Capitolo 11

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Anne! Anne! Svegliati! Anne aprì lentamente gli occhi, accanto a lei c'erano Jason e il dottor William provò ad alzarsi per abbracciare Jason, ma appena alzò la testa, le vennero nuovamente la vertigini, e si lasciò cadere sul letto.
"Cosa è successo?" chiese frastornata "Sei svenuta" le disse dolcemente Jason, la guardava con i suoi grandi occhi neri, pieni di ansia e preoccupazione "Perché?" chiese Anne "Non lo so ancora con certezza signora, ma vi consiglio di non affaticarvi e di rimanere a letto. Quando siete svenuta, avete battuto la testa, per cui verrò spesso a controllare la vostra situazione. Ora devo andare, arrivederci" disse il dottor William congedandosi.
"Jason, e se fosse qualcosa di grave?" "Non ti devi preoccupare, e in ogni caso, sarò sempre con te amore mio"

Daiane piangeva da ore ormai, e James stava davanti alla sua porta pieno di sensi di colpa, voleva parlarle, ma non sapeva cosa dirle. Non sapeva nemmeno lui perché lo avesse fatto, cosa gli passasse per la mente in quel momento.
Si sentiva solo tremendamente in colpa, sia nei confronti di Elen sia nei confronti di Daiane.
Daiane intanto non pensava affatto a quel bacio, ma a ciò che le era successo quella mattina al parco, lei piaceva al signor Blond, ma sua madre gli impediva di vederla, per il suo cognome.
A Frome ora il nome Wolf era il simbolo del diavolo e del male.
Le persone sono così stupide pensò Daiane Con i loro pregiudizi, prima che questa storia venisse fuori, quasi tutto il paese mi conosceva e mi voleva bene, e ora mi giudicano la figlia del male.
Meglio essere soli che con persone stupide, l' unico a cui non importa nulla è il signor Blond, ma a sua madre importa, e non gli permetterà mai di rivedermi.
Ad un certo punto sentì bussare alla porta e venne risvegliata dai suoi pensieri.
Entrò James, che la salutò timidamente e le chiese mille volte scusa ma lei rispose "James io non mi sono offesa per quel bacio, spero solo che per te non significhi nulla" "No, non significa nulla per me, non so cosa mi sia passato per la mente" rispose lui imbazaato, i due si abbracciarono e tutto tornò quasi come prima.
Mary era appena entrata in casa loro, li aveva sentiti Che traditore! Pensò irritata e in quel momento scese James "Che ci fate qui?" chiese in tono freddo e un po' impaurito, e se lei avesse sentito qualcosa?
"Ero venuta a parlare con Daiane" disse in tono sprezzante "E aspettate da molto?" "Abbastanza".
James sudava freddo, sapeva che lei sapeva, cosa fare ora?
Non gli avrebbe più lasciato vedere Elen, aveva perso quel poco di stima che aveva in lui.
Mary salì le scale di fretta, non gli aveva detto niente per spingerlo a dire la verità ad Elen da solo.
Lei non lo poteva vedere, era un uomo egoista, orgoglioso, testardo e maleducato ma a Elen piaceva davvero e lei non poteva impedirgli di vederla, ma lui doveva dirle la verità.
Entrò in camera di Daiane facendo finta di niente, era lì per consegnarle l' abito del ballo.
Vide Daiane piangere e lei le raccontò del signor Blond e dei pregiudizi che le persone avevano su di lei.

La mattina dopo Anne si svegliò con la testa ancora più dolorante, suonò il campanellino che le avevano dato il giorno prima e Jason corse in camera sua.
"Mi sento debole, Jason credo di avere la febbre" disse con un filo di voce, Jason le mise la mano sulla fronte, era calda molto calda, aveva gli occhi lucidi e una tosse orribile.
Signor Hope vada a chiamare il dottore! Ordinò Jason al maggiordomo.
Dopo circa mezzora arrivò il dottore che prese Jason e gli disse "Non posso mentirvi signor Rose, sua moglie è molto grave, non credo si riprenderà." "Mo....morirà?" chiese Jason con un filo di voce "Non le do più di un anno di vita, mi dispiace".
"Cosa ha detto il dottore?" chiese Anne "Nulla tesoro ora riposati" le diede un bacio e la lasciò dormire.
Scrisse una lettera alle sue sorelle chiedendo che una di loro andasse da lui per aiutarlo con i bambini mentre era a lavoro.

Andarono tutti al ballo quella sera.
Mentre Mary guardava gli abiti delle altre donne nella sala, si avvicinò a lei un uomo, alto, con i capelli neri e gli occhi marroni, le sue sopracciglia erano folte e il suo sguardo era profondo e magnetico. Era uno di quei ragazzi sicuri di sé.
"Mi concedere questo ballo?" "No grazie" rispose lei con un sorrisetto quasi maligno "No? " chiese lui stupito "Esatto, ho detto no" "E perché?" "Perché non voglio ballare con voi" rispose lei quasi prendendolo in giro.
Lui la guardava stranito, probabilmente non aveva mai ricevuto un rifiuto.
"Scusate la maleducazione non mi sono nemmeno presentato, Albert Fallen" "Mary Rose" rispose lei, stringendogli la mano, lui tentò di baciarle la mano, ma lei la sottrasse con un sorrisetto quasi provocante.
Non sapeva perché, ma lui la incantava, fosse per il suo sguardo, i suoi modi, ma non voleva e si vedesse.
Aveva sentito molte storie su di lui, era un donnaiolo, un uomo falso e furbo, proprio il genere di uomo che lei odiava di più.
Lui la fissava negli occhi mettendole soggezione e un senso di inferiorità, non si era mai sentita così, ma non lo dava a vedere.
Doveva resistere alla tentazione.
"Vi prego, ballate con me, solo una volta dopo vi giuro che vi lascerò in pace" "Non ballo con gli sconosciuti" rispose lei "Allora conosciamo ci meglio, venite con me" la portò nel portico fuori in giardino, e iniziò a fare il galante, ma lei non si doveva fidare, non poteva.

Fanny camminava per la sala, cercando di evitare il signor Call, e andò a sbattere contro un uomo "Scusatemi, non vi ave.... signor Saint!" Lui scappò via e lei lo seguì fino ad una stanzetta in fondo alla sala "Perché mi evitate?" disse appena rimasero soli "Vi avevo detto di non cercarmi più!" disse lui arrabbiato "Perché? Cosa vi ho fatto?" disse lei in lacrime "Nulla, siete bellissima" cercò di baciarla ma lei si sottrasse "Perché mi avete mandato quella lettera, perché non volevate più vedermi? Voglio la verità!" disse lei in tono freddo lui sudava e si girava i pollici "Ci ho vista abbracciata ad un altro uomo...." disse a bassa voce "Probabilmente era il signor Wolf, aveva trovato la mia collanina d' oro." "Scusate, ho frainteso".
Si abbracciarono e uscirono, lui si guardava attorno, come se avesse paura di essere visto, ma Fanny non lo notò nemmeno.

Daiane rimase in disparte, sola per la maggior parte della serata, quella sera era splendida, indossava un abito rosso, con la scollatura a cuore, le spalline di pizzo, la gonna a balze e la cintura di brillanti.
I suoi capelli corvini le scendevano morbidi sulle spalle, incorniciandole il volto.
Pensava alla mattina precedente, non riusciva a non pensarci.
Improvvisamente, sentì una mano sulla sua spalla, si girò e vide di fronte a lei il signor Blond che le disse "Mia madre non c'è, non ci dividerà."
Tutti avevano gli occhi puntati su di loro, le ragzze erano tutte tremendamente invidiose, alcune commentavano maligne "Sembra un vampiro, come fa a ballare con quella?" e altre " Lo avrà minacciato" bisbigliavano e ridevano tra loro, ma a Daiane non importava.
Per lei esisteva solo lui.

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