5. David

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Pure oggi Steven ha fatto lo stronzo. Non è che di solito sia molto gentile, è stronzo di suo, tutte le volte rimorchia ragazze del primo anno per poi lasciarle in lacrime da qualche parte nel bagni del liceo, e non voglio neanche immaginare cosa fa nella sua, di scuola. Devo ammettere che è un ragazzo bellissimo, con la mascella squadrata e la pelle ambrata, i capelli corti mossi e gli occhi chiari, palesemente ben allenato (dai pestaggi e dalle fughe di corsa dalla polizia?), ma io di stronzi penso di aver fatto il pieno. Senza contare che non credo che i maschi gli interessino. Anche se non sempre quelli che giocano a fare i donnaioli sono necessariamente etero convinti, e io lo so bene.

«David, ti posso parlare?»

Ecco, appunto. Ezra Mordrake, il mio professore di letteratura. Il più dotato studente e letterato del suo anno, figlio di una famiglia in vista che insegna qui part-time per un progetto di miglioramento della condizione delle scuole di basso livello. Decisamente giovane, dotato nella sua materia, altruista e soprattutto bono.

Non potevo che innamorarmi di lui come un idiota, lo capisco solo ora che non ho mai avuto scampo.

«Non dovresti farti vedere che parli con me durante l'intervallo come se fossimo intimi, Ezra» ribatto allontanandomi. Ma cosa gliene frega poi? Mi ha piantato lui.

«Posso sempre dire che era per il ritardo di stamattina. Inizi il semestre male» risponde allungando una mano verso il mio polso per trattenermi. Capisce subito il suo errore e la ritrae prima di toccarmi, ma è troppo tardi.

Io l'ho notato e il ricordo mi è esploso in testa come una bomba.

Ha iniziato a invitarmi nel suo studio in centro per leggere delle poesie, dopo aver visto il mio coinvolgimento in classe nonostante i compagni totalmente disinteressati. All'inizio credevo che avesse notato in me qualcosa, da come parlava dei miei temi. E ovviamente ero totalmente sedotto dal suo atteggiamento da figlio di benestanti, sicuro nel mondo e bellissimo, addirittura altruista, dal palazzo in centro dove teneva lezioni private circondato da legno scuro ed elegante.

Non mi aspettavo che si sciogliesse la cravatta e mi dicesse che voleva mettersi più comodo. In effetti faceva abbastanza caldo nello studio, con il sole che batteva sulle vetrate enormi. Poi però si è avvicinato. «Non voglio che tu stia così comodo però» ha detto togliendomi di mano il libro e bloccandomi i polsi dietro la schiena con la sua cravatta.

Il contatto con la sua pelle mi ha dato subito un brivido. Aveva capito che mi piaceva. Non pensavo di avere speranze ma mi piaceva da morire. E invece ora lui mi stava baciando.

Non ci credevo, ma allo stesso tempo mi sentivo spaventato e sconvolto. Nessuno mi aveva mai baciato così, forse nemmeno nelle mie fantasie. E poi un professore forse doveva rimanere a distanza. Lui era meraviglioso, non ero degno di lui. Né sapevo a che drammi saremmo andati incontro.

Forse avevo bisogno di più tempo ma lui stava già scendendo sul mio collo.

«Professor Mordrake...? Fermati...» ho detto tra un gemito e l'altro, incerto se chiamarlo con il suo nome di battesimo.

«Chiamami pure Ezra» ha sussurrato lui contro la mia clavicola.

«Signor... Ezra. Non dovremmo...?»

«Non ti preoccupare, lo vuoi anche tu, lo vedo da questo» ha detto sfiorando con un dito la mia erezione sotto i jeans.

Sì, purtroppo sono umano.

«Sì, ma forse...?»

«Lascia fare a me» ha detto dandomi un buffetto su una guancia.

Quelle mani mi hanno accarezzato e colpito, legato e fatto godere, nei mesi successivi. Quella bocca, che è scesa più in giù quel pomeriggio stesso, me la sono sognata ogni notte.

Ezra Mordrake ottiene sempre quello che vuole, a quanto ho visto.

«E invece, perché vuoi parlarmi?» gli dico, improvvisamente irritato.

«Non vorrei che fossi così distaccato». Ha la voce dolce, sento ancora un brivido mentre mi parla.

«E a te che importa adesso?»

È stato lui a piantarmi, non se lo ricorda?

«Mi importa di te, David».

«Non credo. E comunque si stanno avvicinando degli altri professori, non vorrei che sembrassi troppo interessato a me».

Lui si volta. Effettivamente la prof Grey si sta avvicinando e ne approfitto per defilarmi. Non ce la faccio più a stare in questa scuola, non mi interessano le altre lezioni e non sono dell'umore per affrontare le altre persone. Esco dal cortile pieno di cartacce e mi infilo in un bar dove prendo una birra anche se siamo a metà mattina. È un pub lercio e di pessima qualità come la scuola, e la birra pare annacquata. Ma io sono stanco di tutto e dei ricordi che parlare con Ezra mi ha scatenato, e tiro giù due pastiglie di Valium con la pinta tiepida. Il cervello inizia presto a galleggiare in un mondo tutto suo, mi sento più calmo e rilassato. Il resto mi interessa molto meno, ora.

Dark Love - L'odio si può trasformare in amore?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora