2. L'Inferno

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Qui non c'è alcun ritegnoCosì non si può

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Qui non c'è alcun ritegno
Così non si può

«Resta qui» mormorò Iliana, «io torno il prima possibile.»

Come se Adamo avesse potuto andare da qualsiasi parte.

Da quando era riuscita a trascinarlo via dallo studio di registrazione di Alastor e a trovare un nascondiglio di fortuna, in un edificio abbandonato e malandato, il ragazzo non aveva mai ripreso i sensi. Eppure, il suo cuore continuava a battere, seppur in modo debole e quasi impercettibile.

Iliana lo guardò, la mano poggiata al suo petto. Gli sorrise e si chinò a lasciargli un bacio sulla fronte, quindi si alzò, si gettò una vecchia tenda polverosa sul capo e se la avvolse attorno al corpo, cercando di celare le sue fattezze, il sangue dorato, i vestiti da Esorcista, l'aureola che brillava oscura sopra la sua testa. Riservò ancora un'occhiata ad Adamo: il fatto che lui non avesse più la sua, la inquietava e preoccupava, ma non aveva tempo di pensarci, ora. Adesso, doveva trovare un modo per sopravvivere all'Inferno.

Un modo per tornare a casa.

Aveva provato ad aprire un altro Portale, magari per mettersi in contatto con Emily, su in Paradiso. Non c'era riuscita. Tutte le forze sembravano averla abbandonata e l'ultimo residuo di potere che era riuscita a racimolare lo aveva usato per infondere la sua luce curativa in Adamo, sperando in suo risveglio. Non era accaduto.

Non voleva pensare al vero motivo per il quale non riuscisse più ad aprire un Portale: probabilmente era solo stremata, dalla battaglia, dall'aver quasi perso la persona più importante della sua vita... dall'aver venduto la sua anima a un demone.

Pensava che si sarebbe sentita vuota, privata della sua identità, della sua volontà, ma non era successo. Si era sentita solo spossata, disorientata, ma ancora nel pieno delle sue facoltà mentali. E queste le stavano suggerendo di trovare un modo per riprendere le forze e riprovare col Portale: le sarebbe bastato aprirne uno piccolo, per comunicare ad Emily che lei e Adamo erano ancora vivi. Se lo avesse saputo, Lute sarebbe tornata a prenderli... o, almeno, sarebbe tornata per lui.

Sospirò e scosse il capo: doveva risolvere un problema alla volta.

Afferrò la punta della sua lancia angelica, che durante il combattimento aveva perso il bastone, e fissò il proprio riflesso: i suoi occhi viola le restituivano un'espressione stravolta, ma determinata.

Ce la puoi fare. Anzi, ce la devi fare.

La nascose sotto la mantella di fortuna, guardò un'ultima volta Adamo, quindi uscì in strada. Nascose la porta dietro mucchi di vecchi cartoni puzzolenti e sacchi di spazzatura lasciati a macerare da chissà quanto tempo, in quel vicolo umido e decadente. Sperava così di riuscire a tenere Adamo al sicuro, fino al suo ritorno. Poi, si avviò per le strade caotiche e pericolose di Pentagram City.

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora