Hinata adorava il contatto fisico, in qualsiasi modo e in qualsiasi forma. Era il suo modo per dire "ci sono, sono qui, non me ne vado" e soprattutto per esprimere le sue emozioni.
Era emozionato per una partita? Stringeva il braccio del compagno di squadra più vicino a sé, che fosse Sugawara o perfino Tsukishima. Era triste? Andava ad abbracciare chi sapeva l'avrebbe fatto stare meglio.
Il contatto fisico per lui era indispensabile, quasi come se fosse ossigeno, non poteva vivere senza.
Kageyama odiava il contatto fisico, in qualsiasi modo e in qualsiasi forma. Lo metteva a disagio in un certo senso, sapere che un'altra persona era talmente tanto vicino a lui da toccarlo, in ogni contesto fuori da una partita o allenamento di pallavolo ovviamente, in quei casi tutte le regole che si imponeva sul "toccare gli altri" scomparivano per poi ritornare solo quando l'adrenalina in circolo nel suo corpo era totalmente sparita.
In qualsiasi contesto in cui si trovasse, temeva il tocco delle persone, come se dovesse evitare la peste o qualsiasi altra malattia che si trasmetteva per contatto. C'era un ristrettissimo gruppo di persone, scelte da lui fin da quando ne aveva memoria, che potevano avvicinarsi a lui senza farlo andare in panico: sua sorella Miwa e i suoi nonni, o meglio solo sua nonna, da quando suo nonno era morto. Il problema era che quel suo cerchio non aveva mai accennato ad ampliarsi, nonostante il passare degli anni e nonostante avesse conosciuto moltissime persone negli ultimi tempi. O meglio quel suo cerchio non aveva mai accennato ad ampliarsi fino a poco tempo fa.
Aveva passato fin troppo tempo a pensare al giorno in cui aveva fatto coming out con Shoyo, alle ore passate in quel parchetto, ma non nel modo in cui si sarebbe aspettato. Aveva avuto paura di una reazione negativa da parte dell'altro, paura di pentirsi di aver raccontato un dettaglio così grande di sé ad un'altra persona, ma quei dubbi nei giorni successivi non gli erano passati nemmeno per l'anticamera del cervello. Invece, aveva riflettuto su ogni singolo momento in cui i loro corpi si erano avvicinati: quando erano seduti sulla panchina e le loro ginocchia si sfioravano, ogni volta che le loro mani si toccavano quando cercavano di prendere entrambi la palla nello stesso momento, il calore del corpo dell'altro vicino al suo. Da lì aveva iniziato a fare caso a tutti i momenti in cui il corpo di Hinata sfiorava il suo, il modo in cui percepiva il calore del suo corpo, come se riuscisse a percepire tutte le energie positive che il ragazzo emanava e che lo facevano stare automaticamente meglio.
Ecco, questo per Tobio era un enorme problema. I cambiamenti per lui erano un enorme problema. Non si era mai sentito in quel modo accanto ad una persona che lui considerava "esterna" rispetto alla sua cerchia, mai così sicuro, così tranquillo, così calmo. Erano sensazioni totalmente nuove che lo spaventavano terribilmente. La possibilità che Shoyo potesse entrare a far parte del ristretto "gruppo di persone con la quale avere del contatto fisico non gli faceva ripudio" lo spaventava terribilmente.
Sperava solo di non andare a finire in qualche situazione imbarazzante con il rosso.
Mentre era perso tra i suoi pensieri, percepì la presenza di qualcuno vicino a lui, un calore familiare che si scontrava sulla sua pelle. Come se qualcuno avesse letto i suoi pensieri, eccolo lì, Shoyo proprio di fronte a lui che gli sorrideva contento.
D'altronde, passavano sempre la pausa pranzo insieme e quel giorno non aveva nulla di diverso dagli altri.
Abbassò lo sguardo per guardarlo negli occhi e il rosso subito attaccò un discorso sul loro prossimo ritiro e su come si sarebbero divertiti. Tobio rimase a osservarlo mentre parlava, perdendosi nel suo discorso. Contemplò il ragazzo per un po', finché una domanda non invase la sua mente.
"Come sarebbe abbracciare Shoyo?"
Si vergognò immediatamente per quello che aveva pensato. Non doveva. Non poteva. O forse si.
La campanella che segnava la fine della pausa pranzo interrompe i suoi pensieri e un senso di panico lo avvolse.
Beh, senza dubbio Tobio era bravo ad andare in panico.
<<Ci vediamo dopo agli allenamenti! Facciamo a gara come sempre e oggi ti batto!>>
Sorrise al ragazzo. Quella era l'atmosfera che gli piaceva: le prese in giro, le loro sfide, i battibecchi, era la realtà a cui si era abituato e che non voleva cambiare. Il cambiamento non faceva per lui, nonostante sentisse costantemente il bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova sfida, di una nuova situazione.
Mentre osservava l'altro andare via, prese finalmente una decisione.
Afferrò Shoyo per il polso, facendolo voltare. Il rosso lo guardò confuso, evidentemente non si aspettava quella mossa da parte sua.
<<Shoyo>> disse per poi distogliere lo sguardo, contemplando le persone che stavano tornando nelle rispettive classi, come avrebbero dovuto fare anche loro. Sospirò e, riportando lo sguardo sul ragazzo, continuò a parlare.
<<Posso abbracciarti?>>
Hinata era un ragazzo pieno di soprese. Non sapevi mai cosa poterti aspettare da lui, imprevedibile, così come lo era durante le partite.
Shoyo profumava d'arancia, l'aveva notato una sera a caso dopo l'allenamento e da allora non poteva far a meno di pensarci. Adorava quel profumo e si odiava per questo ma, quando quel profumo gli arrivò alle narici, il suo odio passò totalmente in secondo piano. Tutto passò totalmente in secondo piano. Il calore del ragazzo lo avvolse totalmente, facendogli dimenticare qualsiasi cosa stesse pensando fino a pochi secondi fa.
Dov'era la sua classe? Che lezione aveva dopo? Che ci faceva in quel posto?
Le braccia del ragazzo l'avvolgevano totalmente mentre la sua testa era poggiata sul suo petto. Tobio di rimando strinse il ragazzo a sé. Pensava che avrebbe panicato, che si sarebbe sentito a disagio, che avrebbe odiato quel piccolo quanto grande contatto fisico. E invece no, tutto il contrario.
Sorrise. Forse Shoyo sarebbe potuto davvero entrare nella cerchia delle persone di cui apprezzava il contatto fisico. Probabilmente anche più che forse.
Tobio sospirò, affondando il naso nei capelli dell'altro. Quella era la prima volta che lui e Shoyo si abbracciavano e, con quel pensiero, lo strinse ancora di più a sé.
Angolo bello
questo capitolo avrei potuto scriverlo 11663 volte meglio MA ci accontentiamo
btw come va?
spero bene!!
ci vediamo al prossimo capitolo
xoxo
-Ale🤸♂️
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𝗙𝗶𝗿𝘀𝘁 𝘁𝗶𝗺𝗲 𝘄𝗵𝗲𝗻... ||ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ
RandomKageyama T. x Hinata S. [boy x boy] Dal primo capitolo: «Tutte le loro giornate si svolgevano grazie al susseguirsi di una serie di azioni abituali, spesso senza nemmeno un minimo cambiamento.» 𝗗𝗢𝗩𝗘 Hinata e Kageyama hanno delle vite noiose ed u...