He is dead.

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Non volevo crederci, ma questo non vuol dire che non era vero... purtroppo.
E quando lo capii nessuno poteva farmi tornare il sorriso.
Nessuno se non lei.

-He is dead.

«Zayn, devi venire!» sbuffò Eryn.
«Devi smetterla di far finta che lui non sia morto, perché è morto!» gridò.
«Lui non è morto!» gridò Zayn, spingendo Eryn.
«Non capisco perché tu ci voglia andare, neanche lo conoscevi!» sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
«Per farti compagnia...» sussurrò Eryn.
«Perché dovresti?» sbuffò.
«Perché sei un mio amico...» sussurrò un'altra volta Eryn, questa volta arrossendo.
«Amico?» rise di gusto Zayn.
«Tu non mi sei niente, se soltanto la figlia della mia fidanzata» disse Zayn.
«So che tu e mia madre non siete fidanzati, credevi che non me l'avrebbe detto?» disse Eryn.
«Sai... tutto?» sussurrò Zayn, impallidendo.
«Tutto cosa?» sbuffò Eryn, portando le mani tra i capelli.
«Niente...» sussurrò Zayn.
«E comunque non possiamo essere amici, tu sei scontrosa, antipatica e fastidiosa» disse Zayn, cambiando discorso.
«Sai Zayn cosa ti dico? Vaffanculo, e vacci» gridò, tirandogli addosso i vestiti del ragazzo.
Zayn, sbuffò tirando un pugno all'armadio per poi buttarsi a terra.
'A cosa mi serve Eryn?' pensò.
'Poi Liam non è morto'
«Lui non è morto» disse, stringendo le gambe al petto.

E chi l'avrebbe mai detto, che in quell'istante si trovava davvero in Chiesa al funerale di una persona che lui neanche credeva morta e soprattutto al fianco di quella mora.
Zayn se ne pentì quando vide delle persone piangere, le odiò intensamente.
Neanche lo conoscevano. Nessuno lo conosceva, solo lui.
Arrivò la bara e solo in quell'istante sentì gli occhi lucidi e groppo alla gola.
Era tutto vero, non era uno scherzo fatto tra amici: lui era morto.
Zayn, si morse il labbro e uscì velocemente dalla chiesa.
Sentì dei passi dietro di lui ma non si scomodò di guardare chi fosse dietro di lui.
Andò verso un parco: il loro parco.
Si sedette nella panchina in cui si sedevano sempre.
Le lacrime gli cominciarono ad uscire dagli occhi.
«Zayn...» sussurrò Eryn.
«Vai via» disse lui, guardando il cielo cercando di cancellare le lacrime che scendevano troppo velocemente.
Lei non l'ascoltò, lo guardò.
«Lui...» sussurrò Zayn, singhiozzando.
«Lui era il mio migliore amico» sussurrò, per poi buttarsi a terra, tenendo le mani tra i capelli.
Eryn, si avvicinò stringendolo in un abbraccio.
«Lui non c'è più... Eryn, non c'è più... Mi sento vuoto» gridò piangendo.
«È l'unico amico che ho... ed io... ecco... io...» sussurrò, piangendo.
«Zayn, ci sono io» lo consolò, abbracciandolo.
«Portami via da questo posto di persone false, io ti prego» disse, guardandola nei occhi.
Eryn si spaventò, aveva gli occhi rosso sangue dalle lacrime e gli occhi più spenti di sempre.
Gli strinse la mano, asciugandogli gli occhi.
Si incamminarono verso casa.
Nessuno dei due parlò, Eryn capì che Zayn aveva bisogno di silenzio.
Arrivarono a casa ed Eryn, fece sedere Zayn sul divano.
«Eryn... sono così solo...» sussurrò Zayn.
«Zayn, ci sono io» disse, stringendolo a sé.
«E tu cosa sei per me?» domandò Zayn.
«Un'amica» disse, stringendolo più forte.
«Io non voglio che tu sia mia amica» sussurrò Zayn.
Ella, si incupì, e lasciò andare Zayn.
«Io, Eryn... io...» disse balbettando Zayn.
Eryn cominciò a credere di aver solo sprecato tempo fin quando Zayn non fece coincidere le sue stesse labbra con quelle della ragazza.
Lei, sentì le farfalle nello stomaco, e vari brividi salirgli nella schiena.
Per lui fu tutto molto migliore, si sentì vivere, finalmente.
Il bacio continuò, e Zayn si stese sopra Eryn, infilandosi tra le sue gambe.
Gli lasciò le labbra, baciandole il collo.
«Eryn mi piaci da impazzire» le sussurrò all'orecchio, per poi mordicchiarle il lobo.
Ad interromperli fu il campanello.
Zayn non lo ascoltò e continuò a baciarle il collo.
«Z-zayn...» balbettò Eryn.
«Magari è s-successo qualcosa» sussurrò, spingendolo e ricevendo uno sbuffo da parte di lui.
Lei, cercò di aggiustarsi i capelli invano, poi rinunciò ed andò ad aprire alla porta.
Trovò Perrie.
«Ciao Eryn, c'è Zayn?» domandò Perrie.
«Sì -disse irritata- entra» concluse, aprendo la porta.
Pensò anche di sbattergliela in faccia, ma fu troppo tardi.
«Perrie, che cosa vuoi?» sbuffò Zayn.
Lei non l'ascoltò e si sedette nel divano.
«Eryn, mi porti un po' di tea? Ti prego» la supplicò.
Eryn, pensò di dirgli che non era la sua cameriera e che non avrebbe lasciato il suo fidanzato con lei, ma alla fine andò a prepararglielo.
Nessuno parlava nella stanza.
Eryn, cominciò ad aver paura e fu felice quando finì di fare il tea.
Entrò nella stanza e vide Zayn che guardava il soffitto irritato e Perrie che si guardava le unghie nervosa.
«Perrie, cosa volevi dirmi?» sbuffò finalmente Zayn.
«Ecco, io...» sussurrò Perrie.
«Se sei venuta a dirmi che mi ami puoi anche andartene, ora sono fidanzato con Eryn» disse, facendo sobbalzare Eryn.
'Fidanzati che bella parola', pensò Eryn, avvicinandosi a dare il tea a Perrie.
«Zayn, sono incinta e tu sei il padre»
Si sentì solo una tazza cadere e una macchia di tea prese posto sul pavimento.

The boyfriend of the motherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora