3 ‐ Non è un addio

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Andrea non risponde subito e io abbasso lo sguardo, immaginando già cosa mi dirà, ma appena lo nota mi riprende tra le sue braccia.
- Devo controllare con il mio manager e sentire i miei, ma se non ci sono problemi, verrò sicuramente.
Gli sorrido anche io e mi allontano da lui solo il tempo di guardarlo negli occhi per confermare le sue parole. Sta facendo crollare tutti i muri che avevo costruito intorno a noi. Questa cosa mi agita dentro, ma non glielo dico.

- Ora, però, prepara tu la valigia che ce andiamo un paio di giorni nella mia città!

Me lo chiede con insistenza, come se andare lì fosse una necessità che ha bisogno di condividere con me.

Non ho motivi per dirgli no, ma la mia conferma lo elettrizza comunque.
‐ Non vedo l'ora di farti vedere dove sono cresciuto!
Senza dire altro ci affrettiamo a prepararci, prenotiamo il primo treno che troviamo in serata e partiamo per Genova.

La pasta col pesto, il rumore del mare che spesso lo ispira, i centri sociali dove il padre lo accompagnava quando era ancora minorenne, i luoghi solitari all'apparenza, ma pieni di vita se ti fermi a osservare...

I due giorni trascorsi lì sono stati intensi e, a tratti, mi è sembrato di conoscere una parte di lui che, seppure non nasconde volontariamente, non mostra a tutti.

Ho capito perché ha insistito per andarci prima di partire. Sarà sempre la città che considera davvero casa e di questi due giorni porterò con me il ricordo del suo sorriso timido, quando gli ho preso la mano per camminnare a piedi scalzi in riva al mare.

Per fortuna nessuno ci ha visto o lo ha riconosciuto, ma mentre intrecciava le sua dita alle mie, mi ha confidato una cosa.
- Non ci sono ancora abituato...
‐ A cosa? - Inizialmente non capisco.
‐ A te che cerchi sempre il mio contatto, qualche volta non mi sembra ancora vero.
‐ È per questo che non mi baci mai? Non mi sposto, promesso!

E così lo fa, ed è stato un bacio diverso, al tramonto, con il sapore di sale e una nuova consapevolezza di entrambi.

Il ritorno a Milano è stato tranquillo, mi sono addormentata con la testa sulla sua spalla.
Con gli occhi socchiusi, prima di perdere completamente il contatto con la realtà, l'ho visto scrivere qualcosa sulla sua agenda, mentre canticchiava.
Dopo avermi riaccompagnato a casa e prenotato un taxi per tornare alla sua, Andrea mi ha informato che l'indomani avrebbe chiesto al suo manager di parlare per comunicargli la sua decisione di venire con me a Los Angeles.

- A domani! - Lo bacio per un'ultima volta, chiudo la porta per andare a cambiarmi e mi dirigo a letto sovraffatta dalla stanchezza.

La mattina successiva mi sveglio presto per iniziare a prepararmi per la partenza che sarebbe avvenuta dopo quattro giorni. Il tempo vola e non mi rendo conto che sono passate già tre ore quando sento la suoneria del cellulare informarmi dell'arrivo di un messaggio.
È Andrea.

‐ Vieni da me?

Non ha aggiunto altro e questa cosa non mi sembra un buon segno. Andrea non è mai così criptico e infatti quando arrivo da lui e mi apre la porta, è di pessimo umore con la testa chinata verso il basso.

‐ Che succede? - Gli appoggio una mano sotto il mento per alzargli il viso e incrociare il suo sguardo mentre lui sospira.

‐ Succede che forse avevi ragione, che praticamente non ho controllo sulla direzione della mia vita al momento e che ho capito perché avevi paura ad avvicinarti a me...

Le sue parole iniziano a preoccuparmi?

‐ Cioè?
‐ Non posso partire con te ‐ La sua voce trema mentre me lo dice - Non questa settimana. Mi hanno confermato l'intenzione di candidarci a Sanremo e devo lavorare sulle ultime correzioni. La scadenza per presentare il nostro brano è troppo vicina per rimandare dieci giorni di lavoro. Mi dispiace tantissimo! Lo so cosa mi hai detto e non so cosa fare. Non voglio far finire tutto tra di noi ancora prima di farlo iniziare, ma ho le mani legate.

Rilascio un respiro che non sapevo nemmeno di stare trattenendo e lo abbraccio.

‐ Mi hai fatto spaventare! Ho pensato di tutto in questi secondi...
Sanremo... È una notizia bellissima! E sono certa che questa volta riuscirai a partecipare.

Nonostante io cerchi di convincerlo che va tutto bene, ha capito che sto evitando la conversazione che gli preme di più, ma non so cosa dirgli...
‐ Tra di noi finisce tutto quando parti, vero?

‐ Non lo so. ‐ Gli rispondo con sincerità. - Tra i nostri impegni e il fuso orario, sarà difficile sentirci constantemente e non so nemmeno quando riuscirò a tornare in Italia la prossima volta. Ma non roviniamo tutto ora. Quello che ti sta succedendo è bellissimo e te lo meriti.

‐ Potrei venire il mese prossimo... giusto il tempo di essere certo che sia tutto ok per Sanremo. Poi, non so nemmeno se mi prenderanno, figurati tra tutti i big in circolazione...

‐ Basta con questo pessimismo! Ti prenderanno, ne sono sicura!
Purtroppo il mese prossimo sarò sempre in viaggio e non vorrei farti venire per poi lasciarti solo. Non avrebbe senso! Ma facciamo così, non decidiamo nulla adesso... prendiamo le cose come andranno giorno per giorno, anche quando saremo lontani.

La mia proposta lo fa tornare di buon umore e, nonostante i suoi impegni, nei giorni successivi riesce a trascorrere tanto tempo con me fino alla mia partenza, quando mi accompagna al controllo di sicurezza in aereoporto per salutarmi a modo suo.

Anche se abbiamo deciso di non farla finire, siamo consapevoli delle difficoltà che ci sarebbero state e quando le nostre labbra si toccano per l'ultima volta, avverto un addio dentro il suo bacio.

Solo 5 Minuti - Alfa (La versione di Mia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora