Capitolo 12

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Mary parlava con il signor Fallen da un paio d' ore, alzò un secondo lo sguardo verso l' orologio, le undici meno cinque!
Doveva sbrigarsi e andare nel cortile posteriore per sapere chi era Anonimo.
Lasciò il signor Fallen inventando una scusa e corse di fretta verso il cortile posteriore.
Si sedette su una panchina, e lei vide un uomo avvicinarsi.
Lui la guardò, indossava una maschera, ma non le parlava, così si fece avanti lei e disse "Siete voi Anonimo?" "Ma come fate a saperlo?" "Non erano per me i biglietti?" lui iniziò a ridere "Erano per vostra sorella Fanny!" e si tolse la maschera "Michel Cooper!" Mary non ci poteva credere di fronte a lei c'era il fratello minore di quel verme che aveva spezzato il cuore ad Anne.
"Mi permettete di corteggiarla?" chiese quasi sicuro di ricevere un no come risposta, in fondo sapeva bene come ere Mary "Sì, ma niente più Anonimo, e se la fate soffrire vi distruggo" disse avvicinandosi a lui intimidendolo.
Poi tornò nella sala e vide il signor Fallen parlare con dei suoi amici e decise di non disturbarlo.
Poi vide Elen e il signor Wolf ballare assieme e lo fulminò con lo sguardo.
"Allora?" chiese curioso il signor Tallmen "Siamo usciti a parlare" rispose il signor Fallen con un sorrisetto stampato sulla faccia e virgolettando parlare. "Non ci credo, con Mary Rose?" disse il signor Firefax "Sì e ora datemi i miei soldi, nessuna donna mi resiste, nemmeno Mary Rose" disse intascando i soldi per aver vinto la scommessa.
Se lo sapesse la signorina Rose pensò il signor Fallen.

Quando il signor Cooper entrò nella sala per chiedere un ballo a Fanny la vide incollata al signor Saint, finito il ballo le chiese di ballare con lui, ma lei aveva tutta la sera impegnata con quello, così lui tornò a casa sconsolato.

Finito il ballo tornarono tutti a casa, tutte le signorine Rose avevano la testa tra le nuvole, ma Mary non lo dava a vedere.
Anzi parlava di lui con enorme disprezzo, senza raccontare a nessuno delle ore passate a parlare con lui nel cortile.
Anche lui era distratto, era solo una scommessa, e solo lui e Mary sapevano cos' era successo realmente nel cortile, ma lei gli piaceva, non sopportava le ragazze che cadevano ai suoi piedi, erano divertenti, ma non c'era nemmeno il gusto di corteggiarle.
E poi amava il suo sguardo arrabbiato e offeso, quando tentava di baciarla, o quando le aveva abbassato la spallina, aveva adorato perfino la sberla che gli aveva dato.
due giorni dopo arrivò la lettera di Jason che allarmò tutta la famiglia.
Decise di andare Elen, voleva passare con Anne più tempo possibile prima della sua morte.
Iniziò a preparare i bagagli, la partenza era prevista per la sera stessa.
Mentre era sola in camera sua, entrò James che le disse " Vi devo dire una cosa, è importante, vi prego di perdonarmi" "Cosa dovete dirmi?" chiese lei allarmata "Vedete due giorni fa io e Daiane eravamo soli in casa, lei piangeva per quello che era successo con il signor Blond e io...io....l'ho...ba...io l'ho baciata!" Elen rimase impietrita e lui uscì in fretta chiedendole scusa.
Elen non pianse, né si arrabbiò, aveva visto il pentimento nei suoi occhi, decise solo di rimanere sua amica, e niente di più.
Lo seguì ma quando scese lui era già salito in carrozza, e partito, lei era rimasta in piedi con il vento che le scompigliava i capelli color nocciola.
Lui la guardò un ultima volta, è bellissima pensò.
Elen vide la cassetta delle lettere aperta e dentro trovò un biglietto con scritto:
Mi dispiace per vostra sorella, so che ora mi odiate, e ne avete tutto il diritto, ma vi prego sforzatevi di perdonarmi.
Se ora state leggendo questa lettera è perché, come avevo previsto, non ho nemmeno avuto il coraggio di guardarvi negli occhi dopo quello che vi ho detto.
Mi sembra strano, ma dopo quello che è successo non sono più sicuro di nulla, non credo nemmeno di sapere cos'è l' amore.
Sono così confuso, per cui credo sia meglio non frequentarvi più.
So che in questo caso avreste dovuto lasciare voi me, ma mi sento così in colpa, da non sentirmi più degno di voi.
Addio Elen, credo di amarvi.
James Wolf

P.S. Salutatemi i signori Rose e i figli.

Elen si mise a piangere, non sapeva se per James o per Anne, ma pensava che stare lontana da Frome per un po' di tempo le avrebbe fatto bene.
Quella sera all' ora della partenza James non si presentò nemmeno, aveva lasciato un biglietto a Daiane con scritto "Non sono bravo negli addì e poi non voglio che Mary mi veda piangere"
Ora era Elen a piangere, doveva lasciare Frome e stare a Bath un anno e si spera anche di più.
I suoi bellissimi occhi azzurri tendenti al verde erano ora affogati nelle lacrime.
Partì sola, triste e preoccupata.

Arrivò a Bath la mattina seguente, in seguito ad alcune soste per riposare in una locanda.
Appena arrivata abbracciò Jane che le era corsa subito incontro "Zia! Papà è arrivata la zia" urlava gioiosa la bambina di sei anni, in seguito arrivò Jason con Gabriel e Evan al seguito.
Dopo abbracci e saluti Jason condusse Elen nella stanza di Anne.
Appena Anne vide la sorella, fece un debole sorriso e le disse "Grazie Elen, non puoi immaginare la mia gioia nel vederti" "Sono molto felice anche io, ora ti lascio riposare" disse Elen dolcemente "No! È tanto che non ti vedo, quasi due mesi, raccontami tutto quello che è successo, per favore" "Certo!"
E le raccontò tutto quello che era successo in quei due mesi, del signor Wolf, di Anonimo, di Mary che fingeva di disprezzare il signor Fallen.
Sì Elen si era accorta che Mary fingeva, la conosceva troppo bene, parlava sempre di lui e aveva la testa fra le nuvole.

Mary si sentiva sola e triste senza Elen, e aveva paura per la sorte di Anne.
Andò a ritirare la posta come ogni mattina, c'era solo un biglietto per "La signorina Mary Rose" diceva
Cara signorina Rose,
vorrei rivedervi, possiamo incontrarci oggi alle 4:00 p.m. nel parco di forme?
A presto
Albert Fallen

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