Capitolo 1: Ombre nella Notte

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Pov: Narratore

La brezza marina portava con sé l'odore del mare mentre Ciro e Edoardo, il suo migliore amico e socio in affari, si ritrovavano tra i vicoli intricati di Napoli per discutere dei piani imminenti. Sotto il cielo stellato, il chiarore fioco di un lampione creava un'atmosfera misteriosa.

«Edoà, dobbiamo muoverci con cautela questa volta. Le piazze si stanno svuotando, e io so che è colpa di chell'ome e' merd," disse Ciro, gli occhi concentrati sull'accendino con cui si accese una sigaretta.

Edoardo annuì, ma l'attenzione del moro si spostò quando il rombo di alcuni motorini si fece più forte. I due gruppi si fronteggiarono, la tensione era nell'aria.
Ciro lo riconobbe subito quel gruppetto, ma soprattutto riconobbe lo stronzo da cui era capeggiato. Emanuele, uno di una piazza rivale che aveva sempre gli occhi addosso su Adelia. Aveva i capelli biondi e le braccia ricoperte di tatuaggi, completamente vestito di nero scese dal suo motorino per fronteggiare i due ragazzi.

«Hai sbagliato territorio, cap e' cazz,» dichiarò Edoardo, uno sguardo sprezzante nei suoi occhi.

«Nah, ero qui per andare da Adelia, è carina sai?» ghigno il ragazzo fissando intensamente Ciro. Il quale serrò i pugni, sentiva la rabbia pulsare dentro di lui. « Non nominarla neanche.» disse fissandolo con sguardo omicida e la voce carica di ferocia.

Edoardo cercò di calmarlo, «Ciro, dobbiamo mantenere la calma. Non possiamo permetterci di perdere il controllo.»

Il rivale rise, provocatorio. «Allora vado dalla tua amichetta?»

La gelosia si impossessò di Ciro. «Non osare toccarla,» sibilò, gli occhi accesi di una fiamma oscura.

La gelosia di Ciro divampò, e senza pensare, colpì il rivale con una violenza incontenibile. Colpo dopo colpo, la furia del moro non conosceva freni, fino a quando la strada fu avvolta nel silenzio pesante della notte, spezzato solo dal respiro affannato di Ciro e dalla figura inerte del rivale. Gli amici di Emanuele scapparono in sella ai loro motorini, non si aspettavo che la serata prendesse quella piega.

Ciro rimase in silenzio, gli occhi pieni di rimorso e gelosia non placata. L'ombra di quel momento avrebbe segnato il destino di tutti loro, mentre il mare continuava a sussurrare segreti indecifrabili tra le sue onde.

Il ragazzo aveva sempre vissuto nell'ombra della gelosia, un'ombra così densa che anche uno sguardo indesiderato su Adelia scatenava in lui tormenti interiori incontenibili. L'idea di perderla, di vederla tra le braccia di qualcun altro, lo annientava lentamente. Quella piccola biondina era sua, eppure non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo.

Ogni gesto di attenzione rivolto a lei da parte di qualcun altro, ogni risata condivisa con un estraneo, mandava Ciro in un vortice di gelosia e possessività. Ma lui, imprigionato da maschere di fermezza e indifferenza, non aveva mai confessato i veri contorni del suo tormento. La sua amicizia con Adelia era stata una maschera, una maschera che celava una passione che bruciava più intensamente di ogni altra fiamma.

Il silenzio di Ciro era stato il suo complice nell'oscurità. Aveva giurato a se stesso di proteggerla, di fare di tutto per lei. E ora, nella notte intrisa di sangue e rimorso, aveva compiuto l'impensabile. Aveva ucciso per lei, per proteggerla da una minaccia esterna. Ma Adelia non avrebbe mai dovuto saperlo.

Ciro si trovava ora davanti al corpo inerte di Emanuele, l'oscurità attorno a lui rispecchiava il buio dentro di sé. Non voleva che la ragazza lo guardasse con occhi diversi, con sospetto o orrore. Era disposto a vivere nell'ombra, a essere il custode oscuro del segreto che avrebbe portato con sé.

La sua anima era un campo di battaglia, dove la gelosia si scontrava con l'amore, e la paura di perdere Adelia era stata il catalizzatore di un atto irrevocabile. Ciro sapeva che il peso di quella notte sarebbe stato un fardello che avrebbe trascinato con sé per sempre, ma preferiva portare quel peso in solitudine piuttosto che condividere la sua oscura verità con l'unica persona che aveva sempre desiderato proteggere.

Edoardo si avvicinò cautamente a Ciro, il viso segnato dall'ombra della preoccupazione. « Ciro, dobbiamo andarcene. Sicuramente qualcuno ha chiamato gli sbirri. Gli amici di Emanuele faranno di tutto per far cadere la colpa su di noi.»

Ciro, con occhi vitrei e mani ancora sporche di sangue, alzò lo sguardo verso Edoardo. «Non importa. Se finirò in prigione, controllerò anche da là. La mia famiglia ha sempre comandato, e lo farà anche dietro le sbarre.»

Edoardo tentò di dissuaderlo, «Ciro, le cose cambiano dietro quelle mura. Non è come fuori. Dovresti preoccuparti di Adelia. Sarà sola, e tu...»

Ciro lo interruppe con un cenno deciso del capo. «Edoà,  Adelia è meglio senza di me. Devo stare lontano da lei. Non può sapere di questo.»

Edoardo annuì, si poteva sentire la gravità della situazione presente nell'aria. « La polizia potrebbe venire da un momento all'altro.»

Il moro sorrise amaro, « Sono un Ricci. Ho affrontato sfide più grandi di una cella di prigione. Starò fuori il tempo che serve, ma la mia priorità ora è proteggerla. Anche se dovrò farlo da lontano.»

Edoardo comprese il dilemma del suo amicl, il suo dovere verso Adelia che ora si scontrava con le conseguenze di quella notte fatale. Mentre le sirene della polizia si facevano sempre più vicine, i due amici guardarono l'orizzonte incerto di un futuro intriso di segreti e rinunce.

COLPA DELLE FAVOLE. || CIRO RICCIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora