Capitolo 4

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Chiusa nello spogliatoio, scoppio a ridere, una risata sciocca e liberatoria che mi sorprende quasi quanto l'accaduto.  Ancora non ci credo. Ho davvero fermato Nolan. Ho resistito al suo fascino.  Sembra surreale.

Il pensiero di essere desiderata da lui, di aver suscitato in lui un desiderio così palpabile… mi piace. Mi eccita. Mi fa sentire… intensamente viva. 
Un brivido mi percorre la schiena.

Ripenso alla sua bocca sul mio décolleté… un'ondata di calore mi pervade. Non oso neanche immaginare cosa sarebbe capace di fare lì, sulla mia parte intima.
Accidenti a lui! Anche oggi è riuscito a farmi bagnare!

.

Mi cambio velocemente, indossando i soliti jeans e un comodo maglione.
Esco dallo spogliatoio e, come un'automa, passo ancora una volta davanti al suo ufficio.

Sbircio all'interno, un sorriso appena accennato sulle labbra. Ma il sorriso svanisce all'istante.
La rossa è lì, con lui, seduta sulla sua scrivania, le gambe accavallate, ride alle sue battute. 

Nolan si avvicina alla porta, mi vede, e con un gesto rapido e deciso, la chiude, lasciandomi fuori, esclusa da quella scena intima. 

Torno a casa, un'ondata di rabbia che mi pervade. Cazzo! Sono gelosa, terribilmente gelosa. Ogni sera, quella stronza arriva e si fa fottere da lui. 
La invidio, la odio, con una violenza che mi sorprende. 

Il profumo di Nolan, il suo tocco, ancora impressi sulla mia pelle, ora sono contaminati da questo amaro sentimento. Il desiderio si trasforma in frustrazione, in un'insopportabile sensazione di impotenza.

.

Un altro giorno inizia, e stranamente, la notte è stata insonne. L'immagine di Nolan con quella donna mi ha tormentata, impedendomi di riposare. 
La gelosia, un'ospite indesiderata, mi ha tenuta sveglia per ore.

Il capo mi chiama, mi dice di andare nell'ufficio di un certo Duncan.
Un vaso si è rotto, e la terra è sparsa ovunque. 

Mi precipito nell'ufficio e inizio subito a pulire i cocci e la terra. Due uomini si avvicinano e fermano sulla soglia: uno dovrebbe essere Duncan, l'altro è Bentley.

Bentley mi nota, ma fa finta di niente, continuando la conversazione con il collega, il suo sguardo distratto ma attento. Duncan si allontana, lasciando Bentley solo sulla soglia.

Appena ho finito di pulire, Bentley si avvicina, la sua ombra che mi avvolge.
Si schiarisce la voce, un suono che si perde tra le voci dei colleghi.

-Mi dispiace di essere stato sgarbato ieri- Dice, le parole pronunciate con un tono inaspettatamente morbido, quasi un sussurro. 
Inarco le sopracciglia, sorpresa. Quelle parole da lui, non me le sarei mai aspettate. 

Sorrido, un sorriso incerto e appena accennato, evitando il suo sguardo. -Non importa.  -Sussurro a fatica.  -La capisco. Non avrei dovuto toccare quella foto-

-Posso offrirti qualcosa da bere? Dopo il lavoro, naturalmente-
Dice, e la sua proposta mi lascia di stucco. Io e lui, a bere qualcosa dopo il lavoro? Stento a crederci. 

-Va bene-
Riesco a dire, la voce appena un sussurro, ancora sotto shock. Non riesco ad aggiungere altro. Le parole mi restano bloccate in gola. Lui sorride, un sorriso gentile e rassicurante, poi si allontana, lasciandomi sola con la scia di stupore e di un’inaspettata eccitazione.

Sono così felice che il tempo sembra non passare mai. Ogni secondo che mi avvicina alla fine del turno di lavoro è un'eternità.

Sono in mensa con Algar, e persino lui nota il mio insolito buonumore.
-Buone notizie?-
Mi chiede, incuriosito.
Arriccio le labbra in un sorriso enigmatico e guardo verso Bentley, dimenticandomi completamente di rispondere ad Algar.

Anche Bentley sorride, un sorriso appena accennato ma visibile. Per la prima volta, il suo sguardo si posa sul mio per un istante, un attimo fugace ma intenso.
Il mio cuore inizia a battere forte nel petto, un ritmo frenetico che mi fa tremare. Non vedo l'ora di trascorrere un po' di tempo con lui, di scoprire cosa succederà. 

Nolan mi passa davanti, con la rossa.
Il suo sorriso è beffardo, quasi provocatorio. Mi irrita profondamente vederli insieme, la loro intimità mi punge come una spina nel fianco. 
Fortunatamente, stasera ho un appuntamento con Bentley.

-Alyce-
Mi chiama Algar, la voce un po seccata.
Mi volto, e lo guardo. 
-Sì?-
Gli chiedo, ma noto subito che qualcosa non va. Sembra arrabbiato, l'espressione cupa e tesa.
-Ti avevo chiesto…-  Inizia, poi si ferma, le parole gli muoiono sulle labbra.  -No. Niente-  Dice infine, prendendo il suo vassoio e allontanandosi con passo deciso, lasciandomi con una spiacevole sensazione di incertezza.

.

La giornata di lavoro volge al termine. Raggiungo lo spogliatoio, e mi cambio velocemente. Esco indossando i miei soliti jeans e un maglione. 
Forse dovrei iniziare a vestirmi in modo più sexy, anche solo per venire al lavoro… l'idea di incontrare Bentley, elegante e raffinato, vestita così mi mette un po’ a disagio.

Lascio lo spogliatoio e passo davanti all'ufficio di Nolan. È vuoto. Sarà con la sua rossa.

Non so dove aspettare Bentley: vicino alla porta del suo ufficio, oppure al piano di sotto, vicino all'uscita? Opto per la seconda soluzione.

Mi siedo al piano terra, un nodo di eccitazione nello stomaco. Non vedo l'ora di incontrarlo. 
Ma all'improvviso, vedo Algar. Sembra strano, si tiene la pancia, il viso contratto dal dolore. Si avvicina a me, barcollando leggermente.

-Alyce… aiutami… non mi sento bene- Dice, la voce debole e sofferente. 
-Cosa posso fare?-
Chiedo, preoccupata nel vederlo piegarsi dal dolore.
-Portami al pronto soccorso, ti prego- Sussurra, la voce appena udibile.

Accidenti! Se porto Algar al pronto soccorso, come faccio ad avvisare Bentley? Come gli spiego che non potrò andare a bere qualcosa con lui? 
Proprio oggi, di tutte le giornate! 

-Alyce… ti prego…-
La supplica di Algar mi giunge flebile, ma piena di sofferenza.
Raggiungo il garage con lui, aiutandolo a salire in macchina. La corsa verso l'ospedale più vicino sembra infinita, un'eternità di strade e semafori. Mezz'ora di angoscia e preoccupazione prima di arrivare.

Lo accompagno fino all'ambulatorio, poi lo vedo sparire dietro una porta con
un dottore.
Vorrei andarmene. Ma decido di restare.

Aspetto, e l'attesa si fa pesante, dura più di un'ora. Algar non torna. Sono stanca, esausta, e un senso di frustrazione mi assale. Non so cosa fare, il mio programma con Bentley è saltato, e l'incertezza sullo stato di salute di Algar mi tormenta.

Dopo un'altra ora, finalmente Algar spunta dalla porta e mi viene incontro, un sorriso di sollievo sul viso.

-Tranquilla, era solo un'indigestione-
Dice, alleggerendo la tensione che mi stringeva. La sua indigestione, però, mi ha rovinato la serata con Bentley. 

Lo accompagno al parcheggio, aiutandolo a raggiungere la sua macchina. Non smette di ringraziarmi, le sue parole sincere e piene di gratitudine.

-Sono in debito con te, grazie-
Dice prima di partire. Sospiro, e provo un'ondata di delusione. 
Torno all'ingresso della compagnia, un barlume di speranza nel cuore. Magari Bentley è ancora lì, o nel suo ufficio.

Che stupida! Perché avrebbe dovuto aspettarmi per più di due ore? 
Infatti, non c'è. 
Torno al garage, salgo in macchina, e torno a casa con l'amaro in bocca. 
Che serata sfortunata. Che delusione.

.

È giovedì mattina, e il mio primo weekend libero dal lavoro è alle porte.  Stranamente, mi dispiace. Mi piace lavorare alla compagnia, mi diverte, soprattutto ora che ho conosciuto Nolan e Bentley. 

Percorro il solito corridoio, gli uffici si susseguono uno dopo l'altro, fino a quello di Bentley. Mi fermo davanti alla sua porta, un'ondata di desiderio di scusarmi e di dargli delle spiegazioni mi invade.  Devo trovare il coraggio di parlare con lui.

...

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