Il dolore incessante e immutabile

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La mamma che patisce l'ergastolo dell'anima, castrata in delle briglie e barriere
che non la lasceranno mai in pace finché non chiuderà gli occhi per sempre.
Per quel figlio strappato/a  via dal suo  tiepido e morbido petto,
da violenti balordi assassini che compiono atroci brutalità nelle buie e taglienti strade di città.
Con armi in mano,
mani pungenti intrise di sangue e morte,
sete e fame di omicidio e corpi umani, 
crudeltà infima meschina e null'altro.
Come si può descrivere tale dolore?
Non si può
È muto
Si esprime con l'assoluto silenzio e i sipari chiusi.
Non ha parole.
Non ha nome. 
È dolente e oscuro.
Ed io se lo immagino.
Se immagino l'orrore e l'agonia della mia Nancy che ha perduto la sua piccola Betty. Affogo in questo dolore e rimango senza fiato, con l'anima vuota in un infinito onirico e mi strozzo con le mie stesse lacrime ed i singhiozzi.

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