17 ‐ Epilogo

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Siamo tornati in Italia da qualche mese. Al nostro arrivo, abbiamo deciso di convivere a casa mia, anche avendo mantenuto quella di Andrea, come a Los Angeles, in caso gli servisse un posto tranquillo per lavorare.

Il mio appartamento è pieno di vita da quando siamo tornati insieme: le sue chitarre, le sue magliette, ma sopratutto amo la sua voce che riempie ogni angolo della casa, ad ogni ora del giorno e della notte.

Proprio ora lo sento cantare dal salotto, mentre sto preparando un caffè in cucina.

Il progetto che sto seguendo a Milano si è rivelato molto più interessante di quello che pensassi e la prospettiva di rimanere per più tempo in Italia ora è realtà, senza rinunce da parte di entrambi.

Tra i nuovi colleghi, mi sono trovata subito bene e ho legato con una ragazza in particolare, Daniela. Trascorriamo tanto tempo insieme anche fuori dall'ufficio ed è l'unica persona, a parte Alex, che riesce a farmi ragionare nel delirio del successo che continua a crescere intorno ad Andrea.

Mentre sono assorta nei miei pensieri, non lo sento smettere di suonare e venire in cucina. Mi abbraccia da dietro e mi bacia una guancia.
Sussulto per un istante, ma poi mi lascio cullare, contraccambiamo il gesto.

‐ Stavo pensando... Abbiamo ancora un piccolo problema ‐  Le parole di Andrea mi mettono in allarme. Nonostante siano state dette con leggerezza, non capisco se sta scherzando o meno.
‐ Che succede?
‐ Dicevo, stavo pensando che secondo la mia teoria nel nome, noi non dovremmo funzionare insieme, eppure eccoci qua, dopo quella delle olive, ne abbiamo sfatata un'altra.

Faccio un sospiro di sollievo e gli rispondo, mentre il caffè inizia a uscire dalla moka.

‐ In realtà le olive le ho mangiate alla fine... E anche in questo caso, Mia è solo il mio secondo nome, non penso di avertelo mai detto. Con il mio primo nome siamo al sicuro.

Mi giro per mettere il caffè nelle tazzine e noto la sua espressione meravigliata.

‐ No, non me lo hai mai detto. Qual è il tuo primo nome?

‐ Non penso ti piaccia. Non ha mai fatto impazzire nemmeno a me, per questo ho deciso di usare l'altro.
‐ E quale sarebbe questo nome che non ci piace?
‐ Francesca.

Lo dico e mi fermo con espressione seria davanti alla sua incredulità. Dopo qualche secondo però, non resisto. Scoppio a ridere senza sosta.

‐ Ci hai creduto... Sto scherzando! Il mio vero nome è Maria, come mia nonna, ma in famiglia mi hanno sempre chiamato Mia. Quindi anche la tua teoria è confermata.

‐ Non sei affatto spiritosa...
Prova a mettere il broncio, ma non ci riesce, vedo un mezzo sorriso partire dall'angolo destro della sua bocca.

All'improvviso la suoneria del mio telefono riempie la stanza. È Alex. Da quando siamo partiti, continuiamo a sentirci regolarmente. La sua storia con Miriam continua a gonfie vele e per capodanno hanno deciso di venire a trovarci in Italia. Andrea suonerà in un evento importante in piazza e poi prenderemo qualche giorno di ferie per stare tutti insieme.
La settimana scorsa, ho sentito anche Liam per un'ultima chiusura. Mi ha detto che sta bene, che sta lavorando alla sua nuova idea e che è felice per me. Mi è sembrato sincero e le sue parole mi hanno allegerito il cuore.

Dopo aver terminato la chiamata con Alex, Andrea cambia di nuovo espressione e mi fa una domanda che mi prende contropiede.

‐ E se tutto questo finisse all'improvviso? I miei concerti, il mio successo... Tutto. Qualche volta ho davvero paura che senza la mia musica, non saprei che fare della mia vita. A parte te, non ho niente.

- Come mai questi pensieri tristi?

Gli metto le braccia al collo e lo bacio a fior di labbra.

- Non sono una novità, ma se prima li tenevo dentro, ora so di poterli condividere con te, senza paura.

La sua ammissione mi intenerisce.

‐ Non penso che tutto finirà domani, ma se dovesse succedere, comunque saresti la bella persona che sei davvero e che mi ha fatto innamorare. La musica fa parte di te e non ti abbandonerà mai.
Lo so che è difficile, ma non preoccupiamoci di questo ora, non possiamo farci nulla.

Dopo aver sentito le mia parole, Andrea si rilassa visibilmente e mi stringe più forte, per poi fissarmi senza parlare. Ormai non ho più bisogno delle parole per capire quello che prova in questi momenti.

Sono felice e ogni volta che il suo sguardo incrocia il mio, per me è come se il tempo si fermasse e tutto tornasse ai quei 5 minuti.

Solo 5 minuti.

Solo 5 Minuti - Alfa (La versione di Mia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora