Non pensavo di meritarti questo.
Io che avevo solo fatto del bene fino a quel giorno.
Io che feci di tutto per farlo sentire felice.
Tornai a casa.
Era una bellissima giornata di Primavera.
Andai al Teatro con il sorriso,con il cinguettio degli uccelli.
Sembrava tutto così perfetto.
Tornai a casa e la giornata sembrava più buia.
Sembrava spenta nonostante c'era il rumore di una città in movimento,l'odore dell'aria fresca.
Non mi importava più niente,se non qualcosa che centrasse lui.
Mi rinchiusi in camera mia e non usci da lì fino alla sera.
Rimasi nel letto,abbracciato con un pupazzo,che chiamai Luca.
Abbracciando quel pupazzo mi sentivo più vicino a lui.
Mi sentivo al sicuro,un po' meglio.
Ma di meglio non successe niente.
Non ci sentimmo per giorni,a scuola lui non mi calcolava.
Non mi degnava neanche di un saluto.
Di uno sguardo.
Ed io come uno stupido,durante le lezioni,piangevo.
Stavo davvero male,non avevo nemmeno più voglia di venire a scuola sapendo che lui ci fosse.
Io lo fissavo,ma lui non ricambiava.
Passammo tutta una settimana così.
A casa,per messaggio non ci sentimmo per niente anche se rimasi fisso al suo ultimo accesso per giorni,fino a quando le possibilità che lui mi scrivesse svanissero del tutto.
Vidi che il suo ultimo accesso fu il 24 Aprile,mentre in quel giorno che mi accorsi che le possibilità scomparissero fu il 26 Aprile.
Due giorni.
Chiesi a Sara ed ella mi disse che i genitori gli ritirarono il cellulare.
Quando mi disse questa cosa mi crollò il mondo addosso.
Non sapeva quando gli avrebbero ridato il cellulare.
Luca disse a Sara che il cellulare non lo poteva avere affinchè dovette aspettare minimo un mese per riaverlo.
Lì,davvero,scoppiai in lacrime.
Il telefono era l'unico mezzo di comunicazione che avevamo,l'unica mia speranza per sentirlo o magari di ricevere un suo messaggio.
A scuola continuammo a non calcolarci anche se cercai di fargli vedere che io stavo male.
Cercavo di farglielo capire con lo sguardo,con le azioni che facevo.
Allora,stanco di questa situazione,stanco di essere trattato in quella maniera,decisi di parlarci.
Chiesi alla professoressa se ci poteva lasciare 10 minuti in quanto la scuola era l'unica occasione in cui potevo parlargli.
Oltre al telefono gli proibirono anche di uscire.
Gli dissi che ero stufo di quella situazione,che ero stufo di vederci così lontani.
Ero stufo di stare male.
Gli dissi che davvero io avevo bisogno di lui,della sua presenza,dei suoi abbraci.
Proprio come faceva con le altre persone.
Anche io avevo bisogno di sentire quella sensazione in cui le sue braccia mi toccassero la schiena fino a farmi sentire i brividi.
Lui mi disse che anche lui ci stava male e per questo,mi disse che avrebbe cercato di cambiare il suo comportamento nei miei confronti.
Io decisi di credergli.

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Dependence.
Подростковая литератураDue persone così diverse ma allo stesso tempo così uguali. Due persone così lontane ma allo stesso tempo così vicine. Due persone dove uno si fa una vita,l'altro una dipendenza. Due migliori amici,forse fratelli,dai caratteri diversi. Giulio non riu...