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Mi stavo dirigendo verso il luogo in cui io e Marc ci eravamo dati appuntamento, ed erano circa le 19:25, quindi ero anche in anticipo di qualche minuto.

Per prepararmi avevo chiesto una mano a quella santa di mia sorella Leonor, non ero molto esperta in fatto di ragazzi e non mi ero mai preoccupata più di tanto su cosa avrei dovuto mettere per incontrare uno di essi, dato che non avevo mai avuto un appuntamento ufficiale, sempre se questo può essere definito così.

Appena scesi dalla macchina mi guardai un attimo intorno, e non appena lo feci notai subito due occhi marrone chiaro osservarmi da lontano, mi avvicinai a quella figura che immediatamente salutai.

<<Guiu, che fai ti nascondi? pensavo non venissi>> lo presi leggermente in giro, però era vero, temevo non sarebbe venuto, avevo tormentato le mie due sorelle su questa cosa per tutto il giorno, e non scherzo.

<<Nini quello che pensava che tu non saresti venuta in realtà ero io, non ti vedevo più arrivare, mi stavo preoccupando>>, al che sorrisi, era stato carino il modo in cui lo aveva detto, mentre mi guardava negli occhi e diventava leggermente rosso per l'imbarazzo.

<<Non ti avrei mai dato buca così all'improvviso. Che dici entriamo?, mi sta venendo un po' fame>> dissi facendomi scappare una risata e contagiando anche lui.
Aveva una risata stupenda, e anche un sorriso bellissimo, d'altronde quando sorrideva due tenere fossette gli sbucavano a lato di esso, e non poteva che sembrare un bimbo felice.

Appena entrammo nel ristorante andammo a sederci, accompagnati dal cameriere, Marc aveva prenotato la mattina stessa e aveva espressamente chiesto un tavolo lontano da occhiate strane ma soprattutto da fan accaniti, e la sua richiesta fu gentilmente accolta, fortunatamente.

La cena stava proseguendo bene, fin quando il ragazzo non mi fece una domanda, che per l'amor di dio, non era per niente indiscreta, ma odiavo parlare della mia vita, preferivo ascoltare gli altri parlare.

<<Nini, quindi mi racconti un po' perché nessuno ha mai sentito parlare di te, e dove sei stata per tutti questi anni?>> era carino si interessasse a me, molte persone che avevo conosciuto non facevano altro che fregarsene e parlare solo di loro stessi, non che mi dispiacesse, ripeto, mi piace ascoltare, ma è carino che gli altri ogni tanto si interessino, anche se non mi piace parlare di me.

<<Mmhh, vediamo, allora a 2 anni ho iniziato a ballare, innamorandomi della danza e del suo mondo, successivamente a 5 anni mi sono trasferita in Italia, a Milano, per studiare questa disciplina al meglio, e dopo aver passato 5 anni lì mi sono trasferita a Parigi, per iniziare invece a studiare all'Opéra, dopo altri 5 anni di studi, quindi a 15 anni, sono diventata l'Étoile di questo teatro e ora mi trovo qua, ho dovuto smettere, sono stata ,diciamo, 'obbligata' per un problema che ho riscontrato al ginocchio a inizio anno>> cercai di essere il più breve e coincisa possibile per non annoiarlo troppo, e anche per non usare termini che magari non avrebbe capito, essendo dell'ambito di danza.

<<Mamma mia, a confronto mi sento una nullità, non ho mai pensato di lasciare la mia famiglia per giocare a calcio, starei malissimo senza di loro, dev'essere stato brutto per te. Mi dispiace molto per il tuo ginocchio, sai quando potrai tornare a ballare?>> era gentile, cercava di non farmi pesare le cose e di farmi capire che non dovevo buttarmi giù.

<<No, non lo so con certezza, spero al più presto però>> risposi alla sua domanda, sentivo il naso che cominciava a prudere, segno che di lì a poco avrei pianto, così chinai il capo per non far vedere al ragazzo di fronte a me gli occhi lucidi.

D'improvviso sentii del calore che avvolgeva la mia mano, e poi la voce di Marc che mi parlava.

<<Non buttarti giù, so per certo che quando tornerai a danzare sarai più forte di prima, ora non pensarci, tu cerca solo di fare del tuo meglio per curare il ginocchio e per tenerti in forma>> alzai lo sguardo dopo queste sue parole e trovai la sua mano stretta alla mia, non volevo assolutamente farmi vedere debole da lui ma ormai una lacrima era sfuggita al mio controllo e stava solcando la mia guancia, fin quando Marc, con la mano libera, passò il pollice su essa asciugandola.

A quel gesto mi venne spontaneo sorridere mentre guardavo la sua mano allontanarsi dal mio volto, e quando riportai lo sguardo su di lui vidi che le due fossette erano presenti agli angoli delle sue labbra.

my little star//marc guiu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora