San Valentino - pt.2

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I fiori stavano abbandonati sul tavolo del piccolo soggiorno ma di buttarli lui non aveva il coraggio.
Diego si addormentò e un sogno strano e breve prese forma.

Non solo aveva discusso con Simone e aver visto la delusione nei suoi occhi che solo il giorno prima lo guardavano con affetto e desiderio, ora aveva anche parlato con Palommo che voleva sapere quando fare "il servizio".
Quel
lo che aveva detto il poliziotto era vero, era proprio in una situazione di merda e lui cominciava ad entrare nel panico.
Voleva, no, doveva parlare con Simone, sentirlo vicino, svuotare il sacco, aveva bisogno di lui.
Lo trovò e gli andò incontro, gli appoggiò le mani sul petto,
sentendo il calore del suo corpo attraverso le dita, attraverso la giacca e la maglietta che il riccio indossava.
«Simò, ti devo dire 'na cosa...»
«Non posso, Mimmo, scusa» disse e fece per andarsene.
«No, volevo solo dirti che...»
«Mimmo, devo andare, è importante, scusami. È per mio padre» disse e se ne andò davvero.
A malapena lo aveva guardato negli occhi.
Si sentiva mancare l'aria, aveva rovinato tutto, sentiva di aver perso Simone.

Si risvegliò appena in tempo e con una strana sensazione, non ricordava il sogno in sé ma sentiva come se fosse qualcosa che aveva già vissuto, un dolore familiare, una sensazione di abbandono già provata, di perdita.
Si tirò su dal letto a fatica.
I vestiti erano tutti stropicciati per il fatto di averci dormito e anche se non costituivano la divisa da lavoro, a Italia sarebbe preso un colpo vedendolo in quello stato di confusione.
Ma la voglia di cambiarsi nuovamente venne meno e stirandoseli con le mani alla bell'e meglio andò a infilarsi le scarpe.
Appena prima di uscire lanciò un'ultima occhiata ai fiori e colmo di malinconia, infilatosi la giacca e issatosi sulle spalle il solito zainetto, uscì dall'appartamento.
Come se non fosse già abbastanza, in cielo si erano ammassate delle nuvole che dopo pochi metri di tragitto cominciarono a svuotarsi della pioggia di cui erano cariche e lui non aveva nemmeno l'ombrello.
Arrivò in ristorante fradicio come un pulcino e gocciolando per tutto il tragitto fino allo spogliatoio, dove a cambiarsi non c'erano solo Davide e Marco ma anche il resto del personale di sala e del bar, tutti già cambiati, e Simone vestito solo della parte inferiore.
Diego lo notò immediatamente e se si aspettava di trovare del risentimento o del menefreghismo totale nei suoi occhi, non fu così, anzi. Simone aveva assunto un'espressione preoccupata alla vista del suo stato e senza dire una parola prese un asciugamano dal suo armadietto e glielo porse.
Diego fece per ringraziarlo ma Simone non gliene diede il tempo, dopo avergli lasciato il panno si girò e finì di vestirsi.
Diego raggiunse il suo armadietto, vicino a quello di Davide, e cominciò ad asciugarsi.
Davide gli diede un leggero colpetto sulla spalla per ottenere la sua attenzione, poi con l'espressione e un rapido movimento degli occhi gli chiese implicitamente cos'era successo tra i due.
Diego avrebbe voluto dire qualcosa ma stranamente le parole gli vennero meno, lui che invece aveva la parlantina facile.
Si voltò un attimo, verso Simone.
Lo vide ancora a petto nudo mentre lentamente si abbottonava la camicia partendo dal basso.
L'immagine del ragazzo che baciava il suo amico però si sovrappose e lui tornò ad asciugarsi con vigore.
Davide e Marco si scambiarono un'occhiata e mentre uscivano dallo spogliatoio Diego giurò di sentir dire da uno di loro che "dovevano risolvere la cosa".

Lo spazio si svuotò velocemente.
Simone rimasto solo con Diego avrebbe voluto voltarsi e parlargli, chiarirsi ma qualcosa sembrava frenarlo.
Vero che aveva giurato a sé stesso di non arrendersi e di non farsi scivolare nuovamente il ragazzo dalle dita ma il dubbio che magari ero lo stesso Mimmo a non voler avere a che fare con lui lo colse e una tale consapevolezza gli tolse il respiro e resettò la sua mente.
Certo, non poteva costringere Mimmo a innamorarsi di nuovo di lui... se mai quello che avevano avuto all'epoca potava considerarsi amore.
Era arrivato a mettere in dubbio perfino quello.
Anche se la foto che gli aveva rubato sotto le coperte poteva testimoniare il contrario.
Anche se la conversazione che avevano avuto dopo quella foto poteva dimostrare tutto il reciproco affetto.
Eppure ora, anche se aveva giurato, sentiva crescere in sé il terrore di dover rinunciare.
Non avrebbe mai forzato dei sentimenti, non lui, non con il suo passato, ma se Diego, Mimmo, non avesse più voluto aver a che fare con lui, non sapeva se sarebbe sopravvissuto a un dolore del genere.
Finì di vestirsi e se ne scappò in sala.
Aiutò il resto del personale a preparare i tavoli, decorare con candele rosse profumate e modificare la disposizione dello spazio.
Quella sera l'accesso e le prenotazioni erano solo per le coppie. Al massimo Italia avrebbe consentito l'accesso agli abituali che passavano per bersi qualcosa al bar dopo il lavoro.
Quando i clienti cominciarono ad arrivare, tutti felici e innamorati, rigorosamente a braccetto e sorridenti, Simone sentì che gli stava per scoppiare la vena dal nervoso e dall'invidia.
Sperava di passare il turno a lanciarsi occhiatine con Mimmo dopo il loro pomeriggio e invece anche per quell'anno si ritrovava con l'umore da Grinch, conscio che i suoi occhi non avrebbero fatto altro che alzarsi al cielo davanti alle smanceria cui sarebbe stato costretto ad assistere.
Ma sai una cosa? Si disse, lui quella sera dopo il lavoro sarebbe comunque andato alla festa di Dre e avrebbe bevuto come una spugna pur di dimenticare quella giornata, e comunque in tutto quel tempo ancora si rifiutava di metabolizzare quanto accaduto con Fabio.
Una volta che i tavoli furono tutti pieni Simone si ritrovò a malapena con il tempo di respirare ma comunque appena aveva l'occasione alzava lo sguardo dai piatti che teneva in bilico sulle braccia e lo portava al bancone del bar dove Mimmo si muoveva con assoluta sicurezza e sorrideva, ma Simone lo notò che il sorriso si limitava alla bocca, che non raggiungeva gli occhi che quella sera erano rossi e gonfi.
Lo vide spillare birre, preparare aperitivi di benvenuto, caffè quando un tavolo decideva di concludere la serata e lasciare il posto per qualcuno del secondo turno.
Era così sicuro nei movimenti che sembrava danzasse nel suo piccolo spazio, spostandosi a destra e a sinistra, e se solo avesse potuto sarebbe rimasto ad ammirarlo per ore.

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