ed osservai tutto il procedimento dallo specchio del bagno. Quando finì mi ritrovai con una grande benda spessa qualche centimetro che circondava entrambi i miei fianchi per far più pressione sulla zona operata. Mi sporsi nel corridoio e controllai l'ora nell'orologio, era ora di pranzo. Scesi le scale e vidi mia mamma infilarsi le scarpe insieme a mio padre. «Che fate?» Domandai avvicinandomi. «Andiamo a mangiare a casa del tuo amico Andrea! Vuoi venire?» Mi rispose mio padre. «No grazie, preferisco rimanere qua.»

Non sapevano di tutto il casino con lui e sua madre... Quando se ne andarono io preparai un po' di pasta. Mentre l'acqua bolliva qualcuno bussò alla porta. «Bill!» Esclamai sorpresa quando aprii la porta. «Hey!! Posso abbracciarti o sei tutta impacchettata?» Ridacchiai, «Puoi abbracciarmi.» Mi strinse a sé, «Tom?» Chiesi «Oh, è rimasto a casa. Non sapeva che stavo venendo da te.» Annuii e lo feci entrare. «Sto facendo la pasta, vuoi un po'? Ne metto di più.» Scosse il capo ed io buttai nell'acqua la porzione prescritta nella dieta da modella.

«Solo quella?» Domandò guardando le poche penne nella pentola. «È per la mia dieta, non è così poca.... E poi, tra soli due giorni, ho la sfilata a New York. Non posso sgarrare.» Mi giustificai. Bill non rispose, si limitò a sedersi su una delle sedie attorno al tavolo. Quando la pasta fu finalmente pronta la misi in un piatto e mi sedetti a tavola. «Allora, che mi racconti?» Chiesi, curiosa di sapere tutto quello che mi ero persa in quei quattro giorni. «Mah, niente di ché. Abbiamo fatto un po' di prove, tra un anno circa uscirà un nuovo album, "Zimmer 483". Andremo in tour per cinque mesi facendo un giro in alcune parti d'Europa.» Una domanda mi sorse spontanea.

«E la scuola?» Bill mi guardò confuso, come se mi fossi persa un pezzo. «Tom non te l'ha detto?» Impallidii. «Bill..... Detto cosa?» Il ragazzo deglutì. «....Detto che a Marzo concluderemo i nostri studi...» «Finire i vostri studi? Fate seconda superiore! Io.... Mi lascerete da sola a scuola? Ho cambiato istituto due anni fa apposta per stare con voi, anzi, con te, ed ora mi abbandonate? Bill tu mi hai salvata! E se... Se i miei genitori ritornassero ad essere come prima?» Portai una mano sulla fronte e appoggiai i gomiti sul tavolo, non poteva star succedendo davvero.

Mi sentivo girare la testa, «Vado da Tom, dobbiamo chiarire un po' di cosuccie.» Mi alzai, presi il piatto fumante di pasta e lo misi nel lavandino. L'idea di rimanere sola mi terrorizzava, ma ero anche furibonda. Diedi un'ultima occhiata a Bill sul tavolo mentre mi legavo le scarpe, sembrava davvero che fosse all'oscuro delle bugie di Tom. Non ce l'avevo con lui, assolutamente. Ma ero delusa.

BILL'S POV

Come aveva potuto non dirglielo? Mi aveva detto di averlo fatto..... Elisa si infilò le scarpe ed uscì di casa sbattendo la porta. Sospirai e mi misi a inseguirla. «ELISA! ASPETTA!» Sbraitai. Lei non si girò, non voleva ascoltare. Dopo cinque minuti di corsa mi venne il fiatone, quindi mi fermai a prendere fiato. Mi appoggiai con le mani sulle mie ginocchia e fissai le Adidas ai miei piedi. Riportai lo sguardo sulla strada e lei non c'era più. «Dannazione...»

ELISA'S POV

Bussai alla porta della casa di Tom finché le nocche non mi bruciarono, ma nessuno rispose. Allora tirai fuori dalla mia tasca il telefono e lo chiamai. Il dispositivo non fece in tempo a squillare due volte che lui rispose, «Hey El-» Non lo lasciai terminare, «Dove diamine sei?» Tom indugiò un secondo prima di rispondere, «Elisa, tutto apposto?..» «Assolutamente no. Dove. Diamine. Sei.» Sputai con acidità. «Elisa, cosa sta succedendo!» «Abbiamo delle cose da chiarire, vieni davanti a casa tua. Sbrigati.»

TOM'S POV

Sembrava fin troppo arrabbiata, salì sullo skate e sfrecciai velocemente lungo le stradine di Lipsia. Avevo paura che avesse scoperto di Linda, magari glielo aveva detto lei stessa per far chiudere i nostri rapporti. Quando arrivai vidi Elisa sulla soglia di casa mia che sbatteva ripetutamente il piede destro per terra. «Elisa!» Scesi dal mio mezzo e la guardai. Lei si girò. «Ciao Tom, a quanto pare hai un bel po' di cose da spiegarmi. Eh?» Presi un bel respiro. «Elisa ti posso spiegare, io non volevo assolutamente!»

«Bill mi aveva detto che gli avevi promesso di dirmelo! Come hai potuto nascondermi una cosa simile?» Lei iniziò a gesticolare. «Si, lo so.... Aspetta, Bill? Cosa ti ha detto Bill?» «Che a Marzo non verrete più a scuola! Non fare il cretino!» Una sensazione di sollievo calmò la mia ansia. «Ah si.... Quello.... Scusami, dovevo dirtelo, ma poi sei andata in coma...» «E lo dici con così tanta calma? Tom, mi lascerai da sola! E se per colpa della distanza ti stancassi di me e mi tradissi, con non so, una groupie?!»

Si stava decisamente scaldando, «Elisa, ma ti senti? Non ti tradirei mai!» «Si...» Mi guardò rassicurata e sorrise leggermente. Ci abbracciammo ed entrammo in casa a guardare il nostro programma preferito. Per questa volta avevo raggirato i miei doveri e non glielo avevo detto, ma prima o poi sarebbe uscito fuori.....

Spazio autrice

Heyyy💕 spero vi piaccia! Il prossimo capitolo durerà anche mille parole in più.😏

Un Kuss!!💋

Ciondolo- Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora