' Aldrich Winston osservava la pressa industriale con occhi stanchi, immerso nella monotonia della sua routine lavorativa.
"Sono solo qui da due ore, come posso fare?" si chiese, mentre la macchina continuava il suo ciclo incessante di produzione.
"Prendi la maschera, metti il pezzo maschio, aggiungi l'ingranaggio, metti il pezzo femmina, spingi entrambi i bottoni e pressa" gli ricordò la voce monotona del supervisore.
L'aria sibilante nei tubi accompagnò il movimento della pressa mentre chiudeva il pezzo con precisione.
Aldrich ispezionò il pezzo con scrupolo una volta estratto dalla maschera, quindi lo posò con gli altri.
"Almeno ho questa vista statica del paesaggio... le uniche cose che si muovono sono le nuvole e quegli uccellini che si vedono di sfuggita." pensò, lasciando vagare la mente, mentre il vento agitava i tendoni contro i muri dell'azienda.
L'immaginazione di Aldrich prese il volo, creando visioni che sfidavano la realtà circostante.
La mente divagò verso immagini di distruzione, con una bomba atomica che si materializzava solo nella sua fantasia, mentre lui rimaneva imperturbabile di fronte alla sua visione.
Tornato a casa, Aldrich, si trovò di fronte a un foglio bianco sullo schermo del computer. "Vedo alcune volte un ragazzo che cammina sulle dune del deserto... cercando forse la sua libertà?" scrisse, iniziando una storia che cercava di plasmare con la sua immaginazione.Ma l'ispirazione sparì via come un'ombra sfuggente.
Anche se tentava di scrivere, le parole rimanevano immobili sulla pagina, incapaci di prendere vita. La frustrazione di Aldrich cresceva, mentre cercava invano di dare forma alla trama che si intrecciava nella sua mente.
Guardò i libri nella sua biblioteca e si sentì affogare nell'incapacità di ricreare quel senso di meraviglia e mistero che aveva trovato leggendo quelle pagine.
"Va sempre a finire così ogni volta che mi viene in mente qualcosa, non ho idee su come continuare." mormorò, guardando il soffitto con occhi stanchi.
Il desiderio di fama e successo bruciava dentro di lui come una fiamma implacabile.
Ma mentre lottava per realizzare il suo sogno, qualcosa di oscuro si avvicinava, attratto dalla sua ambizione e vulnerabilità.
Aldrich si addormentò senza cenare con l'anima affamata di riconoscimento e successo.Il giorno successivo tornò a lavoro, intrappolato nella sua routine, mentre la sua mente continuava a vagare in mondi di fantasia, sperando ancora di trovare l'ispirazione che lo avrebbe liberato dalla sua prigione di mediocrità.
Il giorno seguente si trovò nuovamente ancorato alla sua postazione di lavoro, immobile, di fronte alle finestre che guardavano il doblo del capo allontanarsi per una spedizione. Le sue mani, nel frattempo, continuavano a svolgere i compiti assegnati con un automatismo quasi spaventoso.
Il riflesso di un volto nel vetro attirò brevemente la sua attenzione, svanendo subito dopo.
Aldrich scosse la testa, attribuendo l'apparizione a una fugace allucinazione.
"Aldrich, potresti portare i sacchi di materiale?" chiese un collega.
"Si, certo!" rispose prontamente, dirigendosi verso i sacchi e trasportandoli fino al macchinario.
Tornato alla sua postazione, riprese il lavoro, ma un leggero dolore cominciò a farsi sentire sulla sua spalla.
"Ah, ecco! Quei dannati sacchi si fanno sentire" borbottò, riferendosi al fastidio che gli provocano quei sacchi molto pesanti, mentre il dolore si faceva più acuto con il passare del tempo.
La campana, che annunciava la fine del turno, lo liberò da quel tormento.
Indossò la giacca, timbrò il cartellino e lasciò l'azienda.
Tornato a casa, dopo aver fatto una doccia rilassante e una cena solitaria, si ritrovò di fronte al computer fissando la pagina bianca senza trovare le parole per riempirla.Esausto da questa situazione si coricò nel letto, le lacrime sgorgavano silenziose sotto le coperte, un eco dei suoi sogni infranti.
"Voglio diventare famoso, come posso riuscirci?" singhiozzò e il suo lamento riempì il silenzio della stanza.
"Voglio essere un grande scrittore, vivere senza vincoli, senza orari, senza il peso di chi ti controlla".
Poi, avvolto dall'oscurità, un rumore improvviso lo risvegliò. "Fama e ricchezza, è ciò che desideri, Aldrich Winston." sibilò una voce dall'ombra.
Aldrich si alzò di scatto, e corse subito a prendere una mazza da baseball che posizionò come una spada.
"Chi è là ?" urlò, accendendo la luce con un gesto repentino.
Ma nella sua stanza c'era solo lui, immobile e solo.
Il computer ancora acceso, la pagina bianca che lo fissava con la sua mutevolezza.
Nell'oscurità di un'altra stanza, la voce continuava a sussurrare, attirandolo sempre di più nell'abisso dei suoi desideri più oscuri.
Era una voce elegante, avvolta da un tono persuasivo che sembrava danzare nell'aria come una melodia malefica.
"Lei, Signor Aldrich Winston, possiede un'anima superba desiderosa di fama e ricchezza" sussurrò, penetrando nell'oscurità della stanza con una presenza inquietante.
"Chi sei?" chiese Aldrich.
Iniziò a sentire un brivido corrergli lungo la schiena, mentre il suono di quella voce gli faceva eco nell'anima.
"Io sono il Signor Lucifero" rispose la voce.
Il nome serpeggiava nell'ombra come un sussurro sinistro, avvolgendo la mente di Aldrich.
"Fatti vedere!" gridò Aldrich, cercando di dominare la paura che lo avvolgeva.
"Oh no no... mi vedrai solo quando l'ombra calerà su di te." rispose la voce con un tono beffardo, mentre Aldrich percepiva un respiro gelido che si insinuava attraverso la parete di tenebre che lo separava dalla presenza invisibile.
Aldrich iniziò a camminare per casa e si avvicinò all'interruttore della sala con la mano tremante, percependo il brivido dell'anticipazione nell'aria carica di tensione.
Con un movimento rapido, accese la luce, poi corse ad illuminare anche le altre stanze.
Ma nella casa c'era solo lui, avvolto dal silenzio e dalla solitudine.
"Forse è solo la mia immaginazione... o forse sto ancora sognando" si disse, pizzicandosi per cercare di svegliarsi da quell'incubo.
Si ritirò nel letto, lasciò solo la luce della sua camera accesa, lasciando che il bagliore fioco della lampada gli tenesse compagnia mentre si addormentava, ignaro del fatto che nell'ombra delle altre stanze qualcosa o qualcuno attendeva pazientemente di offrirgli una proposta che avrebbe potuto cambiare il corso della sua vita per sempre.
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Pillole
AcakFOGLIO ILLUSTRATIVO: INFORMAZIONI PER L'UTILIZZATORE Legga attentamente il foglio illustrativo. Contenuto di questo foglio: 1. Che cos'è Pillole e a cosa serve. 2. Possibili effetti indesiderati. 3. Come conservare Pillole. 4. Se ha qual...