America.
era il giorno dello scambio culturale, si passare per i controlli dell'aereo e suonare sempre per la placca della caviglia era un incubo.
in tutto questo, Alessandro non lo avevo ancora visto da nessuna parte.parli del diavolo,sbucano le corna
"Ale?" chiesi vedendo una figura con le stampelle incappucciata
"ciao laila" mi rivolse uno sguardo ed io rimasi bloccata
"ti sei fatto il mullet?"
"no, ho dovuto farlo"
"perché?" si tirò giù il cappuccio e notai una cicatrice lungo tutta la superficie della tempia sinistra, con ancora i punti vividi.
"cazzo"
"già bella merda" si rimise il cappuccio "oltretutto suono in ogni coso perché ho la placca alla gamba"
"a chi lo dici" dissi indicandogli il piede fasciato da un tutore al quanto fuori moda e soprattutto scomodo.
"mi dispiace Laila"
"tranquillo non è colpa tua"
"sai, se me lo avessero chiesto mesi fa" si interruppe "non avrei immaginato di aver avuto un dialogo pacifico con te" rise contagiando di gran lunga anche me.
"ci sediamo vicini?" mi guardò sorridendo e in qualche modo scatenò un qualcosa dentro di me di nuovo, non lo avevo mai provato in sua presenza.
gli si illuminavano gli occhi.
ero abituata a un Alex scontroso nei miei confronti, che odiava la mia presenza e il solo pensiero di guardarmi in faccia gli provocava ribrezzo.
cosa è cambiato?Alex' Pov.
eravamo arrivati in America, e stranamente noi italiani avevamo un mini albergo dove stare insieme, non stavamo in casa famiglia con altra gente.
le camere erano a due a due, e chiesi subito di stare con Laila.in fondo siamo simili.
uscii dalla doccia, mi fasciai il basso ventre con l'asciugamano e passai alla cura delle abrasioni che avevo sparse per tutto il corpo.
una sulla spalla destra, l'altra sul bicipite sinistro, una sul ginocchio sinistro e una sparsa per la schiena, abbastanza difficile da curare da solo.
passai poi nel passare la crema cicatrizzante sui punti in testa e sullo zigomo destro, cazzo sembravo un tossico che faceva risse.
uscii dalla stanza e trovai laila seduta sul letto intenta a stare al cellulare, sorrisi vedendo la sua bellezza.
portava un paio di pantaloncini corti della tuta con sopra un top che usava per stare in casa, faceva veramente caldo in America.
"oh hai finito finalmente, stavo per andare a chiedere il bagno ad altra gente" risi scusandomi per il troppo tempo passato in bagno.
era una sensazione nuova, sentivo che con lei poteva funzionare.se me lo avreste chiesto qualche mese fa, di sicuro vi avrei sputato in faccia.
Laila non è mai stata importante, ma quel giorno in moto avevo capito che lei era quella giusta.
la classica bimba che ascoltava musica degli anni 80, diversa dalle sue coetanee, che sapeva come provocarmi e come tenermi testa.
una bimba da temere.
Laila è un complesso strano che non riuscirò mai a capire totalmente, ma quel poco che ho capito lo tengo come oro.
non mi sarei mai immaginato tutto questo in così poco tempo.
Laila è la mia persona.
la persona con cui parlerò del domani nel caso si sentisse male e vorrebbe mollare tutto."ei tutto bene?" mi sventolò una mano davanti agli occhi
"tutto bene piccola"
"ma quindi io e te cosa siamo?" sapevo che mi avrebbe fatto questa domanda prima o poi
"quello che vuoi" le risposi
"vorrei che fossimo qualcosa"
"lo vorrei anchio"
"ottimo" rise imbarazzata dalla situazione, io mi alzai dal bordo del letto e mi avvicinai a lei, la presi per I fianchi e le misi una mano sotto il mento per alzarla."non mi far pentire Laila" sorrisi
"non lo farò Alessandro" rispose, e in quei due minuti che osservai i suoi occhi capii che tutti quei mesi a cercare di odiarla erano solo mesi in cui il mio cuore sapeva che mi sarei trovato in quella situazione, con lei tra le braccia a cinque centimetri di distanza tra noi."ti amo piccola" mi chinai e la baciai.
at night when you feel all alone, i'll tell you about tomorrow.
FINE
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Tell Me About Tomorrow-Alex Wyse
Fanfiction"at night when you feel all alone, i'll tell you about tomorrow"