"Questa sì che è una sorpresa. Scarlett Jones ai fornelli, vuoi per caso avvelenarmi?"
Harry era poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate, senza maglia. Un sorrisetto prese posto sul suo viso appena mi girai a guardarlo.
Illegale anche appena sveglio. Pensai tra me e me e mi maledissi mentalmente per quei pensieri che mi balenavano per la testa.
"Divertente, davvero. Scommetto che c'è lo zampino di Liam in queste tue parole."
"Scommetti bene. Sale al posto dello zucchero, i miei complimenti più sinceri, davvero." Rise di gusto mentre continuava a stuzzicarmi, ricordandomi di quando una volta per sbaglio, al compleanno di Liam misi il sale nella torta. I miei amici si divertivano un mondo a sputtanarmi con Harry.
"Oh andiamo, è successo una sola volta! Sono brava in cucina, semplicemente non ero a casa mia quando gli preparai la torta di compleanno. Ora siediti e mangia altrimenti ti strozzo con le mie mani, altro che veleno." Lo invitai a sedersi e misi sul tavolo un piatto coi pancake e due tazze fumanti, caffè per lui e caffellatte per me, lo preferivo così la mattina.
Alzò le mani in segna di resa ancora con quel sorriso sornione sul viso, poi iniziammo a mangiare.
"Non lavori oggi?" Mi chiese improvvisamente.
Ricordai di non avergli mai detto di cosa mi occupavo, e che ero curiosa di chiedere invece cosa facesse lui.
"Ferie di natale, hai presente?" Era il 22 dicembre, e fortunatamente il mio capo partiva sempre per qualche viaggio con la famiglia, così avevo tutto il tempo per godermi la mia tristezza da sola. Da quando Eve era scomparsa non avevo più festeggiato il Natale.
O meglio, andavo a cena da Niall o da Emily ad anni alterni ma poi appena finivo, correvo a casa. Loro mi capivano, non avevano bisogno di spiegazioni, andava bene così.
"Che lavoro fai?" Il suo sguardo era vispo, attento, era davvero interessato a sapere di più di me. Non ero abituata.
"Gestisco un negozio di musica. Il mio capo è impegnato quasi sempre nel suo studio di incisione, quindi ha lasciato il negozio a me." Lo stesso studio di incisione dove Eve mi portava.
"È una bella responsabilità."
"Già. E tu invece? Oltre ai live cosa fai?" Morivo dalla curiosità.
"Io e mio fratello abbiamo un b&b, siamo soci. Ma da quando ho iniziato a fare i live, quindi da qualche anno, ci passo molto meno tempo rispetto a lui, lavoro su turni in pratica."
Annuii, immaginandolo in divisa dietro ad una reception. Sorrisi mentalmente a quell'immagine.
"Era il sogno di mia madre aprirne uno. Ha sempre lavorato negli hotel fin da quando era giovane. Sono contento che ci siamo riusciti."
Ingoiai il groppo che mi si era formato in gola quando aveva nominato sua madre. Mi sentii triste tutto d'un tratto, e ad Harry non sfuggì questo particolare.
"Non volevo rattristarti Scar, scusami."
"È okay, tranquillo." Sparecchiai velocemente, evitando di continuare quella conversazione. Eppure nella mia testa non riuscivo a smettere di pensare a mia madre.
C'erano persone in giro che avevano perso la madre per delle disgrazie, persone come Harry e suo fratello, ed ero davvero incazzata per questo, e la mia invece dopo quella tragedia era semplicemente sparita, partita per chissà dove senza aver mai dato segni di vita.
Come se io non ci fossi, come se fossi morta anch'io in quell'incidente.
Iniziai a sentire il cuore che mi martellava nel petto e non riuscivo più a controllare il respiro.
Oh no, non ora. Ti prego, non ora. Non davanti a lui.
"Scar? Scarlett che succede, stai bene?" Corse subito verso di me, mi prese il viso tra le mani.
"Guardami, Scarlett. Sono qui, ascolta solo la mia voce.
Respira con me okay?" La sua voce era calma, ma il suo sguardo diceva altro. Era lo sguardo di chi si sentiva in colpa, e io non volevo. Non era colpa di Harry.
Respiravo a fatica insieme a lui, mi guidava piano e pazientemente.
Eppure peggioravo soltanto. Mi portai una mano al petto, boccheggiando, e salii fino alla gola, che sembrava restringersi sempre di più.
Poi ad un tratto, finì tutto. L'ansia, le lacrime, il respiro corto. Le labbra di Harry erano sulle mie, mentre le sue mani grandi erano sul mio viso.
Non so esattamente quanto tempo passò prima che si allontanasse da me, perché sinceramente, mi sembrarono ore. Se prima respiravo a fatica, in quel momento non respirai per niente.
Quando ripresi lucidità, notai che il respiro stava tornando regolare.
"H-Harry..-" La mia voce era udibile appena. Cosa diavolo era appena successo?
"Ho letto da qualche parte che trattenere il fiato per qualche secondo può bloccare gli attacchi di panico."HARRY'S POV;
"Noah, mi servono i documenti degli ospiti della 5A per il check-out, dove cazzo li hai nascosti che non li trovo da nessuna parte?" Quanto mi faceva incazzare il suo disordine.
In realtà, solo quel giorno mi faceva incazzare.
Solitamente lo prendevo in giro per questo, stuzzicandolo con frasi del tipo "non troverai mai una ragazza se non diventi un adulto ordinato, lo sai?" con tanto di verso finale. Ma quel giorno proprio no.
Quel giorno avrei solo voluto spaccare tutto.
"Incazzarsi il giorno della vigilia non è bello Haz, così Santa Claus non ti porterà nulla, bambino cattivo. Oh e i documenti sono davanti a te, idiota." Mi diede una pacca sul sedere facendomi, inevitabilmente, ridere, mentre mi sventolava davanti ciò che stavo cercando.
"Sei un coglione, e io pure mi sa. Scusa."
"Ti scuso, purtroppo i geni sono quelli. Ma guarda il lato positivo, un quarto della bellezza ce l'hai anche tu." Si pavoneggiò per qualche minuto facendomi sorridere.
"Narcisista di merda, non voglio più ascoltarti mentre ti elogi in questo modo."
"Ah perché ci sono delle orecchie sotto a tutti questi ricci?"
Quello scambio di battute andò avanti almeno per una decina di minuti, fino a quando non mi accorsi dell'orario.
"Sono quasi le otto, dovremmo avviarci."
Noah annuì, prendendo le nostre giacche dall'ufficio.
Dopo aver attivato le porte automatiche per le uscite degli ospiti, e dato un'ultima occhiata alle telecamere di sicurezza, ci avviammo in auto.
Direzione? Casa Horan.
Una cena per la vigilia di Natale con Niall e la sua famiglia, e alcuni del gruppo.
Ero davvero felice per quell'invito, io e Noah eravamo sempre da soli durante le feste. Ma quest'anno era diverso, era tutto diverso.Quando realizzai che a quella cena ci sarebbe stata anche Scarlett, una strana sensazione si impossessò di ogni mia cellula.
La stessa Scarlett che dopo quel bacio, si chiuse in stessa lasciandomi completamente fuori. Due giorni senza vederla o sentirla. Uno strazio. Cosa saranno mai due giorni? Tutto. Per me erano tutto, e non riuscivo a darmi pace.
Sapevo che era colpa mia, sapevo di aver usato parole e modi sbagliati, ma non meritavo di essere trattato così.
Avrebbe dovuto darmi una spiegazione sufficiente a spiegare due giorni di silenzio assordante.Parcheggiai sul vialetto e ci avviammo alla porta.
"Harry, Noah! Sono contento siete qui! Venite." Il mio amico biondo era sulla porta sorridente e sincero come sempre.
"Grazie per l'invito Niall, te ne siamo grati." Il Noah educato con le persone che conosceva da poco mi faceva sempre un gran ridere.
Seguimmo Niall nella sala da pranzo dove si sarebbe svolta la cena.
Appena misi piede, come attratto da una forza maggiore, la prima persona su cui posai lo sguardo fu proprio lei, che ricambiò all'istante.
Era bellissima.
Aveva un abito corto e rosso di velluto, uno scollo a cuore le contornava il seno. Labbra piene e carnose coperte da un rossetto rosso scuro, che riusciva solo a farmi pensare a cose a cui non avrei dovuto pensare in quel momento. I capelli biondi non erano lisci come sempre, delle onde morbide le ricadevano sulle spalle.
Quando Noah mi disse di sedermi, mi resi conto di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo che l'avevo osservata.
Presi posto a tavola, esattamente di fronte a lei.
"Finalmente la ragazza sconosciuta ha un volto."
"Eh?"
"Haz, l'ho capito che è lei, vi state mangiando con gli occhi."
Oh Noah, avevi centrato in pieno.
Sei tu, Scarlett. Sei sempre stata tu.Io respirerò, però non me lo chiedere
mi consumerò sola in un posatenebre
distesa nel centro di una stanza senza muri
in cui con me rimangono solo le paure
a farmi compagnia
mentre sparisco al buio.
STAI LEGGENDO
Lonely souls 》 H.S.
RomanceLa storia di Scarlett e Harry, due ragazzi persi, arrabbiati, pieni di dolori accumulati negli anni, con il bisogno di qualcuno che resti, qualcuno che li ami per ciò che sono. Basterà uno sguardo per riuscire a leggersi dentro, perché due come loro...