💋ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 𝔱𝔯𝔢💋

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«È una bella femmina di Mastino»
disse il medico.
Napoli accennò un sorriso, stringendo a se la bestiola.
«La ringrazio»il bambino gli diede il denaro di ricompensa e si mise in cammino assieme al gladiatore.
Il sole era alto e batteva contro le pietre, Nehir si guardò in torno per vedere se quell'uomo fosse ancora nei dintorni.
Nulla.
«Grazie per la compagnia Nehir.»
«..di nulla.. Quindi. Come si chiama la cagnolina?»
«.mmh....Maria»
«..Maria?»
«Si.»
«Mi piace..Ma-ria»disse ogni sillaba.
La creaturina abbaiò contenta.
«Maria..» disse Napoli.

Il pomeriggio passò, il malpelo era all'anfiteatro per vedere, colui che ormai era un'amico, combattere.
Era seduto nel suo solito posticino, guardava la lotta tenendosi alla colonna di fianco a lui.
C'era sempre l'ansia di perdere Nehir a causa delle spade e delle altre armi dei concorrenti, certo se l'era cavata tutti questi mesi.. era bravo anche quello è sicuro. Ma mai essere troppo poco prudenti.
Questa volta c'erano le bestie.
Un'ippopotamo enorme continuava a caricarlo, quando camminava sembrava tremasse il mondo.
Un leone dalla criniera spettinata soffiava al pubblico.
Nehir era solo li dentro con altri due energumeni tozzi e coperti in volto da elmi diversi.
Napoli chiuse gli occhi non appena una bestia gli scattò contro, sentì solo un urlo di dolore e poi un verso terribile di una delle belve.
"Se l'è mangiato..."
Poi li aprì, il leone era morto, trafitto da una lancia. All'ippopotamo avevano mozzato la testa.
Al figlio dell' imperatore venne il fiatone, eppure non era lui a stare lì in mezzo, cercò il gladiatore con lo sguardo, lo vide che si staccava gli artigli del leone dal petto.

Perdeva sangue e tanto, lo fecero ritirare nei sotterranei, Napoli corse subito da lui.
«Nehir!»
Era su un giaciglio di paglia, dentro una gabbia che sembrava fatta per animali.
Aveva uno squarcio sul petto, il bambino si ruppe la tunica per porre un freno alla fuori-uscita di sangue.
«G-grazie principino..»
«non mi piace quando ti fai male..» si appoggiò a lui, sulla sua pelle. «..potresti morire..io non voglio che tu muoia»
Lui, nobile, pulito, puro, sul petto dell'amico, sudato, sporco, sanguinante..
Nehir guardò il soffitto, nessuno gli aveva mai proferito tali parole.
«Non sarà la tua "Captatio benevolentiae"?»
«Non è necessaria ora...perchè usarla?»
«...Ci tieni davvero?»
«Si..»
il più grande mise una mano nei capelli dell'altro, rimase a guardarli, sembravano fiamme sotto la sua mano ed erano morbidi come se fossero sott'acqua.
Napoli aiutò Nehir con le bande attorno al petto.
«Non mi faranno combattere per un po'»
«..meglio così»
«..Potrebbero cacciarmi lo sai? E io rimarrei a fare la fame»
«Potresti diventare una delle mie guardie...Io non ne ho. Potresti avere condizioni di gran lunga migliori.»
«..Tuo padre mi ammazzerebbe al primo errore.»
«Non se ci sono io.»
«...Sei sicuro?»
«Non lo avrei proposto se non lo fossi stato..» sorrise.
«Va bene allora.»

Napoli teneva la mano in quella di Nehir, arrivando a passi lenti alla casa, avevano tempo, entrarono nella sala principale.
«Neapolis!. Figlio mio» Roma emerse nelle sue vesti dai giardini, accogliendolo calorosamente. «Che ci fa costui qui. Con te d'aggiunta»
«Padre... è stato valoroso durante il combattimento con le belve. Ha ucciso quel leone a mani nude quasi, quasi sembrava Ercole mentre gli altri due hanno dovuto fare uso di loro stessi e delle armi per uccidere un solo Ippopotamo..» fece una pausa.
Il ragazzo guardò i due nobili, l'aveva davvero paragonato ad un semidio?
«Però è stato ferito gravemente dalla bestia.. padre se rimanesse lì, in quelle condizioni morirà di infezioni. La scongiuro, padre mio, lo faccia diventare mia guardia personale, così che abbia una vita più lunga di quella che gli aspetta all'anfiteatro.»
Impero rimase a sentire, poi guardò l'uomo.
«Figlio. Perchè hai pietà di un barbaro? Non la merita»
«Non ci hanno forse insegnato, i nostri antenati, padre, di essere caritatevoli e avere pietas di chi ha onore. Padre..costui ha onore, ha dimostrato di avere virtù»
«..Seguo i tuoi ragionamenti figlio mio» osservò Nehir dall'alto in basso «Mio figlio ti compara ad Ercole, mortale, hai davvero affrontato quella bestia da solo?»
«Si...signore» chinò il capo.
«...E sia allora. Sarai la sua guardia. Un passo falso e finirai nella gabbia delle leonesse»

🎴~𝔖𝔬 𝔱𝔥𝔦𝔰 𝔦𝔰 𝔩𝔬𝔳𝔢?~🎴{𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛 𝑐ℎ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora