Il fine settimana era passato più lentamente del solito e l'atmosfera pesante del lunedì mattina si faceva sentire fin dalle prime luci dell'alba.
Shoyo aveva freddo. Era dicembre inoltrato, era normale che facesse freddo.
Ma sapeva che non era solo quello.
Faceva più freddo del solito.
Indossò la sciarpa e i paraorecchie che aveva fin dalle scuole medie e che Tsukishima sosteneva lo facessero sembrare un bambino, ma che lui adorava lo stesso.
Sticazzi quello che pensava quell'antipatico.
Uscì di casa di corsa, cercando però di fare il meno rumore possibile, la sua famiglia stava ancora dormendo e Natsu diventava particolarmente irascibile se veniva svegliata.
Sorrise pensando alla sua sorellina mentre prendeva la sua bicicletta.
Era troppo presto perfino per gli allenamenti extra che spesso facevano prima delle lezioni, ma Shoyo non era diretto a scuola.
Anzi, tutt'altro.
Girò l'angolo, percorrendo una strada ormai più che familiare per lui.
Pedalava sempre più veloce, quasi non sentiva nemmeno più il freddo. Voleva arrivare il prima possibile.
Le immagini di quello che era successo un paio di giorni prima erano ancora nitide nella sua mente.
Aveva sbagliato un'alzata di Tobio, si era distratto, e Tobio l'aveva preso in giro come facevano sempre praticamente e poi erano finiti ad urlarsi contro.
Ricordava bene come Sugawara li avesse fermati -prendendosela anche con Daichi perché non c'era riuscito- e come successivamente li avesse fatti tornare a casa.
Quel ritorno a casa era stato... strano, per non dire altro. Di solito era abituato a tornare assieme a Tobio, a fare a gara con lui, a prendersi in giro durante il ritorno e poi a scriversi appena entrambi arrivavano a casa.
Era abituato a Tobio.
Invece quella sera era stato tutto così silenzioso.
Mentre una folata di vento gli faceva venire i brividi, passò davanti casa di Tobio.
Si fermò di scatto. La bicicletta fece un rumore stridulo, sperò di non aver svegliato nessuno, altrimenti sarebbe stato un grande problema.
Conosceva bene Tobio, lo conosceva sicuramente meglio di tutti i loro amici.
Tobio era estremamente abitudinario, seguiva una routine precisa, organizzata nel dettaglio. Shoyo sospettava che Tobio fosse una di quelle persone che trovava conforto nella quotidianità, nel fare sempre le stesse cose, ogni giorno.
Lo trovava tenero. Molto tenero.
Ogni mattina Tobio si svegliava presto, andava a correre e poi tornava a casa prima degli allenamenti mattutini, sempre alla stessa ora.
Il piano di Shoyo era semplice, non ci aveva pensato più di tanto in realtà, non pensava mai più di tanto alle cose. Aveva programmato di svegliarsi presto, di andare a casa di Tobio e di aspettare che rientrasse dalla sua corsa per poterci parlare.
Non aveva pensato a cosa avrebbe fatto nel mentre, nell'attesa.
Faceva freddo.
Shoyo sentiva i brividi lungo la schiena e il freddo che si insidiava tra le maniche del suo giubotto.
Erano le 6 e mezza passate e Tobio era in ritardo.
Forse non era sceso quella mattina, forse aveva evitato per il freddo e forse lui stava là ad aspettarlo come un'idiota.
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𝗙𝗶𝗿𝘀𝘁 𝘁𝗶𝗺𝗲 𝘄𝗵𝗲𝗻... ||ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ
RandomKageyama T. x Hinata S. [boy x boy] Dal primo capitolo: «Tutte le loro giornate si svolgevano grazie al susseguirsi di una serie di azioni abituali, spesso senza nemmeno un minimo cambiamento.» 𝗗𝗢𝗩𝗘 Hinata e Kageyama hanno delle vite noiose ed u...