Capitolo 3: Theodore Nott

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Hermione non aveva molti ricordi di Theodore dei tempi della scuola. Solo che era il terzo miglior studente dopo Hermione e Malfoy. Entrò nel suo ufficio nello stesso stato di Pansy, piedi nudi, uniforme lurida, capelli lungo e disordinati, sguardo basso.

La rabbia iniziò a ribollirle nello stomaco. Come poteva il ministro permettere che venissero trattati in questo modo?

Si schiarì la gola.

"Theodore, il mio nome è Hermione Granger. Sono una guaritrice della mente e mi piacerebbe aiutarti se me lo permetti:"

"So... so chi sei Granger, tutti lo sanno. Quindi? Sei qui per riferire al ministro quanto siamo spezzati?" la sua voce si ruppe sull'ultima parola, ma con un tono lievemente difensivo.

"Per niente Theodore, Sono qui per aiutarti. La guerra è stata difficile e traumatica. Sono qui per dare una mano."

"Quindi cosa siamo? La tua buona azione annuale?"

Hermione prese un respiro profondo, era preparata alla possibilità di una reazione del genere.

"No Theodore. Lo prometto. Voglio solo aiutarvi. A processare la guerra o qualsiasi altro sentimento possiate provare. Cosicché, quando uscirete da qui, potrete avere una nuova vita. Non sarà un aiuto immediato, potreste ancora avere bisogno di un guaritore una volta usciti di qui, ma sarà un inizio."

Theodore mosse i piedi in avanti.

"Perché non ti siedi e parli un po' con me?"
Theo si sedette, con l'aria di chi sta rimuginando su un problema particolarmente complicato.

"Tu... tu puoi aiutarmi con qualsiasi cosa?"

"Sì"

"Io... io..."

"Va tutto bene Theodore. Respira. Dentro e fuori, lentamente."

Theodore sembrò calmarsi leggermente.

"Mi piacciono i maghi."

Hermione non se lo aspettava, ma sorrise. "È fantastico Theo."

"Fantastico? ... fantastico? ... Sai cosa succederebbe se mio padre lo scoprisse?"

Hermione si accigliò.

"Posso immaginare che tuo padre sia di mentalità piuttosto chiusa."

"Lui era... solo un paio di miei amici lo sanno. Draco, lui... oh no... Tu devi aiutare Draco. Ti prego, Hermione."

"Calmati Theo. Di cosa stai parlando?"

"Draco. Loro gli daranno il Bacio. Tu non puoi... tu devi aiutare anche lui. I promise, lui non è cattivo. Lo prometto... E anche Pansy e Blaise. Devi aiutare anche loro. Rinuncerò alla mia seduta se c'è bisogno. Solo..."

"Theo, per favore respira. Qui, tieni, prendi questa pallina con entrambe le mani. Ok, ora chiudi gli occhi. Inspira... espira..." Hermione gli mostrò come fare e lui la imitò. "Ok Theo. Apri gli occhi, dimmi... cosa riesci a sentire dentro e fuori dal tuo corpo?"

"io sento la palla. Sento la paura. Una pressione nel petto."

"Ok, ora cosa riesci a sentire"

"La tua voce. Il mio respiro"

"Cosa senti in bocca?"

"Amaro. Il mio sangue di quando mi sono morso la lingua pochi minuti fa"

"Cosa riesci a vedere?"

"I tuoi occhi marroni. I muri grigi"

"Che odore senti?"

"Il tuo profumo. La mia uniforme sporca" tirò su con il naso.

"Molto bene. Theo, questa è una tecnica che puoi usare quando senti che sta arrivando un attacco di panico. Aiuta la tua mente a concentrarsi su qualcos'altro invece che su quello che ti fa paura. Come di senti?"

"Meglio, grazie..."

"Bene. C'è qualcos'altro di cui vorresti parlare? Abbiamo ancora qualche minuto."

"Per favore, aiuta i miei amici."

"Lo farò Theo. Ti prometto che li aiuterò se loro me lo permetteranno."

"Anche Draco?"

"Perché non dovrei aiutare Malfoy?"

"Perché tu lo odi" disse Theo, guardandola come se avesse dimenticato qualcosa.

"Io non lo odio. Non odio nessuno. Se me lo permetterà, lo aiuterò. Ti prometto che non devi preoccuparti di questo. Ma, dimmi, tu ti prendi sempre cura così dei tuoi amici?"

Theo guardò verso di lei e batté le palpebre un paio di volte.

"Io... beh... non solo io... Draco e io ci prendiamo cura del gruppo... Draco in un modo più fisico. È sempre stato migliore di me nelle risse. Ma io mi prendo cura di loro in altri modi... Se hanno bisogno di un abbraccio o di parlare... Forse perché non ho mai avuto niente del genere a casa. Do quello di cui ho bisogno..."

"Ma nel processo dimentichi te stesso."

Theo batté di nuovo le palpebre.

"Noi ci prendiamo cura l'uno dell'altro, ma sì... suppongo... forse..."

"Malfoy è il tuo ragazzo?"

Theo arricciò il naso e fece una risata debole. "No, Merlino. No, è come se fosse mio fratello, ma sa che mi piacciono i maghi."

"E come ha reagito?"

Theo sorrise al ricordo. "Ha detto che andava bene e che eravamo ancora fratelli. Non gli importava. Ha detto che, se mio padre mi avesse toccato, gli avrebbe lanciato un Avada."

"Tuo padre è morto adesso. Theo, sei libero di essere te stesso. Ora è arrivato il momento di prenderti cura di te stesso."

Theo le sorrise "Sono libero"

"Sì, lo sei Theo, ora dimmi di cosa vorresti parlare. Puoi scegliere tutto ciò che vuoi."

"Vorresti sentire un indovinello, Granger?"
Hermione annuì.

"Infili i tuoi pali dentro di me. Mi tiri leghi in basso per tirarmi su. Mi bagno prima di te. Cosa sono?"

Hermione sollevò il sopracciglio.

"Un tenda"

Scoppiarono a ridere insieme.

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