Capitolo 5

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ELISA'S POV

«Ti piace?» Mi domandò Bill guardandomi. «Mh mh, si!» Dissi dando un'altro morso alla mia fetta di pizza. Tom me la strappò dalla mano. «Hey!» Esclamai. «Voglio sapere se è così buona!» Si giustificò addentandola. «Non importa, ne prendo un'altra. Finiscila tu.» «Vado a vedere la televisione, c'è un'intervista di Eminem.» Annuii e lo guardai andare nell'altra stanza. Con uno scatto che mi fece sobbalzare Bill si avvicinò a me. «Allora? Com'è stato!?» Sembrava più emozionato di me. Sorrisi e gli presi le mani.

«Stu-pendo! Credimi. Ahh, non ti immagini.» Dissi, trattenendomi a stento dal saltare in aria dall'eccitazione. «Bhe, allora direi che non è andata male!» Concluse. «Pensavo fosse molto peggio onestamente, avevo paura del dolore, ma anche dell'imbarazzo generale. Non avevo ancora realizzato che il dolore o il fastidio vengono messi in secondo piano dal fatto che è la persona che ami che sta condividendo quel momento con te.» Ritenni necessario dirlo, perché magari avrebbe aperto gli occhi anche a lui.

«Wow, se ci pensi però è vero.» Diedi un'altro morso alla mia pizza ed onestamente aveva un sapore strano. Non ci feci caso e continuammo a mangiare entrambi. Mi arrivò un messaggio da mia mamma, dovevo tornare a casa. «Hey Bill, io devo tornare a casa. Mia mamma mi vuole. Finisco la pizza e vado.» Lo avvisai. Il moro annuì ed io finii in poco la pizza. «Ciao, a domani?» Domandò abbracciandomi. «Si, ora passo a casa di Gus e George però. Gli devo dare i bouquet.» Gli ricordai. Andai in salotto a salutare Tom, stava ancora davanti alla televisione.

«Tom, io vado.» Gli dissi avvicinandomi. «Va bene.... Cammini meglio di prima, devo dire che quasi non si nota che ti ho sfondata.» Rispose, con una sfacciatezza notevole. «Tom!» Mi misi a ridere per coprire l'imbarazzo. Si alzò e ci baciammo, dopodiché uscii di casa con i due bouquet diretta verso le case di Gustav e George. Andai prima da George, gli piacque e ne fui molto felice. Gustav non era in casa quindi lo lasciai alla madre, che mi conosceva bene grazie al business di mio padre. Mi ringraziò e garantì che l'avrebbe data a Gustav quando sarebbe ritornato.

Quando tornai a casa mia mamma era seduta sul tavolo che guardava il computer. «Ciao mamma, sono a casa.» La avvertii togliendomi le scarpe. «Bentornata, tesoro.» La raggiunsi in cucina e le dissi «Vado un attimo su a mettermi qualcosa di comodo, cosa ti serviva comunque?» Staccò gli occhi dallo schermo del device. «Stasera a cena vengono dei miei vecchi amici d'infanzia italiani. Si sono trasferiti qua da poco, hanno bisogno di guardare un po' il paese, fare un giretto. Hanno un figlio e magari potresti fargli fare una specie di tour?» Ci riflettei su, in realtà non volevo.

«Per favore.» Aggiunse vedendo la mia indecisione sul viso. «Va bene, tra quanto però?» «Un'oretta? Tanto non abbiamo fretta, ora inizio a cucinare ma non saranno a casa prima delle tre e mezza.» Annuii e salii al piano di sopra. Andai in bagno e mi struccai. Dopo essermi tolta i vestiti mi cambiai e mi misi un pantalone della tuta momentaneamente. Mi sistemai i capelli in uno chignon disordinato e mi truccai da capo, da Tom il trucco si era tolto mentre lo facevamo ed era un po' pietoso.

Decisi di fare un po' di compiti delle vacanze, visto che in meno di due settimane, il nove settembre, saremo ritornati a scuola. Odiavo la scuola, è una piccola galera per far ragionare tutte le menti nello stesso cinico modo, ma le materie in sé, quelle erano interessanti. Amavo la letteratura in particolare, scrivere poesie era il mio forte. Ripensando alla mia passione per la scrittura mi venne un'ispirazione ed iniziai a scrivere tra le pagine del libro di algebra una piccola poesia.

Il mio cuore ti ho dato,
Ma tu mi hai davvero mai amato?
Quel che so è che nella mia vita,
Tu sei stato l'unico ad avermi ferita.
Quei tuoi occhi bugiardi,
Quei tuoi pensieri codardi.
Ti odio o ti amo?
Sono stata solo un'esca sull'amo?
Darmi una risposta da sola non posso,
Mi hai buttata in un profondo pozzo.
Nella mia mente le preoccupazioni,
Si costruiscono intere abitazioni.
Lasciami in pace ora,
Te ne puoi andare anche in malora.

Ciondolo- Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora