San Valentino pt.1

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L'aria quella mattina era gelida e la nebbia ancora non si era sollevata. 
Simone non era riuscito a chiudere occhio in vista della giornata che avrebbe avuto.
Non tanto per i corsi della mattina ma più per quello che sarebbe venuto dopo. Un intero pomeriggio a casa di Mimmo a guardare un film strappalacrime e poi la serata a lavorare insieme nell'atmosfera romantica del ristorante.
I pensieri si erano affollati nella sua testa e siccome non aveva più il rugby per sfogare si era vestito con indumenti termici ed era andato a fare una corsetta tra le calli e i ponti vuoti data l'ora.
Solo lui poteva decidere che andare a correre alle 5 di mattina di San Valentino fosse una buona idea.
Gli unici svegli a quell'ora erano i pescatori e i gabbiani che cantavano alla ricerca di cibo.
Fortunatamente la prima lezione sarebbe stata alle 9, così quando dopo la corsetta tornò a casa e si fece una rapida doccia, si ributtò sul letto riuscendo a dormire un'altra oretta.
A svegliarlo però non fu la sua sveglia ma il suono del campanello, insistente e siccome nessuna delle due ragazze aveva molta voglia di alzarsi lo fece lui.
In boxer e maglietta si avviò ad aprire la porta ritrovandosi un fattorino sudato e senza fiato per le rampe di scale, piegato in avanti e pieno di mazzi di fiori sia tra le braccia che appoggiati sul pianerottolo, senza contare due grosse scatole addossate alla porta dell'ascensore fuori uso.
«È lei Luna Serafini?» chiese il fattorino tra una ripresa di respiro e l'altra, degnandosi a malapena di guardare chi aveva davanti.
Simone abbassò lo sguardo, guardandosi. No, decisamente lui non era Luna e il fattorino sembrò realizzarlo quando finalmente alzò lo sguardo facendolo scorrere sulle gambe muscolose fino all'intimo.
Improvvisamente dalla zona notte arrivò la voce di Laura.
«Non aprire!»
Simone si girò a guardarla con aria colpevole quando lei comparve dalla zona notte.
«Troppo tardi?»
«Merda! La sveglia non è suonata!»
«Oppure non l'hai sentita. Succede quando fai le capriole sul letto fino a mattina» le disse all'orecchio per poi beccarsi una gomitata nello stomaco.
Laura firmò i documenti per l'avvenuta consegna e poi cominciò a tirare dentro tutti i fiori.
In meno di dieci minuti, grazie all'aiuto assolutamente non costretto di Simone, l'intera zona giorno fu ricoperta di fiori e petali.
Simone non voleva immaginare quanto la sua migliore amica avesse speso, la vide poi sgattaiolare in bagno e uscirne poco dopo senza più il pigiama ma con un abitino lilla che poco rispecchiava il clima al di fuori di casa loro.
Laura recuperò il telefono e dopo averci armeggiato si sentì uscire della musica dalla stanza che condivideva con Luna, poi lo schiaffò in mano all'amico e gli disse di far partire un video.
Simone, voleva ricordarle, era ancora in mutande.
Tiziano Ferro cantava del Regalo più grande e Luna, con i capelli tutti arruffati e i segni del cuscino sulla guancia, fece capolino dalla camera.
I suoi occhi si illuminarono e fu costretta a coprirsi la bocca con le mani nel tentativo di sopprimere l'urlo che minacciava di uscire.
Quando si focalizzò sulla figura della fidanzata al centro di quell'invasione di fiori si tuffò su di lei e cominciò a baciarla mentre dagli occhi uscivano piccole lacrime di felicità.
Simone era sinceramente felice per le sue amiche.
Ricordava quanto aveva sofferto Luna ai tempi delle superiori, quando ancora non capiva dove i suoi sentimenti puntavano, quando non si vedeva bella, quando era alla disperata ricerca di un amore che sembrava non volerla toccare. E di quando, preda di quella ricerca e di individui ignobili, era stata adescata e molestata.
Laura però c'era sempre stata, in ogni momento ed era stata lei ad aver trovato una psicoterapeuta verso la quale indirizzare Luna, in modo che potesse affrontare il trauma e piano piano guarire.
Laura c'era stata, passo dopo passo.
Quando finite le superiori lei aveva deciso di trasferirsi al nord per gli studi c'era stato un piccolo momento di crisi nella loro amicizia, che si era risolta solo quando anche Luna aveva fatto i test per Padova.
Si erano trasferite nell'appartamento di un lontano parente di Laura e condotto le loro vite universitarie da brave amiche quali erano sempre state.
Dormivano in camere separate, cercavano di fare colazione insieme, una poi correva a prendere un treno mentre l'altra si dirigeva a piedi verso la sede, e si rivedevano solo per cena.
Tutto questo fino a giugno del secondo anno.
Il LagunaPride, al quale non avevano potuto partecipare l'anno prima, aveva invaso la città di Venezia portando l'arcobaleno e striscioni.
Laura, che ancora si considerava Ally e Luna, che grazie ad alcunә compagnә aveva finalmento accettato la propria identità. Scesero in strada e si unirono alla marcia con la bandiera lesbica a sventolare come un mantello sulle spalle di una e l'arcobaleno dipinto sul viso dell'altra.
E, in mezzo ai cori, alla musica e alla gente, Laura si era girata verso l'amica, l'aveva guardata sorridere ed essere felice e colta da un coraggio mai provato prima le aveva preso il viso tra le mani e l'aveva baciata. Attorno a loro la folla applaudiva e Luna finalmente sentiva di aver trovato l'amore che tanto a lungo aveva cercato.
Da quel momento facevano coppia fissa e Simone era sicuro che nemmeno una guerra nucleare le avrebbe potuto separare.
Laura ci aveva messo tutta sè stessa per organizzare la giornata ed era per avere dei consigli e non esagerare che qualche giorno prima aveva chiamato l'amico, interrompendo inconsapevolmente il suo pranzo con Diego, eppure Simone non aveva ancora idea di cosa era stato organizzato perché la ragazza era imprevedibile e non aveva voluto condividere il piano finale per evitare che a Simone scappasse qualche indizio.
Quando le due coinquiline terminarono di baciarsi e lui interruppe il video vide Laura estrarre una busta dalla scollatura del vestito.
«Ho prenotato due giorni ad Abano Terme»
«Scherzi?!»
In tutta risposta Laura la baciò ancora ma Luna fu costretta a fermarla e l'atmosfera si freddò all'improvviso. Simone spense la musica e lentamente si diresse in camera sua.
«Amò, non ricordi? Oggi avevo delle presentazioni...» sentì mentre chiudeva la porta dietro di sé.
Si sedette sul letto e aprendo Instagram vide post e stories di Fofi e Dre che stavano già facendo colazione insieme, Carola che aveva messo una di quelle frasi per i single fieri, qualcosa tipo che anche se la gente dice che non si può vivere senza amore lei riteneva più importante l'ossigeno, e poi c'erano i vecchi compagni delle superiori: Manuel nel letto di qualcuno che non si riusciva a vedere e una rosa tra le lenzuola, Nina e un ragazzo che aveva conosciuto in Giappone grazie ad uno stage che le aveva procurato ill padre di Manuel, Rayan e Viola che facevano colazione in un hotel della capitale prima degli allenamenti di lui e con la ragazza che indossava la maglia della Roma che lui usava durante le partite.
Spense il cellulare e cominciò a vestirsi.

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