Black age- l'era degli Dei e degli eroi

Prologo

Orfeo amava la sua Euridice, l'amava a tal punto da attraversare il rovente regno del Dio più oscuro e temuto dagli esseri umani, Ade, colui che degli inferi n'è il sovrano. Orfeo era solo un uomo al cospetto di due Dei, sì, perché al fianco del dio della morte vi era la sua dea, la sua regina amata, Persefone, colei che ebbe pietà dello sfortunato amante che, a causa di un semi dio, Aristeo, perse la sua amata Euridice, una ninfa dalla bellezza eterea e che ormai vagava nell'Elisio, il regno di Persefone dove la morte è gloria, dove riposano coloro che sono degni d'essere ricordati, come gli eroi di guerra, i figli mortali degli dei e quegli uomini e quelle donne che hanno vissuto venerando i loro protettori.

Orfeo non chiedeva nient'altro che riavere indietro colei che aveva amato più d'ogni altra cosa al mondo, voleva solo un'altra occasione e Ade, mosso da un barlume di compassione glielo concesse alla sola e unica condizione di non voltarsi mai indietro mentre avrebbe percorso il suo regno, poiché si sarebbe dovuto fidare della promessa di un dio. Ma l'uomo, di natura debole si voltò, perdendo così l'unica possibilità di riavere indietro la sua vita e tutto ciò che aveva amato.

La storia di Orfeo e Euridice verrà poi cantata e narrata per secoli da poeti guidati dalla mano di Apollo il quale celera una verità mai raccontata poiché strappata dalle memorie umane dall'ira degli déi elevati all'Olimpo e delle moire, poiché beffati da un inganno in grado di distruggere l'ordine inviolabile delle moire tra vita, morte e fato.

"Ti ritroverò, in qualsiasi altra vita"

Furono le ultime parole di Orfeo prima di lasciare gli inferi, tali parole furono ascoltate e da esse nacquero il caos e la guerra che non si sarebbe combattuta senza la progenie del dio della morte.