La mafia Americana si diceva fosse molto legata alle regole e, affinché queste venissero seguite fu creata "la commissione" composta dai quattro uomini più potenti.
Essi, venivano interpellati per tutto, dai trasporti di traffici di droga alle vendette personali, nulla procedeva senza che loro lo sapessero eppure c'era chi della commissione in poche parole se ne fregava.
Rafael Miller, mafioso Brasiliano trasferitosi a New York poiché stanco della vita noiosa a Rio. Era famoso per non rispettare nessuna delle regole, e creare scompiglio attirando su di sé le tutte le attenzioni dei quattro uomini.
<<Insomma Rafael, sono stanco di dovermi esporre per te>> proruppe uno di questi mentre per l'ennesima volta si trovava faccia a faccia con l'uomo che però sembrava tutt'altro che dispiaciuto <<Perché non riesci a startene un po' buono? Hai le ricchezze per poterti godere a pieno la vita, cosa ci guadagni nel metterti nei casini?>> continuò
Rafael dal canto suo ridacchiò al rimprovero, e mentre gironzolava nell'immenso salone disse: <<Una delle leggi dice che è giusto pareggiare i conti se uno o più uomini della propria famiglia vengono uccisi>>
<<Ma tu non sai chi sia stato, hai preso di mira una persona a caso e l'hai uccisa, davanti a più testimoni tra l'altro, mossa davvero stupida>> ruggì ancora l'uomo <<Se ti fanno un torto vieni da me Rafael, ne parli con me e io ti aiuto...>>
Rafael tuttavia, smise di ascoltarlo quando si trovò davanti ad un quadro, catturato dalla ragazza che vi era raffigurata. Ne studiò i lineamenti smettendo così di ascoltare il monologo dell'uomo alle sue spalle, era visibile solo metà viso della ragazza poiché era ritratta di spalle con il viso girato, riuscì a vedere gli occhi incredibilmente neri, le labbra piene e il naso dritto, i capelli scompigliati dal vento rendevano difficile scorgere qualche altro dettaglio, ne rimase ammaliato l'uomo tantoché il tonfo della porta d'ingresso lo fece sussultare, si girò di scatto mettendo la mano sul fodero della pistola ma quando vide avanzare una ragazza fece un passo indietro.
<<Papà>> proruppe
L'uomo che fino ad un attimo prima era intento a parlare da solo sbiancò leggermente e ciò non passo inosservato ai due ragazzi che si ritrovarono faccia a faccia.
Lunghi capelli neri incorniciavano un viso d'angelo, il fisico slanciato fasciato da un top e un pantalone, Rafael, che era alto un metro e novanta si trovò a calcolare un'altezza non inferiore al metro e ottanta, la studiò a lungo per poi collegarla all'immagine della ragazza che vi era raffigurata nella foto.
Eppure ciò che gli saltò all'occhio fu la ferita alla spalla sinistra e il sangue oramai asciutto che le sporcava il braccio e si chiese come fosse possibile che non stesse mostrando alcun tipo di sofferenza, il viso era inespressivo mentre anche lei dal canto suo studiava l'uomo che aveva di fronte.
<<E tu chi sei?>> chiese lei con tono freddo
<<Questo dovrei chiederlo io, conosco quest'uomo da molto tempo ma non sapevo si facesse le ragazzine>> rispose Rafael beffardo
Evelyn strinse gli occhi in due fessure mentre Marcus invece si ritrovò a dover rispondere <<Lei è mia figlia>>
Rafael rimase interdetto per un paio di secondi, poiché conosceva Trevor ma della ragazza non aveva mai sentito parlare <<E perché mai non l'hai mai nominata?>>
<<Questi non sono affari tuoi>> rispose lei
<<Lo sono visto che adesso io so qualcosa che evidentemente doveva rimanere un segreto, wow Marcus dici a me di doverti dire tutto e tu sei il primo che nasconde...>>
