Prologo

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Quando lo vidi sentì il mio cuore battere veloce, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era di sbattergli una padella in faccia.

-Prologo.

«Sto uscendo!» gridò a gran voce, Jessica.
«Ciao, mamma» la salutò frettolosamente la figlia, occupata a cliccare i pulsanti della tastiera del pc.
Jessica, chiuse la porta violentemente, facendo rimbombare il tonfo.
Eryn chiuse il computer portatile senza spegnerlo, e aprendo la porta della cucina, precedentemente chiusa, andò in camera sua a cambiarsi, finalmente sola.
Si lamentò per il freddo che si trovava in quella casa, o di più, in quel soggiorno grande e spazioso.
Eryn, entrò nella sua cameretta piccola, gustandosi il caldo che si trovava grazie alle finestre chiuse.
Si sfilò la maglietta, con l'intenzione di cambiarsi indossando dei vestiti caldi e comodi.
Ma dei passi dal soggiorno la disturbarono.
Non potevano essere ladri, non avevano niente da rubare in quella casa, se non il gran vaso blu con disegnati sopra dei fiori.
Scosse la testa, nessuno sapeva dell'esistenza di quel vaso.
Piegò accuratamente la maglietta sulla scrivania, pronta per indossare la maglia larga e rosa con disegnato un grande orso, che teneva un cartello con su scritto 'Hug me.'
«Chi sei?» domandò una voce dietro di lei, facendola sobbalzare.
Si girò verso la porta, e un ragazzo più o meno della sua età, era nello stipite della porta, indossava solo dei boxer neri, e teneva puntata verso di lei una lampada: quella della madre.
La ragazza nascose il suo reggiseno bianco, con disegnati dei cuori, che indossava, poggiando la maglietta sopra e guardò attentamente il ragazzo.
«Sono io che ti dovrei fare questa domanda, poiché abito qui» esclamò con tono di sfida, Eryn.
«Tu sei Eryn?» domandò il ragazzo abbassando la lampada.
Lei annuì, dubbiosa di come il ragazzo sapesse il suo nome.
Lui sorrise.
«Sono Zayn, il ragazzo di tua madre» si presentò allungando la mano non occupata vicino ad Eryn.
La ragazza sbuffò, ricordandosi della relazione della madre con un ragazzo che poteva essere il figlio.
Dopo la morte del marito di Jessica, essa cominciò a provarci spudoratamente con ragazzi dell'età della figlia, senza nessun pudore.
La ragazza indossò la maglietta, ormai stanca di sentire il freddo alle spalle.
«Perché sei ancora qui?» domandò Eryn, senza aver stretto la mano del ragazzo.
«Perché non sei uscito con mia madre?» domandò ancora immaginandosi una serata da sola.
Zayn ritirò la mano, facendola cadere vicino ai suoi stessi fianchi.
«È uscita con le sue amiche» borbottò pensando alle false amiche della fidanzata.
«Io volevo rimanere da sola» l'informò Eryn, sorridendo falsamente.
«Non puoi» scosse la testa, Zayn.
«Sei ancora troppo piccola» l'avvisò ridacchiando.
Lo fulminò con lo sguardo.
«E sentiamo, tu quanti anni hai? Persona adulta?» domandò trattenendosi una risata, Eryn.
«Ventidue anni» rispose velocemente, sorridendo.
Lei sbuffò.
«Hai solo tre anni più di me» sbottò arrabbiata.
«Quindi portami rispetto» sorrise lui.
«Aspetta, quindi tu, anche se hai solo tre anni più di me, puoi scoparti una quarantenne, che tra un po' va pure in menopausa, e io non posso rimanere da sola a casa mia?» gridò esasperata la ragazza dagli occhi verdi.
Lui annuì sorridendo.
«Lasciami sola!» gridò lei spingendolo fuori dalla porta, per poi chiuderla a chiave.

E mi chiedo: perché non l'ho fatto?

The boyfriend of the motherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora