Dependence.

14Parte.

Ogni volta che le giornate a scuola finivano,mi sentivo male.

Sapevo che per tutto il resto della giornata non l'avrei rivisto.

Sapevo che non avrei rivisto i suoi occhi per almeno 15 ore.

Io ho bisogno di lui sempre,della sua presenza.

Lo voglio vicino a me ogni secondo della mia vita.

Ho talmente tanto bisogno di lui.

Io lo amo,ma non è quel semplice ti amo di bene.

Perchè io non lo amo di bene.

Lo amo,e basta.

Sono innamorato della mia amicizia con lui.

La nostra amicizia fa invidia al mondo,tutte le persone vorrebbero essere come noi.

La nostra amicizia è qualcosa di surreale,di inimmaginabile.

Non pensavo di trovare una persona,per di più fratello,in grado di farmi provare tutte queste emozioni e in grado di rendermi felice anche solamente con uno sguardo.

Non pensavo esistesse una persona così,sinceramente.

Mi ha fatto ricredere,alla grande.

Ora,sono dipendente da lui,almeno così dicono.

Mi manca sempre,ogni volta che non siamo assieme,mi manca assai.

Non riesco a stare senza di lui.

Mi fa provare emozioni che neanche io riesco a dare un nome.

Perchè sono delle emozioni rare,non tutti riescono a provarle.

Sono delle emozioni suscitate proprio dal profondo del cuore.

Solo lui è riuscito a far suscitare in me queste emozioni.

E' proprio mio fratello,si.

Sa sempre come rendermi felice.

Riesce a capire ogni mia singola emozione,ogni mia singola paura.

E fa in modo che tutti i pensieri brutti,che navigano nella mia testa,svaniscano.

E riesce a farmeli svanire anche solamente con un abbraccio.

Sa tutto di me,ogni cosa che mi piace,tutti i miei pregi e difetti.

Non ero mai stato felice come in quel periodo,era un qualcosa di indescrivibile.

Erano successe tante cose carine,troppe cose.

A scuola,intanto, i giorni passavano.

Un giorno, una professoressa ci disse che il 18 Aprile avremmo fatto un concerto con i flauti,in quanto lei ci insegna questo strumento.

Ci ha dato tutte le indicazioni,ad esempio che dovevamo essere al teatro alle 8.

Il problema era che il 18 Aprile era un Sabato.

Non avevo proprio voglia di svegliarmi alle otto del mattino in un Sabato.

Dovevo farlo,la professoressa mi volle.

E io accettai,non pensavo che quel giorno avrebbe dato inizio all'incubo.