un temporale di emozioni(cap 6 - parte due)

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Corsi alla porta con qualcosa che mi premeva dentro non sapevo cosa fosse,l'ansia mi mangiava da dentro e seppur lo spavento che mi aveva dato sentire il suono del campanello,sapevo benissimo che Menelao era l'unico che avrebbe suonato quella sera al campanello,nessun altro. Non Viola ,non mio padre e sicuramente nemmeno mia madre,quella piccola speranza che si apriva in me ogni volta che qualcuno bussava a casa mia faceva male.

Per quanto fossi felice di vedere quel ragazzo che da subito mi aveva reso felice, tirai un sorriso falso non appena aprii la porta,gli diedi una rapida occhiata senza nemmeno guardarlo negli occhi per paura che leggesse ciò che più mi faceva triste.

" ehii ciao" salutai con finto entusiasmo,mancavano solo quattro ore e sarebbe stato il mio compleanno,lui non lo sapeva,mio papà come ogni anno era via e non sapevo per quale motivo, e una parte di me avrebbe solo voluto stare a piangere nel mio letto,ma come ogni anno mi ero vietata di deprimermi e invitai loro,solo che al posto di Viola, quel giorno c'erano in casa mia due persone che quasi non conoscevo e il mio migliore amico.

" ciao" mi salutò con voce bassa quasi come se l'imbarazzo lo pungesse dentro.

Luis arrivò in fretta alla porta per salutare, con Cleo che gli stava dietro e che non osava alzare lo sguardo.

" avrei una proposta " lo guardai, avevo paura che fosse festeggiare il mio compleanno,ma invece disse " un mio amico organizza una piccola festa a casa sua vi va di andare " io annuii spostando lo sguardo su Menelao " per me non c'è problema " disse sorridendo, allora presi per mano Cleo trascinandola su per le scale. " ci prepariamo e arriviamo "urlai " non metteteci troppo".

Luis pov

Non riuscivo ad alzare lo sguardo su di lui per l'imbarazzo che scorreva tra noi. " senti io mi devo scusare per stamattina " prese lui la parola, sorpreso strabuzzai gli occhi "oh, non importa " " io non so cosa mia preso sul serio" risi facendo un gesto con la mano per dire che non importava, era già tutto risolto per me.

" Menelao lei è la mia migliore amica la adoro e le voglio bene sul serio, ma devo ammettere che se io per farle spuntare un sorriso ci metto impegno a te basta guardarla per farla sorridere e splendere ed è quello di cui ha bisogno: una persona come te" mi guardò torvo "io...io non posso che portarle solo pesi in più e tristezza"

Risi di gusto e lui mi guardò storto. Alzai gli occhi al cielo " lascia stare"

Cleo

L'ansia.il panico.il terrore. Si erano mischiati nella mia testa alla parola 'festa'. Seduta sul letto di Lili cercavo di riprendere il controllo del respiro mentre lei cercava i trucchi in bagno, 'rilassati' mi ripetevo, ma sentivo sempre di più la paura invadere il mio cuore che non la smetteva di battere così veloce. Quando Lili tornò da me non la guardai,ma lei capì che qualcosa non andava. " ehi,che succede?" Cercai di parlare ma le parole non ne volevano sapere di uscire dalla bocca come bloccate in gola.

Mi abbracciò, " facciamo così respira con me è tutto ok " "ispira" e lo feci segui ciò che mi disse "ora espira,si così brava" mi sembrava di non respirare,eppure sentivo il tremolio del mio naso quando ispiravo. Piano piano tutto riprese ad avere un significato. La camera era nitida ai miei occhi ed ero calma. Il silenzio era troppo imbarazzante da sostenere,le mani mi tremavano ancora, non sapevo cosa dire.

... 5 minuti dopo

" ti va di parlarne?" Annuii lentamente " la gente... mi fa paura, le f-feste sono il mio più grande incubo,non il buio,non l'acqua profonda" rimase a guardarmi, e io abbassai lo sguardo per paura di un suo giudizio, ma lei mi abbracciò e tutto passò. " ok, se non te la senti non andremo, ma se tu volessi provare a venire, non ci sarà troppa gente e se tu anche solo dopo due secondi te ne vuoi andare basta dirlo e ce ne andiamo, se vuoi provare a prepararti,ma alla fine non ta la senti non andiamo... la scelta è tua ci divertiremo lo stesso"

Io non sapevo cosa dire.

sconosciuto pov

Ora Axel sapeva una mezza verità, che lo avrebbe tormentato,ma non importava,doveva sapere,o le cose sarebbero solo peggiorate.

Ero nella mia stanza, a riflettere sulla giornata guardando il soffitto, la tensione invadeva i miei muscoli,l'ansia era la mia migliore amica e volevo solo piangere perché non sapevo più cosa fosse sbagliato, proteggerli o lasciarli fare? dare nuove direttive o.... Il mal di testa non voleva lasciarmi né di giorno né di notte e proprio mentre chiusi gli occhi, tentando di avvicinarmi il più possibile a una forma di sonno,qualcuno bussò alla porta della mia camera. Mi alzai veloce pensando potesse essere importante, aprii la porta lentamente,ma nessuno era lì ad aspettarmi, mi guardai in giro e subito notai una lettera. Era nera,chiusa con un cerchio rosso di cera,il timbro lo riconobbi subito era quello reale,eccola la sua convocazione.

 Era nera,chiusa con un cerchio rosso di cera,il timbro lo riconobbi subito era quello reale,eccola la sua convocazione

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eccomi tornata,scusate per tutto il tempo che ciò messo,ma mi sto sbloccandoin questi giorni,il capitolo è un po' più corto del solito,ma pian piano state scoprendo i vari personaggi.

cosa ne pensate dello sconosciuto o forse dovrei chiamarla sconosciuta?

ci si vede al prossimo capitolo,ne frattempo se vi va possiamo parlare su ig c.book__

                                                                                                                                 la vostra C.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 30 ⏰

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