I hate you

399 16 0
                                    

Nessuno può capire quanto odiai mia madre in quel momento, e odiavo anche lui, con quel sorriso menefreghista e il suo essere falso...

-I hate you.«Vi piace?» domandò premurosa, Jessica.
«Sì, è buonissima» rispose Zayn accarezzando la guancia della donna vicino a lui.
«Preferirei mangiare croccantini di cane» sbottò arrabbiata Eryn, lasciando che il cucchiaio si posasse nel piatto contenente la zuppa.
Jessica sbuffò, facendo uscire un sorriso a Zayn, che nascose portando il suo fazzoletto, prima posato vicino al piatto, sulle labbra.
«Sei la solita!» gridò acidamente.
«Fai almeno finta di essere felice!» sbuffò ancora, Jessica.
Eryn scoppiò a ridere falsamente.
«Dovrei essere felice che mia madre si fa un ragazzo che potrebbe essere suo figlio?» gli gridò contro intendendo Zayn.
«Vai subito in camera tua, adesso!» gridò Jessica indicando il piano di sopra.
Fulminò con lo sguardo sia lei, che il ragazzo che aveva di fianco.
Strisciò la sedia, e si alzò dirigendosi verso la cameretta, arrabbiata.
Prese il suo libro, pronta per studiare per il giorno successivo, poiché avrebbe avuto una verifica e andare impreparata non era nei suoi piani.
Cominciò a leggere qualche riga, ma la risata falsa e stupida della madre le entrò in testa facendole uscire una smorfia.
«Dai, Zayn! Smettila!» ridacchiò, facendogli intendere che voleva l'incontrario.
Lui ridacchiò.
Eryn, udì la porta della camera da letto dei due, chiudersi rumorosamente, e poi il letto sbattere contro la parete.
Pochi centimetri di parete la divideva da quei due.
Fece una faccia schifata tirando un colpo alla parete dietro di lei.
Dopo poco sentì anche dei gemiti.
Sbuffò, alzandosi dal letto.
Indossò le sue ciabbatte di Homer Simpson, prese la sua coperta e il cuscino, e uscì dalla cameretta.
«Vi odio!» gridò prima di uscire di casa, sbattendo violentemente la porta.
Camminò fino al parco, ricevendo sguardi spaventati delle persone, e certi divertiti.
Si sedette in una panchina, e poggiò il cuscino e la coperta, si avvolse coprendosi dal freddo della sera, cominciando a studiare.
Delle persone la guardarono curiosi, ma lei non parlò e si concentrò al libro.
Guardò l'orologio nel suo polso destro, notando che erano le 23.30. La domanda che si chiese subito, è quanto tempo ci aveva messo per arrivare.
Sicuramente tanto, poiché si sentiva piuttosto stanca.
Una macchina si fermò vicino alla sua panchina e abbassò il finestrino.
Lei, impaurita si strinse nelle coperte.
«Sali?» domandò Zayn ridendo a crepapelle.
Lei sbuffò, eppure prese gli oggetti portati prima da lei, e li caricò in macchina, sedendosi vicino a Zayn.
Cercò di aggiustare i suoi capelli con le mani, con scarsi risultati.
«Smettila, non sporcarmi la macchina di capelli» sbuffò Zayn, prendendo un capello che era caduto nel sedile.
«Permaloso» borbottò Eryn, incrociando le braccia al petto.
Lui sbuffò e continuò a guardare la strada, lei, invece guardò fuori dal finestrino, lasciando che il silenzio si imposessasse di quell'auto.
«Ti odio» sbuffò Eryn, facendo scoppiare a ridere Zayn.

...Odiavo soprattutto lui.


The boyfriend of the motherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora