"There's darkness in the distance
From the way that I've been livin'
But I know I can't resist it
Oh, I love it and I hate it at the same time
You and I drink the poison from the same vine
Oh, I love it and I hate it at the same time
Hidin' all of our sins from the daylight"
By David Kushner 🤍Lili' pov Ore 6:10 del mattino partenza per scuola
Mancavano cinque minuti e finalmente il pullman forse sarebbe partito dalla stazione di partenza dalla quale tutti salivano, la scuola era iniziata da un mese almeno e la routine era sempre quella dell'anno prima, e di quello prima ancora.
Ero al terzo anno, ma sembrava che tutto si fosse fermato. Il mio sorriso si distrusse,non appena tutti salirono sul pullman, e nemmeno la mia migliore amica mi guardò,le spalle si gelarono. Tutti i posti erano occupati,tranne quello accanto al mio, eppure tutti pur di non sedersi accanto a me rimanevano in piedi.
Forse avevo sbagliato qualcosa ma non sapevo cosa. Non lo sapevo perché tutti mi evitavano,non mi spiegavano il motivo, forse perché non ne avevo uno. La musica strillava nelle mie orecchie, non appena ero uscita di casa avevo messo le cuffie e in quel momento "control" di Zoe Wess mi infestava le orecchie.
Pur di non guardare la gente del pullman i miei amici,o forse vecchi amici,mi misi a guardare fuori dal finestrino e notai un ragazzo biondo che si guardava intorno, tra i pullman,con fare disperso, aveva delle cuffie sulle orecchie e una cartella nera sulle spalle.
Era la prima volta che lo vedevo in città. Il mio cuore fece un balzo quando salì sul mio pullman e io lo sapevo che non avrei dovuto girarmi verso di lui o mi sarei incantata a fissarlo, lo sapevo che tutti avrebbero notato quel movimento e sapevo anche che ogni ragazza dentro a quel pullman lo stava guardando, pensando che non si sarebbe seduto lì nell'unico posto libero,vicino a me.
Stavano già ridendo sotto i baffi guardandomi. E stavo per mettermi a piangere,se non fosse che ero più forte di così.
Il ragazzo sbuffò notando il pullman pieno e io lo notai,lo notai perché lo stavo fissando, e non se fu il posto libero accanto a me a far si che lui mi notasse subito o i miei capelli rossi, fatto sta che mi ritrovai i suoi occhi incastrati nei miei.Sapevo che era sbagliato sentire il ventre scaldarsi ,mentre si avvicinava,sapevo che era sbagliato sentire le farfalle nello stomaco, soprattutto per un ragazzo di cui conoscevo solo il fisco. Si avvicinò a me, e mi chiese " posso sedermi?" la mia faccia si mise a dondolare su e giù in modo accennato senza muoversi troppo. Sentivo il cuore che mi esplodeva nel petto. Il calore crescermi dentro. Per fortuna ero già a maniche corte, perché il sudore sotto le ascelle avrebbe potuto creare un asola sotto alla maglia.
La mia musica era talmente alta da isolarmi da tutto il resto, ma vedevo lo stesso le facce delle altre ragazze che mi guardavano male. Alzai gli occhi al cielo. Presi un respiro profondo. Gli occhi umidi, perché avrei voluto qui la mia migliore amica, si avrei voluto poter dirle quello che sentivo, ma lei era come le altre,lì a guardarmi come se la cattiva nella storia fossi io.
Il ragazzo mi tocco sulla spalla e per poco io non sussultati,come spaventata da quel tocco a me estraneo, la pelle d'oca mi giunse sulla pelle e dopo tanto tempo sentii dei brividi scorrermi sulla schiena, finalmente il piacere di sentire del freddo.
Per educazione tolsi le cuffie per poterlo sentire "Control? " sul momento non capii, poi vidi il suo sguardo indirizzato verso le cuffie e le mie labbra si tesero in un sorriso spontaneo, nato dal fatto che lui non aveva guardato quelle galline, ma aveva parlato a me, Lili la ragazza dai capelli rossi e le lentiggini.
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lose control
Fantasyil regno stava per crollare, ma nessuno lo sapeva, nessuno sapeva della guerra in arrivo. La scuola di Marsis poteva essere il posto più sicuro,ma anche quello più rischioso. I nemici avrebbero potuto uccidere moltissimi ragazzi della nuova generazi...