CAPITOLO 10 - Evan

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Mi fermo in uno spiazzo buio, in modo che le luci dei lampioni non intralcino la vista di questa notte limpida, perfetta.

Sapevo che Emily mi era mancata, ma, cazzo, quando prima ha aperto la portiera e l'ho vista, per poco non mi è schizzato fuori il cuore dal petto.

Finalmente sono di nuovo con lei.

«Ti va di uscire o hai freddo, Em?» Le chiedo dolcemente. Lei che ancora non ha detto una parola.

Il desiderio di sedermi sul cofano e stringerla al mio petto è gigantesco, ma non voglio che congeli a causa mia. Se solo fossimo in Florida, maledizione...

«Usciamo.» Risponde con un timido sorriso, e subito la vedo aprire la portiera.

Mi affretto a fare lo stesso, raggiungendo la parte anteriore della Mustang, e mi sollevo sul cofano. Poi porgo a Emily la mano, che sta ferma in piedi di fronte a me.

«Vieni qui.» Le dico piano, la voce che mi esce più roca di quanto dovrebbe.

Con il mio aiuto, si tira su, scivolando di schiena verso di me.

L'attiro saldamente contro il mio petto, fra le mie gambe divaricate, e l'avvolgo tra le mie braccia, tenendola al caldo nel mio giaccone.

Emily lascia cadere indietro la testa sulla mia spalla e io ne approfitto, annusandole i capelli. Pesca.

Mentre ero in Florida ho mangiato solo panini, e pesche!

Le do un dolce bacio sulla sua bella chioma castana. Dio solo sa quanto mi era mancata.

Lei rivolge lo sguardo verso l'alto, perdendosi in quel pozzo infinito di stelle, e io colgo l'attimo, sussurrandole all'orecchio con voce tremante: «Mi sei mancata da morire, Em.»

Ho paura della sua reazione. Ho paura di non esserle mancato allo stesso modo.

Emily stringe la presa intorno alle mie braccia e mi risponde in un sussurro quasi impercettibile. «Anche tu, Evan.»

Le sue parole mi scaldano come una delicata folata d'aria mite, in questa notte fredda. E fanno volare via tutti i miei timori.

La mia vita è un gran casino e per la maggior parte del tempo annego nell'incertezza. Ma c'è una cosa di cui non ho il minimo dubbio.

Voglio stare con lei.

D'istinto, la stringo un po' più forte, e poi comincio a raccontare. «Si dice che la galassia più grande, a noi conosciuta, sia composta da oltre centomila miliardi di stelle. Ti immagini poterle vedere tutte, Em?»

Per un attimo lei non dice nulla. Poi si sistema meglio sulla mia spalla. La sento rilassarsi, come se avesse finalmente capito di trovarsi nell'unico posto dove dovrebbe sempre stare, tra le mie braccia.

«Come fai a sapere tutte queste cose, Evan?»

E credo che anch'io mi senta così, finalmente insieme all'unica ragazza con cui so di voler condividere tutto. Anche se ancora non sono pronto.

Quasi non mi accorgo della domanda che Emily mi fa.

Immetto un'abbondante quantità d'aria fredda nei polmoni e le rispondo. Il cuore che batte un po' distorto.

«Mia sorella Shannon mi ha trasmesso la sua passione.» Sorrido senza nemmeno rendermene conto, mentre proseguo. «Anche se la chiamerei più un'ossessione quella che le è venuta. Ne parlava persino a colazione. Il mio cervello era ancora disconnesso e implorava soltanto caffeina, ma lei discorreva come se fosse ad un simposio e io fossi il suo grande pubblico.» Quando termino, ho ancora il sorriso sulle labbra. Per la prima volta da quando l'ho persa, parlare di lei non fa così male.

SUPERNOVA - SCONTRO TRA STELLE BINARIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora