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Zaccarias POV:

Il mio cuore batte forte mentre sto per incontrarmi con Aziza, quando ricevo la chiamata che cambia completamente la mia vita. "Zaccaria, devi tornare subito. Sei stato arrestato", dice il mio manager Marilson con voce seria. Arrestato? La notizia mi colpisce come un pugno nello stomaco, anche se segretamente me l'aspettavo già. Le ombre del mio passato mi raggiungono sempre, non importa quanto io cerchi di sfuggir loro.

In tono di panico dico: "Marilson, devo parlare urgentemente con qualcuno di persona!" Devo parlare con Aziza. Devo spiegarle cosa è successo. Lei deve capire che non l'ho abbandonata intenzionalmente. "Non c'è più tempo, Zaccaria. Devi partire ora. Il tuo volo è tra poco meno di due ore", risponde lui con rammarico.

Nervoso cammino avanti e indietro nella stanza mentre cerco di spiegare: "È davvero urgente. Non c'è modo di posticipare il volo?" Tuttavia, Marilson non cede e risponde prontamente e con fermezza: "Mi dispiace, Zaccaria, ma ho ricevuto queste istruzioni."

Al momento non mi resta che obbedire al suo ordine. So di lasciare Aziza in difficoltà, ma non posso farci nulla. Mi sento come un prigioniero costretto a separarsi dall'unica persona che gli importa.

La paura di come Aziza reagirà alla notizia mi fa quasi impazzire. Non riesco nemmeno a immaginare come si sentirà quando scoprirà che sono stato arrestato. Il pensiero di poterla ferire mi angoscia. Non posso farlo di nuovo. Non dopo averglielo promesso.

Dopo il check-in, mi lascio cadere su una sedia di pelle nella lounge. Non posso rischiare che questa notizia arrivi da qualcun altro. Devo dirglielo personalmente, anche se mi strazia l'anima farla soffrire così. Chiamo Marilson, sperando che sia subito disponibile.

Quando la sua voce risuona dall'altro capo, mi siedo dritto e lo imploro: "Marilson, devi contattare immediatamente qualcuno per me. Si chiama Aziza. Digli che non ho avuto la possibilità di salutarla e che la contatterò presto. Per favore, fallo per me", urlo con preoccupazione e urgenza nella mia voce. Prima che Marilson possa rispondere, un annuncio in sottofondo interrompe il silenzio: "Passeggeri del volo AZ7141 per Milano. L'imbarco chiude tra 5 minuti. Ripeto: L'imbarco chiude tra 5 minuti." Un nodo alla gola mi stringe quando so che devo riattaccare.

Premo forte il telefono contro l'orecchio mentre Marilson mi assicura: "Mi occuperò di tutto, Zaccaria. Non preoccuparti. Sta' attento a te stesso." Le sue parole mi portano un senso di sollievo, ma anche di tristezza. "Grazie, Marilson. Lo apprezzo davvero", rispondo, la mia voce intrecciata dall'emozione.

Prima che possa riattaccare, mi informa: "Ti aspetterò all'aeroporto non appena tornerai." Le sue parole mi danno un po' di conforto prima di salutarlo: "A presto." Poi termino la chiamata e gli invio il suo numero. Lentamente mi alzo per dirigermi verso il gate d'imbarco.

Fisso lo sguardo fuori dal finestrino, osservando l'aereo accelerare sulla pista di decollo e infine sollevarsi in volo. Mentre ci innalziamo nel cielo, i miei pensieri ruotano intorno agli eventi che mi hanno portato fin qui. Riproduco la scena più e più volte nella mia mente, come un film infinito che si ripete incessantemente. Quella fatale sera di luglio, la mia mente annebbiata dall'alcol e le mie decisioni tutto tranne che chiare. Ora, mentre sono in alto tra le nuvole, mi rendo davvero conto delle conseguenze che le mie azioni possono avere. Una dannata rissa che mi ha separato dalla mia altra metà.

Sapevo che i miei precedenti penali prima o poi avrebbero causato problemi, ma speravo di poter lasciato dietro di me quel lato oscuro della mia vita. Ma ora mi rendo conto che sarà sempre parte di me, non importa quanto cerchi di reprimere. Mi sento come se avessi perso tutto in un momento di debolezza.

Quando l'aereo atterra infine e arrivo all'aeroporto di Milano Malpensa, vengo scortato dai Carabinieri. Gli agenti mi accompagnano dall'aereo fino al terminal, dove Marilson mi sta già aspettando. Il suo sguardo preoccupato rivela che è consapevole della gravità della situazione.

Gli sguardi curiosi degli altri passeggeri mi colpiscono come pugnalate mentre vengo scortato attraverso l'aeroporto. Mi sento osservato e giudicato, e la pressione dei loro occhi su di me amplifica il senso di vergogna e disagio. Ogni sguardo che catturo mi ricorda che sono considerato un criminale.

Mentre ci dirigiamo verso l'auto che mi porterà in prigione, chiedo a Marilson in tono sommesso: "Sei riuscito a contattare Aziza?" Marilson scuote tristemente la testa. "Ho provato più volte, Zaccaria, ma non c'è stata risposta", risponde con tono rassegnato. Un profondo sospiro mi sfugge e guardo pensieroso avanti mentre ci dirigiamo verso l'auto. "Io ci riproverò", cerca di rassicurarmi.

Con un cuore pesante e una fiducia spezzata in me stesso, riconosco le conseguenze delle mie azioni. Sono riuscito a fare ciò che ho cercato di evitare da due anni. Mi sono innamorato di lei. Nonostante i miei sforzi nel mantenere le pareti intorno al mio cuore, ho permesso che lei entrasse e rompesse la mia resistenza. Ora, seduto qui, diretto in prigione, mi chiedo se ne sia valsa la pena. È valsa la pena l'amore che mi ha spinto a abbassare la guardia? È stata la speranza di felicità a rendermi cieco ai pericoli che mi stavano minacciando? O è stato semplicemente il mio inestinguibile desiderio di connessione umana a spingermi a rischiare tutto?

Mentre l'auto percorre le strade di Milano e il cartello "San Vittore" si avvicina sempre di più, combatto contro le lacrime che bruciano nei miei occhi. È una lotta che non posso vincere. Perché, non importa quanto mi sforzi di resistere, la verità rimane invariata: ho perso il mio cuore, e ora devo affrontare le conseguenze.

𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐨 𝐞 𝐭𝐞 - Baby GangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora