Evelyn.7

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Tutti rimasero immobili anche quando Aleksander andò via, l'unico a parlare fu Daniel che rabbioso si rivolse alla ragazza

<<L'hai lasciato andare>>

<<E con questo?>> chiese lei stringendo gli occhi in due fessure

<<Aleksander Volkov, sai chi è?>>

La ragazza inarcò un sopracciglio, e Daniel si sentì preso in giro <<Pensi che sia stupida?>> chiese ironica

<<Dovevi ucciderlo>>

<<L'ho ferito, e lui si è lasciato ferire>> constatò lei alzando le spalle

<<Avevi un'occasion->>

<<Oggi nessuno doveva versare sangue Daniel McCall! Lui non era venuto qui per questo motivo>>

Daniel rimase scioccato quando udì il tono di voce rabbioso della ragazza e per un millesimo di secondo gli parve di sentire Rafael. Rimase zitto voltando poi le spalle alla ragazza e nel farlo incontrò gli occhi scuri del suo amico, lo scrutò per bene e vide come non era contento del tono che lui stesso aveva usato contro di lei, ma non gli importò, s'incamminò verso l'entrata della villa lasciandosi alle spalle tutti.

Tutti andarono via, rimasero solo Trevor, James, Evelyn e Rafael. I quattro si accomodarono nello studio per poter chiarire il punto di quello che era successo.

<<Come conoscete Alek?>> chiese Rafael, i tre si guardarono e fu Evelyn a prendere la parola, perché era lei che doveva parlare <<Stavamo insieme, due anni fa>>

Rafael non ne fu sorpreso, aveva capito che c'era stato qualcosa fra i due, si chiese quale fosse l'intensità di quello che avevano avuto ma tenne quel dubbio per sé, avrebbe approfondito in seguito, ciò che davvero gli interessava era il perché lui si fosse preso il disturbo di arrivare fin lì <<Che volesse darti un avvertimento?>> James diede voce ai suoi dubbi attirando su di sé gli occhi di tutti <<Insomma cosa lo spinge a ritornare?>> la sua domanda era legittima, eppure non riusciva a trovare una risposta che potesse essere altrettanto legittima.

<<Lui è venuto per avvisarmi, era al Bronx durante l'attacco l'ha detto lui stesso>> prese a parlare Evelyn facendo il giro della scrivania per poi far perdere lo sguardo oltre la finestra <<Pensi abbia visto chi è stato?>> chiese dunque Trevor <<No, me lo avrebbe fatto capire, penso sia venuto solo per il gusto di rovinarmi la giornata, non che fosse una delle giornate migliori che io abbia passato>>

Rafael che intanto se ne stava in silenzio iniziò a pensare a cosa voleva significare l'ingresso di Volkov nella sua villa, e quindi pensò bene che i suoi dubbi potevano e dovevano essere messi a tacere dallo stesso.

<<Penso che sia ora che voi andiate>> ordinò improvvisamente

<<James rimarrà qui con me>> disse Evelyn con l'intento di dargli fastidio

<<Fatti dare una stanza allora e esci da questo studio ho bisogno di stare solo con la mia signora>>

<<Esco solo se me lo chiede Evelyn>>

Rafael inarcò un sopracciglio fronteggiando il ragazzo che aveva osato rispondere, gli si avvicinò in pochi passi ma ciò che lo frenò fu la mano di Evelyn che gli premette sul petto <<Puoi andare James, ti chiamo più tardi Trevor e ti chiedo di fare altrettanto ogni giorno>>

Non lo perse di vista quel James, aveva come la sensazione che quel ragazzo nascondesse qualcosa, e quasi rise di se stesso, era bastato vedere una ragazzina per stravolgere la sua vita. Insomma a lui piaceva il potere, e quando ordinò quel matrimonio pensò solo che Evelyn, l'angelo nero della famiglia Miller gli avrebbe portato il doppio se non il triplo della ricchezza. Il suo modo di fare lo incuriosì ammise, le donne, nel suo mondo stavano al loro posto, in silenzio e non si mettevano mai in mezzo, invece lei sembrava essere la sua versione femminile.

<<Che cosa vuoi Rafael?>>

<<Vorrei poter stare solo con mia moglie>>

Evelyn s'irrigidì nell'udire com'era stata etichettata, sembrava quasi una sottomessa e lei, non si faceva dominare da nulla, da nessuno.

<<Mettiamo in chiaro alcune cose Rafael, questo-disse indicando la fede- non fa di te il mio padre, e non mi costringe a passare del tempo con te, in nessuna forma>>

Non si aspettava una risposta diversa, ma questo non lo fermo dall'avvicinarsi al suo corpo, lei rimase lì a studiare le sue mosse immobile, avvertì uno strano formicolio allo stomaco e non le piacque per niente, ma non riuscì a fare niente per sottrarsi al suo tocco "è la seconda volta che mi sfiora" pensò, e lui era come ipnotizzato dalle sue stesse mani che le sfioravano lo zigomo scendendo poi lungo la clavicola, fu soddisfatto quando percepì i brividi che le ripercorrevano il corpo. Non parlavano entrambi erano assorti dai movimenti di Rafael che lentamente le accarezzava la spalla scendendo fino alla mano che afferrò portandosela poi alla bocca e baciandole le nocche <<Non ho mai pensato che tu potessi essere una mia sottoposta Evelyn, anzi credo proprio che non potevo scegliere persona migliore per stare al mio fianco>> e senza preavviso l'attirò a sé facendo scontrare i loro petti <<Rafael>> la voce le tremava, mentre lentamente le labbra di Rafael le marchiavano il collo, e lei ne fu rapita, guidata dalla sua bocca inclinò la testa dandogli più spazio, gesto, che Rafael apprezzò. Mosse lentamente le gambe portandola contro la parete alle sue spalle imprigionandola così col suo corpo. Evelyn fece scorrere le mani lungo l'addome chiuso nell'abito nero constatando quando potesse essere duro, e strinse le gambe in preda all'eccitazione che le scorreva mentre lui scendeva lentamente con la bocca, si fermò arrivato alla bordura dell'abito, solo all'ora alzò gli occhi e l'incastrò in quelli di lei che brillavano di lussuria, si guardarono ma fu lei sotto lo sguardo attento di lui a iniziare a sbottonare la giacca e subito dopo il gilet <<Sei pericolosa Evelyn>> confessò rapito a sua volta dalle mani di lei che avevano preso a sbottonare con estrema lentezza la camicia <<Anche tu>> disse per poi posare un bacio nel petto di lui, e solo quando lo liberò dalla camicia poté ammirare il Maori che marchiava la sua pelle, e tutto ciò l'eccitò ancora di più, inizio con l'indice a tracciare le linee scure che s'intrecciavano e questo fece perdere il senno della ragione a Rafael che iniziò a divorarle la bocca quasi con disperazione.

Le strappò di dosso il vestito da sposa e si perse ad ammirarla completamente nuda sotto i suoi occhi, non ci pensò due volte a prenderla in braccio per poi possederla contro quel muro. 

EvelynDove le storie prendono vita. Scoprilo ora