Sesto Guardiano

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La sua sesta vita fu una novità. Era una donna, un'esperienza che per lui era totalmente nuova. Sapeva che la rigenerazione poteva cambiare anche il sesso, ma fino ad allora era sempre stato un uomo.

Essere una donna era... diverso, così come era diverso il modo con cui le persone la guardavano. Nonostante le prime ovvie difficoltà, si era abituata facilmente a quel corpo. Tuttavia, vi erano alcune epoche umane e umanoidi dove le donne venivano considerate inferiori agli uomini. Era più difficile far sentire la sua voce quando doveva dire la sua o salvare una determinata situazione. Aveva già affrontato una situazione simile quando era un uomo di colore, anzi, forse essere di colore era anche peggio che essere donna, ovviamente sempre in determinati contesti storici.

Tuttavia, lui ricorda ancora con affetto questa vita e deve dire che gli manca essere lei. Era una bellissima donna di mezza età dal volto luminoso. I suoi capelli biondi illuminavano l'aria e i suoi occhi erano gentili. Indossava una camicia bianca e dei jeans blu.

Il suo carattere rispecchiava a pieno il suo aspetto: era gentile, luminosa e soprattutto eroica. Era "nata" ad Arda, la patria degli eroi della letteratura moderna, quindi lei non poteva essere altrimenti.

Era più che convinta che per aiutare non bisognava necessariamente salvare persone, mondi e civiltà, ma anche compiere dei piccoli gesti che potevano portare il sorriso a una o più persone. Non era raro trovarla a dare la mancia a dei barboni o vederla dietro a un bancone di un rifugio per senza tetto a servire la cena, come stava facendo anche adesso in uno dei tanti rifugi di New York.

 Non era raro trovarla a dare la mancia a dei barboni o vederla dietro a un bancone di un rifugio per senza tetto a servire la cena, come stava facendo anche adesso in uno dei tanti rifugi di New York

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Il grande bancone che la separava dai senza tetto era stracolmo di delizie create con il replicatore di materia del TARDIS. Ovviamente, nessuna delle sue colleghe sapeva da dove venivano quei prodotti sani e freschi e lei non aveva certo intenzione di dirglielo. Avrebbe solo creato problemi e domande a cui non voleva rispondere.

Dopo aver salutato con un caloroso sorriso l'ennesimo senza tetto e aver dato loro del cibo, si ritrovò distratta da un'esibizione davvero particolare. Dall'altro lato della grande sala, oltre le lunghe file di tavolini e letti, vi era un piccolo parco per i karaoke e un uomo di mezza età, con i capelli castani tirati all'indietro e un abito elegante color crema, cantava "Baby One More Time" mentre la gente batteva le mani a ritmo. Doveva ammettere che era davvero un grande cantante.

 Doveva ammettere che era davvero un grande cantante

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Guardian Who: The Road to the Thirteenth GuardianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora