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Natsuo amava mangiare...

Più volte si era ritrovato a portarsi dei vassoi enormi in camera, quando Endevor era a casa, e rimpizzarsi con ogni ben di dio che i cuochi avevano preparato..

C'erano gli arrosti, le patate, contorni sempre vari, alla ciotola doppia di riso, e soprattutto una delle cuoche aveva sempre cura di dargli un piccolo pezzo di dolce...

E Natsuo mangiava tutto per quanto il senso di colpa, ed il disgusto, molto spesso facevano da insaporitori a quelle cene in solitaria che a volte si propagavano fino a tarda notte.

Mangiava per riempire il vuoto che sentiva dentro...

Mangiava per non pensare ai suoi fratelli e spesso e volentieri mangiava anche, e soprattutto, fingendo che il rumore della sua mandibola riuscisse a coprire le urla che facevano sempre da dolce in quella casa...

All'inizio erano solo le urla di sua madre attutite dalle pareti troppo sottili...

Poi iniziarono ad essere quelle di Touya che, chiuso in palestra, urlava di dolore e di rabbia...notte dopo notte...

C'erano le urla soffocate sul cuscino di Fuyumi, la sua sorellina che si fingeva sempre troppo forte, e c'erano anche le sue che sfogava sotto la doccia cercando di diventare il più piccolo possibile e quasi invisibile...

Ma quando arrivarono le ultime....

Quando arrivarono le urla di Shouto, che troppo piccolo persino per parlare bene chiamava comunque il nome dei suoi fratelli per salvarlo, Natsuo si rinchiuse sempre di più nella sua stanza continuando a mangiare ed a premersi il cuscino sulle orecchie...

Si ...

Natsuo amava mangiare ma in vita sua, dacché ne avesse ricordo ,non aveva mai mangiato contornato da sorrisi e da voci gentili...

Non aveva mai avuto una mamma che come Inko, nonostante le sue proteste di essere già abbastanza grande per farlo da solo, gli tagliasse comunque la carne a pezzi più piccoli e gli riempisse di continuo il piatto...

Non aveva mai avuto il lusso di avere Shouto al suo fianco, con quegli occhi bicolori che a malapena ricordava, come aveva avuto Izuku per tutto il tempo della cena di quella sera...

Non aveva mai avuto la tentazione di sorridere, ancora ed ancora ed ancora, né tantomeno si era mai permesso di allontanare il piatto perché era finalmente pieno...

No...

Natsuo non aveva mai avuto nulla di tutto ciò e ci ripensò quando ancora con il sole che a malapena spariva all'orizzonte, e la leggera frescura serale che prendeva il posto della calura estiva, si riavviava a piedi verso il suo inferno personale lasciandosi per la prima volta dietro la schiena ciò che gli era sembrato più simile al paradiso...

Ci pensò ancora ed ancora mentre sentiva gli ultimi schiamazzi dei bambini al parco...

Ci ripensò mentre saliva sull'autobus e persino quando, con la testa tra le nuvole, quasi non venne investito dalla berlina nera di Endevor che, come al solito, non lo aveva nemmeno visto...

Ci pensò entrando nella sua stanza in silenzio, sorreggendosi lo stomaco e guardando quasi disgustato il vassoio che lo attendeva in camera, e ci pensò infilandosi le cuffie ed ignorando le ennesime urla...

Conscio, forse per la prima volta, che esistesse una realtà diversa dalla sua in quel mondo...

Anche se lui non ne faceva parte....

La musica iniziò a risuonare nelle cuffie alta e dura, come piaceva a lui, e l'albino prese fuori il PC portatile per iniziare a giocare all'ennesimo sparatutto e cercare di estraniarsi da quella dimensione.

Ma quando la barra di Google apparve sullo schermo, per il login, le dita affusolate cominciarono a digitare i tasti senza nemmeno accorgersene

Deku

Inflessione dispregiativa per definire qualcuno senza spina dorsale.

Un fantoccio.

Un pupazzo.

Una marionetta.

Lo schermo del computer venne chiuso, con uno scatto, e Natsuo lo posò sul comodino sdraiandosi subito dopo sul letto ed iniziando a fissare il soffitto...

Continuando ad ignorare quelle urla e cercando di ignorare anche le lacrime negli occhi di quel bambino...

Ma addormentandosi comunque con ancora quel verde, pieno di rugiada, nella testa

L'amore si muove  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora