Capitolo 24 il vento

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Quella sera jaden dormi con me, sapeva che stavo male e sapeva come aiutarmi, quindi prima di addormentarmi lui mi portò il pupazzo di mamma e una felpa, sapeva che le felpe mi facevano sentire coccolata e i peluche mi facevano sentire al sicuro, dopo avermi portato tutto ci misimo giù o almeno per poco 

t/n: jad

jad: si?

aveva la voce stanca 

t/n: non so se ce la farò 

jad: tu ce la farai, sei forte 

a quel punto mi girai verso di lui, appena mi girai vidi i suoi occhi che mi guardavano assonati ma allo stesso tempo in guardia pronto a rispondermi 

t/n: e se non ce la faccio, se non riesco più a fare quello che facevo prima, e se. . . 

jaden mi fece tacere dandomi un bacio, rimasi bloccata a guardarlo 

jad: guardami, ti conosco da sempre da quando eravamo piccoli, sei sempre stata la ragazza più sorridente e spensierata che io abbia mai conosciuto, sei una delle persone più fantastiche che conosca, so che è dura ma sei forte non puoi tare tutta la vita qui é da 2 settimane che sei qui e ora di tornare la fuori, ok piccola?
li la domanda usci spontanea 

t/n: cosa siamo 

jad: e?

t/n: cosa siamo noi due, voglio solo capirlo 

jad: non lo so, sai già  cosa provo per te ma . . . so della regola, so che è il tuo migliore amico non voglio complicare nulla 

da li basta ci addormentammo abbracciati come facevamo da piccoli, ero bello perché ci mettevamo tutti e quattro sul letto tutti abbracciati tra di noi e ci addormentavamo

salto temporale:

il giorno dopo mi alzai e usci da quella camera andai in cucina e trovai papà il a cucinare e appena si girò e mi vide rimase sconcertato, lo guardai ed iniziai a piangere e lui fece lo stesso, arrivo anche theo e si mise a piangere anche lui, ci abbracciammo e papà inizio ad asciugare le lacrime sia a me e a theo 

t/p: amore sei uscita finalmente, come stai? ci sei mancata

 ci sedemmo e iniziammo a parlare non lo facevamo da tanto in realtà, tutti avevano guarito la loro ferita da soli nel loro modo come volevamo, ma era ora di parlare tra di noi, papà fini a preparare la colazione e ci sedemmo e iniziammo a fare colazione, parlare aveva fatto bene perché dai pianti eravamo arrivati alle risate, ero felice dopo tanto tempo ero tornata a sorridere e divertirmi, scese jaden che si era appena svegliato e quando mi vide li con tutti a parlare si avvicino a me e mi abbraccio felice che ero tornata a sorridere.

quel pomeriggio andai a casa walton per fare una sorpresa a tutti infatti appena jayla  mi vide mi corse in contro felice come non mai, andai in cucina e salutai jess che si mise a piangere, non mi vedeva da giorni era felice, jav lo era anche di più e non parliamo del piccoletto, appena mi vide mi corse in braccio, non mi vedeva da tre settimane e gli mancavo tanto, salutai anche Dj anche lui molto felice di vedermi fuori quella camera, ero stata un po con loro e poi tornai a casa, mi misi fuori con un telo sull'erba a guardare il celo con un fiore in mano e un quadernino affianco a me, avevo iniziato a scriverci sopra, tutto quello che mi faceva male tutto  quello che mi tenevo dentro, quello che più mi faceva male era li dentro, era la mia salvezza per non stare male tutto il tempo, avevo scritto pagine e pagine su quello che provavo in quelle tre settimane, non riuscivo nemmeno a rileggere quello che scrivevo perché le lacrime iniziavano a rigarmi il viso e i ricordi ritornavano, e tutte le paranoie e le insicurezze tornavano.

le prime righe di quel quadernetto racchiudevano tutto:

perché, perché dico a tutti di stare bene quando non sto affatto bene quando non vorrei che tu fossi li, quanto non vorrei essere qui, e dura senza di te, vorrei non esistere più vorrei essere li con te e vorrei scomparire nel nulla, diventare il vento che soffia negli alberi e nei volti delle persone, il vento e trasparente nessuno lo vede ma tutti lo sentono, vorrei essere così. . .

ma dopo successe qualcosa che mi sorprese.

Tutto incominciò da lì /Jaden woltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora