cap. 16- "Alex si racconta"

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"Alex parlaci un pò di te" mi chiese una persona in giro, mentre cercavo di andare via dalla libreria dove avevo fatto un mini incontro
"io?" chiesi ridendo
"si parlaci un pò di te, della tua persona"
"penso si sia capito come sono"
"è per un blog su di te" mi chiese la signorina porgendomi il mini microfono
"Ale dobbiamo andare" disse Giacomo
"aspetta due minuti...che cosa dovrei dire di me"
"parlaci del tuo passato, delle guerre personali, come aiutare le persone nella tua situazione"
"non so di che situazione state parlando"
"beh si sa che hai avuto I tuoi problemini in casetta"
"mh...beh non ho niente da dire arrivederci"
"lo sappiamo tutti che ti tagli!" urlò facendo calare il silenzio "non serve che lo nascondi" mi prese violentemente il polso che strattonai "diavolo ma sei pazza?"
"e vai a picchiare la gente in stazione, pensi che non ti abbiamo visto quella sera??"
"Alex andiamo"
"no" dissi "non sapete un cazzo, fatevi i cazzi vostri"
"emo del cazzo" rise e io mi bloccai "non sai nemmeno parlare di te dalla paura che hai"

Alex controllati

"non sai interagire con la gente senza sentirti fuori luogo"

Alex...

"non sai-"
"chiudi quella cazzo di bocca!" esplosi
"che c'è, ho toccato il tasto debole?"
"vai all'inferno"
"pure arrogante? bah"
"Alex andiamo" mi prese per la giacca Giacomo

se hai bisogno chiamami eh
si....grazie
grazie a te.


ero in difficoltà.

"Alex ti ho sentito parlare di là con Maria" disse Luigi serio "tutto ok?"
"mhmh" dondolai la testa continuando a mangiarmi le unghie e a spellarmi le pellicine "tutto apposto"
"come mai quella voce?"
"nulla, tutto bene"
"che ti succede"
"niente Luigi, va tutto bene sono solo stanco" mi alzai dalla sedia e andai in bagno, chiusi la porta a chiave e sospirai.
accesi l'acqua della doccia così che nessuno poteva disturbarmi e mi sedetti sul pavimento.
improvvisamente una lacrima scese, seguita da un'altra e un'altra ancora.
non mi piace parlare di me, vado in panico.
perché non mi piace quel lato di me.
io voglio essere Alex, non Alessandro.

"Ale c'è luna al telefono"
"arrivo, due secondi che mi vesti" menti, buttandomi dell'acqua tra i capelli per renderli umidi
"uela stasera si va di ricci"
"dopo li sistemo lasciali perdere" risi prendendo il telefono in mano
"oia"
"ciao bimbooo come stai?"
"così è così"
"vuoi parlarne?"
"no tranquilla"
"ho visto il daytime...eri fragile"
"lo so"
"è per quello?" sospirai
"amo adesso voglio solo parlare un pò con te e distrarmi"
"va bene...."

[...]

"oi Ale ho preparato il pranzo"
"non mangio oggi" dissi chiudendo la porta della casa andando in camera da letto a cambiarmi
"tutto ok?"
"si tutto bene ma non mangio, mi faccio una doccia" dissi guardandola in faccia lasciandole un bacio a stampo
"sicuro di stare bene?"
"si bimba tutto ok"
"va bene...se vuoi c'è la pasta al forno"
"ora no, poi vedo grazie ti amo"
"ti amo anch'io"
mi chiusi in bagno, accesi l'acqua e tagliai a fondo.
azione ripetuta.
tagliai a fondo.
tagliai a fondo.
tagliai a fondo.
di nuovo?
tagliai a fondo.

"che cazzo ho fatto" dissi osservando l'interno braccia.
un lago di sangue.
cercai un cerotto di quelli grandi e lo misi sopra, disinfettando tutto
"cazzo!" urlai sferrando un pugno sul vetro dello specchio, rompendolo in 400 pezzi.
"Ale ti sei fatto male?" sentii la sua voce allarmata fuori
"ho spaccato il vetro" dissi aprendo la porta "sta attenta ai piedi"
"e nel braccio?"
"lascia perdere"
"Alessandro?"
"non chiamarmi così"
"ma ti ho sempre chiamato così"
"chiamami Alex"
"che cazzo hai fatto al braccio"
"mi sono tagliato"
"volontariamente?"
"si" dissi cercando la scopa e la paletta
"perché?"
"perché ne sentivo il bisogno"
"Alessandro ma sei serio?"
"si"
"fermati un attimo"
"fammi pulire il vetro"
"fermati e guardami" mi prese il viso tra le mani "che succede" la guardai con i lacrimoni "ei bimbo che è successo"
"fammi pulire il vetro, ti prego...o mi sento in colpa di più" dissi con la voce tremante
"non me ne frega un cazzo del vetro bimbo, mi importa che io di vetro interiore non si frantumi"
"è già rotto"
"io allora sarò l'attack"
"il vetro non si aggiusta"
"si se fuso con altro vetro"
"smettila con le tue metafore" abbozzai una risata
"sono una metafora in persona io lo sai bene"
"fammi pulire il vetro adesso"
"no. tu ora ti sdrai nel letto, faccio io.
ne riparliamo dopo"
"non voglio parlarne"
"oh con me non vai da nessuna parte senza parlarmi
sorrisi andando a sdraiarmi nel letto come detto dal mini caporale.

"dimmi tutto"
"nulla da dire"
"bimbo"
"ok scusa per il vetro poi te lo ricompro...e poi mi sono passati in mente dei ricordi"
"che ricordi?"
"delle medie e delle superiori"
"ne vuoi parlare?"
"no tranquilla...è successa una cosa oggi con una e mi sono tornati quei ricordi"
"presumo brutti"
"mh già..."
"non me ne hai mai parlato"
"non direttamente"
"quando vuoi sai che ci sono"
"sisi"

se hai bisogno chiamami
sisi...

Bari

"è finito anche questo viaggio.
e vorrei finirlo nel miglior modo possibile.
vorrei invitare qui sul palco un mio grande amico e mi ha sempre sostenuto sin da Amici.
ma prima....

questo vecchio cortile che
mi ricorda qualcosa...."

[...]

"dai ora che dite, cantiamo la nostra canzone per voi?" chiese Ermal al pubblico e poco dopo partì la colonna sonora con il mio arrangio.

Alex non fare sforzi.

stavo per finire e improvvisamente sentii una fitta al polmone.
mi accasciai su me stesso trattenendo un attimo il fiato, immediatamente tutti si preoccuparono.

"t'apposto" dissi ad Ermal "le costole a volte lo fanno"

"è vivo" disse Giacomo al microfono facendo ridere tutti, mi alzai e andai a bere un pò d'acqua

"non smettete mai di credere nei vostri sogni"

[...]

SPAZIO AUTRICE

buonasera personcine, ecco a voi il capitolo semi finito e molto più corto del solito.
ma ho una notizia da darvi.
(nel prossimo capitolo)
buona lettura🤍
(non odiatemi vi voglio bene)

la mia canzone per te-Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora