Capitolo 3

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Algar mi accompagna fino alla mia macchina, nel parcheggio semideserto e silenzioso.  Il crepitio di qualche foglia secca sotto i nostri piedi è l'unico suono che rompe il silenzio della notte.
-Ci sono parecchi malintenzionati da queste parti. Meglio se ti accompagno. È più sicuro-
Dice, la sua voce bassa e protettiva.
-I malintenzionati sono un po' ovunque- Replico, cercando di sembrare tranquilla e disinvolta. -Comunque, ti ringrazio per avermi scortata fino alla macchina-

Prima che io possa allontanarmi, Algar mi afferra un braccio, i suoi occhi bloccati sui miei. 
-Stai attenta a Taylor-  Dice, con un'espressione che mescola preoccupazione e avvertimento. La sua voce è calma, ma le parole sono decise. -È uno che cerca solo divertimento facile, senza impegno. E purtroppo, in quella compagnia, è pieno di uomini come lui.
Ti consiglio di starci alla larga-
La sua serietà è palpabile, e capisco che la rabbia che aveva mostrato prima verso Nolan nasceva proprio da questo: l'intolleranza verso chi tratta le donne con superficialità e come meri oggetti di divertimento.

Sorrido, un sorriso sottile e un po' forzato, cercando di mascherare l'ironia e la leggera irritazione che provo. Le sue parole, pur benintenzionate, mi sembrano eccessive, quasi paranoiche. Se dovessi seguire alla lettera i suoi consigli, rimarrei single a vita. 
-Grazie per la dritta-
Dico, la voce piatta e distaccata. Il tono, più che un ringraziamento, è una cortese presa d'atto, una chiusura definitiva della conversazione.

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La chiave gira nella toppa, e finalmente sono a casa. Mi lascio cadere sul divano per un attimo, prima di dirigermi verso il bagno. Accendo la luce, e l'atmosfera calda e ovattata mi avvolge. 
Riempio la vasca con acqua bollente, aggiungendo sali da bagno profumati alla lavanda. L'acqua calda mi avvolge come un abbraccio, sciogliendo la tensione accumulata durante la giornata. 

Chiudo gli occhi, e rivedo Nolan nella mia mente. Devo ammetterlo, aveva ragione. Ero bagnata. Accidenti a me! 
Prima di questo lavoro, la mia vita era un vortice di turni al fast-food, mattina e sera, sette giorni su sette. 
Non avevo tempo per niente da dedicare a me stessa e alla mia vita privata, completamente assorbita dal lavoro.
Figuriamoci per cercare un fidanzato!
Tre anni. Tre lunghi anni di solitudine.

Ora basta! Ho bisogno di svago, di divertimento di sentire di nuovo il contatto fisico, la vicinanza di un uomo. Se poi, da un semplice incontro sessuale, dovesse nascere qualcosa di più... ben venga. Per ora, però, Nolan è quello giusto per un po' di sano piacere.

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Il mattino successivo, mi immergo subito nel lavoro. La mia prima missione è riordinare l'ufficio di Bentley, assente per una causa. 
Mentre pulisco, noto la meticolosa pulizia e l'ordine impeccabile che regnano nel suo ufficio. Ogni cosa è al suo posto, ogni documento accuratamente archiviato.  Sulla scrivania, tra i fogli e le penne, spicca una cornice argentata. Al suo interno, la foto di un bambino, forse di tre anni, con grandi occhi scuri e un sorriso smagliante. I suoi capelli sono biondi e ricci, e indossa una maglietta a righe.  Un'immagine così tenera e piena di vita, in netto contrasto con la freddezza professionale dell'ufficio. 

Prendo la cornice tra le mani, ammirando la bellezza del bambino ritratto nella foto più da vicino. È davvero adorabile. 

Un attimo dopo, la cornice mi viene strappata dalle dita. Il respiro caldo di Bentley mi sfiora il collo. 

-Abbiamo un'impicciona qui dentro-
Dice, la voce fredda e tagliente.
Sgrano gli occhi, irrigidisco, sorpresa dall'improvvisa apparizione e dalla sua durezza. Poi, faccio un respiro profondo. So di non aver fatto nulla di male. Mi volto verso di lui.

-La stavo solo guardando-
Dico, cercando di mantenere la calma.  -Non sei qui per guardare. E ora esci- Ribatte, la voce ancora più alta e severa.  La sua autorità è indiscutibile, e nonostante io sappia di essere innocente, riesco a sentire un senso di colpa. 

-Avvocati Sexy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora