How are you? (cap 3)

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"Oh, it hurts so hard
For a million different reasons
You took the best of my heart
And left the rest in pieces"

                                                                                                                                         by Benson Boom

Lili's pov ore 6:05

La sveglia suonò ripetutamente dal comodino, mio padre urlò "svegliati tesoro",spensi la sveglia e mi misi a fissare per un po' il soffitto. Avevo il presentimento di essermi dimenticata di qualcosa che quel giorno avrei dovuto fare. Presi dei vestiti a caso dell'armadio e mi vestii.

"Va bene il solito cappuccino vero per colazione?"mi chiese mio padre, io annuii e vedendo la mia faccia molto probabilmente triste, mi disse "tesoro, so che qualcosa ti sta facendo soffrire, voglio sapere che hai perché io e te ci diciamo sempre tutto,se hai bisogno io sono qui, guardami ,il tuo dolore è mio hai capito, metti tutto il peso su di me e libera ciò che ti fa male, so che sei forte,ma se vuoi possiamo almeno dividere il peso in due. " disse con dolcezza

Una lacrima mi scese in viso, maledetta traditrice, ma sorrisi a mio padre abbracciandolo " risolverò tutto io tranquillo ci vediamo sta sera, ti voglio bene papi"

Scesi le scale fuori da casa mia di corsa. Le cuffie nelle orecchie e mi incamminai verso il pullman, con migliaia di pensieri che mi ronzavano per la testa. Avevo mentito. A tutti.        

 Non appena salii vidi che quasi tutti posti erano occupati, e non ebbi il coraggio di chiedere a loro se potessi sedermi, la risposta sarebbe stata no. Mi diressi verso i posti vuoti dei disabili, ma non feci in tempo a raggiungerli, che una mano mi afferrò per il polso.

Menelao. Ecco chi era.

Mi indicò il posto libero e io mi sedetti accanto a lui. " Come stai?" Mi chiese, " bene" risposi con un finto sorriso sulle labbra, oh e sapevo bene che lui ci sarebbe cascato, ci cascava chiunque in quel sorriso falso, sembrava quasi mi allenassi allo specchio per fingere così bene, ma la realtà era che mi veniva naturale. "Tu?" Chiesi di rimando per far si che non si fermasse troppo a fissare quel sorriso, cercai di evitare il più possibile il contatto con i suoi occhi e se anche solo riusciva a incrociarli con i miei, io subito sviavo lo sguardo.

E se avesse letto qualcosa di più dentro i miei occhi?

Non ascoltai la sua risposta, ma dal sorriso sembrava essere un sto bene.

C'era una cosa che nessuno sapeva e sulla quale io avevo riflettuto,quella che poteva aver fatto scattare l'ira della mia migliore amica conoscevo Axel più di quanto volevo mostrare. Ma sapevo che a Viola lui era sempre piaciuto e non volevo farla soffrire. E se fosse arrabbiata con me per questo,se lo avesse scoperto? Io e lui eravamo sempre state due gocce d'acqua prima dell' arrivo di Viola,poi tutto era cambiato. Non ci eravamo più parlati,ma io non credevo che fosse solo colpa di Axel.

Viola mi mancava da matti,e quella era l'unica motivazione che poteva difenderla, eppure faceva acqua da tutte le parti, perché era ormai da cinque anni che non parlavo con lui e lei era arrivata da appena quattro anni nella nostra città. 

Odiavo e amavo i viaggi per lo stesso motivo; nei viaggi si pensa troppo e io certe volte ho bisogno di smettere.

Quella mattina delle nuvole invadevano il cielo, nere e cariche di pioggia,sembrava che capissero il mio stato d'animo. Quando scesi dal pullman venni braccata da due grandi mani che conoscevo fin troppo bene. Axel. Eravamo così amici da bambini. Non c'era giorno in cui io non ero a casa sua o lui a casa mia.

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