🔥ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 𝔡𝔦𝔢𝔠𝔦🔥

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𝒫ℴ𝓋: 𝒯ℯ𝓇𝓏𝒶 𝓅ℯ𝓇𝓈ℴ𝓃𝒶

«Mamma!..» sussurrò Napoli appena si svegliò.
«..Che ci fai qui..»
«...Volevo..farti un regalo. Ho trovato questo» disse mostrandole il fiore.
«...» lo prese «tu.. lo hai trovato...»
«G-Già..»
Impero Bizantino lo abbracciò fortissimo, tenendoselo stretto.
«Bravo..» iniziò a ridere in modo insterico, prendendo la pianta dalle mani del ragazzo. Il fiore era luminoso, lei ne assorbiva la forza piano piano.
«...»

{Skippino ino ino}

𝒫ℴ𝓋: ℛℯ𝓰𝓃ℴ 𝒹𝒾 𝒩𝒶𝓅ℴ𝓁𝒾.

Ero seduto sotto un albero, era notte fonda, Sera e gli altri si stavano lavando nel fiume. Eravamo coperti di cenere.
«...» stavo fumando.. non avevo mai fumato prima ma era come se lo facessi da tutta la vita.
Guardai il cielo, vidi la faccia di mia madre..

𝚏𝚕𝚊𝚜𝚑𝚋𝚊𝚌𝚔

La casa già andava a fuoco, lei era stesa sul pavimento.
Mi guardava..
«Veneto...» disse con voce addolorata e piangente.. «Sapevo saresti stato tu..»
«No.. mamma» annullai l'illusione che avevo creato attorno a me. Avvicinandomi, con cautela.
«Napoli..»
«..Scusa mamma..»
Una trave si ruppe dietro di me.
«Corri! Esci di qui!..»
Non mi mossi.
«Ma che ti prende! Corri su...»
la abbracciai, iniziando a piangere, non volevo morisse così, me lo aveva chiesto lei ma non ne trovavo di forze per lasciarla.
«..Scusa mamma...»
«...esci di qui..»

Guardavo la casa bruciare, non sentivo più nessuna parte del corpo, nessun suono. Non sentivo Sicilie che mi chiamava, Veneto che strillava perchè si era rotto la caviglia o Vaticano che correva via..
«...mamma..» dissi sottovoce.

𝚏𝚒𝚗𝚎 𝚏𝚕𝚊𝚜𝚑𝚋𝚊𝚌𝚔.

"Mamma..." pensai "..come può un'imperatrice morire così?.. non me ne capacito"
Sospirai, buttando fuori il fumo.
«Napoli! Vieni a lavarti..» sentii mia sorella chiamare.
« Me la faccio più tardi io»
«Eddai Eros..» Disse sardegna «Vie' qua dai. Stiamo tutti assieme»
«...» lo guardai «lavatavi a cennr a guoll, ca ftamm e 'rrust..»
«...Va bene. Nun fa tardi» Sicilie finì, togliendosi le vesti, andando a bagnarsi.
«None..» risposi, sotto voce.
La guardai un'attimo, pareva una Venere, la vita larga assieme ai fianchi grandi. I capelli rossi al vento che finivano nelle acque del fiumiciattolo che avevamo trovato e diventavano affluenti di magma sotto la superfice liquida e fredda.
Non capivo come facesse a farsi vedere nuda con tanta facilità dagli altri, quale autostima la portava a tanto, lei era da sempre piena di confidenza anche quando le altre fanciulle le dicevano che non era così.
Sapeva che era come la pemsava lei, che era bella, una dea.
...
"Lei lo sapeva che era una dea.." realizzai poi, lo sapeva e bene.
E spesso diceva alle mie sorelle
«Ogni donna è bella, anche se ha l'animo nero. La bellezza interna è un' altra. Ma non importa come siete, sicche sicche o chiattulelle, siete bellissime. E se volete cambiare il vostro corpo deve cambiare per voi, non per l'ati.»
Come sarebbe stato bello cambiare il mio corpo.. all'epoca..

𝒫ℴ𝓋: 𝒯ℯ𝓇𝓏𝒶 𝓅ℯ𝓇𝓈ℴ𝓃𝒶

Ma cosa aveva da cambiare? Eros, era uomo ormai, cresciuto, formato.
Un uomo non doveva preoccuparsi certo di questo..

Si alzò, facendosi coraggio, togliendosi le vesti, avrebbe fatto il bagno con i suoi fratelli per la prima volta..
Si immerse, Ecate(Sicilie) lo guardò, sorridendo.
«Fredda?» disse lei.
«Nah..» rispose.
Lei si avvicinò, vedeva il fratello ormai adulto per la prima volta vulnerabile..
Le spalle grandi e scoperte, l'abbronzatura visibile nei punti giusti, le lentiggini che aveva sulle spalle e le guance, i nei e i peli che non ricordava sul corpo di lui.
«..Ma guardati..cresciuto»
«..che intendi?»
«Non facciamo un bagno insieme da anni Napoli..»
«...» abbassò lo sguardo, iniziando a lavarsi il viso, sentendo i peli taglienti che aveva sulle guance, sul mento, che scendevano per il petto fino al sesso coperto dall'acqua.
La donna sospirò abbracciandolo da dietro, appoggiandogli la testa su una spalla.
«Va tutto bene.. ci siamo noi, siamo uniti.. ce la faremo..»
Il fratello appoggiò la testa sulla sua, stringendole le mani.
«L-lo so..»

𝒫ℴ𝓋: ℛℯ𝓰𝓃ℴ 𝒹𝒾 𝒩𝒶𝓅ℴ𝓁𝒾

Dopo qualche settimana arrivammo in un paesino vicino Avellino, era vicino a Napoli, lì mi conoscevano per questo decidemmo di vivere in pace per un po'.
Riuscii a pregare un brav uomo per una casa, gli promisi che sarei riuscito a pagarla anche se non sembrava, mi inginocchiai addirittura.. Giurai forse.
Mia mamma era solita a rimproverarmi se giuravo, soprattutto nel nome del signore e mi facesa stare in preghiera per un ora.
Data questa abitudine, dopo esserci sistemati, andai in chiesa, quella più vicina.
Era accogliente ma un po' fredda, c'era il parroco che si preparava e delle vecchine che facevano il rosario, mi sedetti nel mezzo, tra le panche.
Ero proprio a fianco ad una statua di un Cristo Redentore; mi inginocchiai, il legno scricchiolò sotto le mie gambe e mi misi a pregare con il rosario arrotolato tra le mani.

Passò un ora circa, decisi di ascoltare anche la messa, prima che iniziasse delle donne mi guardarono, con loro c'erano i loro mariti o compagni.
Sussurrarono qualcosa, non capivo bene cosa ma l'eco della chiesa mi portò le parole dritte alle orecchie.
«Pare un Cristo guardalo, tal e qual alla statua..» annuirono, facendo versi di condivisione.
"Un Cristo?" pensai

𝒫ℴ𝓋: 𝓉ℯ𝓇𝓏𝒶 𝓅ℯ𝓇𝓈ℴ𝓃𝒶

Rimase immobile per tutta la durata della messa, sedendosi ed alzandosi solo quando richiesto.
A differenza degli altri non si alzò quando il prete li dismesse, la donna di prima però, si avvicinò a lui insieme al suo uomo e lo squadrò per bene.
Napoli infilò una monetina nelle offerte e girandosi, vide la figura dalle forme morbide e colui che lei si portava a fianco.
«Posso aiutarvi?»
«Vuij siete nuovo, nunn'è o ver?»
«Si, simm arrivat stammatin».
«Siamo?» disse l'uomo.
«Io e la mia famiglia. Siamo otto fratelli, da poco i nostri genitori sono passati a miglior vita.»
«Ah.. condoglianze, signurì» si abbassò il cappello, lui.
«Non si preoccupi.»
Poi intervenne di nuovo la signora.
«E ric nu poc, come ti chiami»
«Eros, Eros Innominato»
«C stran cugnomm nun t'agg maij s'ntut»
«Veniamo da Roma»
«Roma? Azz»
«E parent mij stevn loc, poij ormai ca cummann ij a cas, agg decis e turnà a terra mij..»
«Eh Brav o waglion..» sospirò la donna.
Anche il parroco si avvicino, era vecchio ma non troppo, una barba lunga e dei capelli ormai bianchi.
«Avete visto come è bello questo giovane?»
il mal pelo rimase sorpreso dalle parole dell'uomo di chiesa.
«.. Eh sij Don, è tale e quale alla statua del Cristo»
Napoli si sentiva leggermente imbarazzato, nessuno gli aveva mai detto che era bello, se non gli uomini del bordello quando era più piccolo.
Si scostò un po' i capelli, come simbolo di lusinga, facendo vedere l'orecchino che da una vita portava.
«...We we, vrit loc. Che orecchino, par nu diamant»
«Oh no, signora, è molto meno costoso.. oro e lapislazzulo..»
«Meno costoso? Qua i pittori li rubbano addirittura i lapislazzuli, per farci la pittura.»
«Da dove vengo io non ne importavano affatto»
«...Aij qua si. E assaij»
«Vostra moglie deve essere fortunata, giovanotto» il parroco gli mise un braccio sulla spalla.
«Non ho moglie Don, non intendo sposarmi..bastano i miei fratelli.»
«Ahh, che ragazzo strano che siete..Avete giá un lavoro»
«No.. ma-»
«Perfetto, mi piacerebbe avervi qui nella parrocchia con me, che sapete fare?»
«..Ah..ehm. Cantare.. dipingere.. scrivere un po' tutto..»
«Capisco..» fece una pausa «..Beh allora potresti far finalmente rivivere queste messe. Un coro non lo sento da tempo ormai.»
Napoli si guardò attorno, la signora ed i marito osservavano la statua e poi lui..
«Se proprio volete, Don.. va bene» disse subito, deglutendo per l'imbarazzo.

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Angolo autore

Nuovi pg sbloccati💪...

Achille

🎴~𝔖𝔬 𝔱𝔥𝔦𝔰 𝔦𝔰 𝔩𝔬𝔳𝔢?~🎴{𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛 𝑐ℎ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora