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<<feliz cumpleanos hermanita!!>> fu la prima cosa che sentii non appena misi piede in quella che per i primi 5 anni della mia vita era stata casa mia.

sorrisi spontaneamente, a quella che era mia sorella maggiore, Leonor. proprio quella Leonor, Leonor di Borbone-Spagna. ed io ero sua sorella, quella di cui nessuno sapeva nulla da ben 18 anni. quando ero nata. non mi dispiaceva questa cosa, anzi, ero più che felice di essere rimasta in disparte e non essere conosciuta da troppe persone. amo la mia riservatezza e senso di privacy.

<<gracias Leo>> la chiamai con il suo soprannome. quello che usavo quando da bambine non riuscivo a pronunciare bene la R e quindi lo abbreviavo per fare prima.

<<vieni ti accompagno nella tua camera>> così la seguii e mi feci accompagnare nella stanza che avevo in questa casa da piccola.
era sempre bellissima, con una luce fantastica che arrivava dalla grandissima vetrata di fronte al letto e quel senso di casa che mi avvolgeva ogni volta che ci mettevo piede. la decisione di andarmene l'avevo presa insieme ai miei genitori, ero molto piccola quando me ne andai, ma fortunatamente ad aspettarmi alla mia destinazione c'era una famiglia pronta ad accogliermi a braccia aperte. non era né per motivi economici, perché in questa famiglia ci mancherebbe, né di salute, volevo solo inseguire il mio sogno, alla quale i miei genitori erano contrari e in un altro stato sapevo che avrei potuto farlo senza problemi.

<<ho sentito una voce familiaree, dov'è la mia sorellonaaa?>> vidi Sofia fermarsi affannata davanti alla porta di quella che ormai era tornata ad essere camera mia rivolgermi un mega sorriso. non appena mi raggiunse, mi saltò letteralmente addosso.

non ero mai stata legata più a una della mie sorelle risposto che all'altra, avevo sempre voluto bene ad entrambe nello stesso modo.
forse erano più legate tra di loro ed ero io quella che non centrava molto, essendo stata lontano da loro 13 anni, ma sapevano sempre come farmi sentire parte della famiglia.

quando ero a Milano ci sentivamo tutti i giorni al telefono e mi tenevano aggiornate su quello che succedeva qui, sia in famiglia con il trono e cose varie, sia sulla vita sentimentale di Leonor, che da ormai un annetto stava con Pablo Paez Gavira, giocatore del Barcellona, che però al momento è fuori per essersi lesionato il crociato e rientrerà la stagione successiva.

<<come va con Pablo, Leo?>> chiesi tirando fuori quello a cui stavo pensando, mentre sistemavo i vestiti nell'armadio <<va tutto molto bene, qualche settimana fa ho conosciuto i suoi nuovi compagni di squadra, hanno la tua età, sono molto simpatici, e soprattutto carini>> disse marcando l'ultima parola, vedendo già che alla frase 'nuovi compagni di squadra' mi ero incuriosita <<se vuoi domani andiamo al campo così Pablito te li presenta>> era sempre così carina quando chiamava in quel modo il suo fidanzato <<io mi rifiuto di venire, odio il calcio, e i calciatori ancora di più, sono tutti palloni gonfiati>> gesticolò così tanto Sofia che sembrava peggio degli italiani che avevo conosciuto <<era scontato S, comunque ci sto, conoscere persone nuove dopo aver passato 13 anni sempre con le stesse, e poi non ricordo bene com'è Barcellona, meglio approfittarne>> esclamai contenta.

eravamo seduti a tavola da una decina di minuti ormai e i miei genitori mi stavano facendo tantissime domande. 13 anni durante una sola cena non sono facili da raccontare, mi servirebbero almeno 2 settimane per poterli raccontare tutti, forse anche di più. mi piaceva però che si interessassero a me, almeno ogni tanto avere la loro completa attenzione non mi dispiaceva.

my little star//marc guiu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora