Capitolo VI

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Akanariç era alto circa sul metro e ottanta, aveva capelli rosso fuoco, lisci e corti; gli occhi erano verdi, grandi e simili a quelli di una principessa Disney. Aveva un piccolo naso a patata e sotto di esso due labbra carnose e più rosate rispetto al pallido della pelle.

«Quindi tu sei il colui che ha aiutato Seth.» Disse Crono con un sorriso parecchio maligno, che nascose la sua rabbia, mentre lui continuava a tenere Anubi. «Beh, suppongo che per questo affronto dovrò ucciderti...»

Il volto del ragazzo sbiancò nel terrore anche se tentò di nasconderlo, mettendo in mezzo il suo "esser protetto dalla Morte stessa" e che quindi sarebbe tornato in vita grazie ad esso.

«E tu ne sei proprio sicuro? Potrei ucciderti e prendermi la tua anima, così che mio fratello non possa riportarti in vita.» Crono lo guardò poi con lo stesso maligno sorriso, mettendogli ansia.

«Stai bleffando... Non lo faresti!» Il giovane Akanariç esclamò, iniziando a tremare davanti a quel Dio che potere di vita e morte aveva su di lui.

«Scommettiamo?» Rise Crono. «Facciamo cosi... Io non ti uccido e tu, in cambio, togli la barriera che si trova intorno alla piramide di Seth.» Guardò poi il ragazzo, avvicinandosi e alzandogli il volto cosi da guardarlo bene in viso...

«Si... signore...» A quelle parole Crono sorrise e si avvicinò al volto dell'altro col suo, poi bisbigliando al suo orecchio: «Bravo ragazzo... Illuminami ora... Quanti anni hai?»

Il ragazzo tacette per qualche momento, cercando di capire cosa fosse appena successo... Finché non tornò ai suoi sensi e rispose: «Io ho 39 anni signore...»

«Hm... Non sei poi così giovane...» Crono lo fisso per diversi attimi, prima di girarsi verso Anubi. «Ok, bene... Abbiamo il metodo per entrare, andiamo.»

Anubi annuì anche se in cuore suo voleva uccidere quel dannato ragazzo per aver permesso a Seth di rapire il suo amato.

Si incamminarono verso la piramide di Seth, nel mentre, solo il vento portato da Eolo era audibile. Anubi stette zitto, cercando di stare il più fermo possibile e sottraendo il suo desiderio di prendere Akanariç e strangolarlo.

Finché improvvisamente cominciò a fare freddo e la poca vegetazione che si trovava lì non appassì.

Un forte vento si elevò sui tre e appena passò, Akanariç era sparito. «Fratello. Pensavo sapessi che non è educato toccare ciò che non t'appartiene.»
Crono si girò e vide che suo fratello, la Morte, lo fissava con occhi apatici.

«Akanariç mi appartiene. E non tollero che tu ne flirti.» Crono lo guardò male, poi spiegandogli che Seth aveva rapito Tamako e che il suo caro lo aveva aiutato nel rapimento.

Il ragazzo cominciò a giustificarsi dicendo che Seth lo aveva minacciato di morte e tortura se non avesse accettato, ma naturalmente, questo a Crono e Anubi, non importava.

La Morte guardò Akanariç e lo prese in braccio, poi girandosi verso suo fratello e nipote e dicendo: «Molto bene. Akanariç potrà aiutarvi, ma voglio esser presente.»

Crono ed Anubi si guardarono per un attimo prima di annuire tra loro e dopodiché alla Morte.

Si rincamminarono verso la piramide di Seth, stavolta con la Morte stessa a loro fianco, che non perdette tempo a fare capire che Akanariç era suo, iniziando a baciarlo sulle labbra e collo.

«Non sapevo si potesse scopare il proprio schiavetto.» Anubi lo prese per il culo, però guardandolo innervosito.

«Non è il mio schiavo, quanto un mio compagno. Abbiamo fatto un patto e ora lui appartiene a me come io appartengo a lui.» La Morte rispose, guardando Anubi con uno sguardo tagliente, che lo fece girare e prendere dall'ira dato che non era riuscito ad avere la meglio.

[...]

Nel mentre che i quattro si incamminavano, nella piramide, Seth stava pomiciando ancora con l'ormai mortale Tamako, che purtroppo era crollato e che ormai non poteva fare altro se non dargli corda.

Erano distesi sul letto, entrambi nudi.
Seth si trovava sopra Tamako mentre gli teneva le gambe ben spalancate e lo baciava; procedette poi a far scivolare lentamente la sua mano destra giù per il suo torso, fino a raggiungere il mezzo delle sue gambe e iniziare a strofinare lentamente la sua estremità.

Tamako iniziò a gemere ed imprecare il nome del figlio, affondando le dita nelle sue spalle e arcando la testa all'indietro.

«Non è ancora nulla... Aspetta che ti inizi ad aprire.» Seth rise, passando dal strusciare l'estremità di suo padre, all'affondare indice e medio dentro la sua rientranza.

Tamako non potè fare a meno che gemere, preso dal dolore che le dita del figlio gli portavano. Si dimenò, alzando la parte superiore del corpo «A...Aspetta-! Aspetta-!» Gemette, però subito ripreso da Seth, che cinese le sue braccia intorno al suo busto e continuò a fare dentro lui, finché Tamako non venne, facendo scendere il suo seme giù fino alla mano di Seth, che la portò alla bocca e la lecco.

Dopodiché si inginocchiò tra le gambe del padre, sorridendo maliziosamente. «Seth... Ti prego... fai piano...» Implorò il padre, mentre si preparava all'intrusione del membro del figlio dentro di sé...

Seth lo guardò e sorrise più dolcemente, poi appoggiando la sua mano sulla guancia dell'altro. «Sei così carino...» Si avvicinò e gli baciò la guancia. «Allora tiriamola per le lunghe...»

Seth si abbassò fino ad arrivare al petto del rapito e iniziando a succhiarne il capezzolo sinistro mentre toccava l'altro con la mano destra.

Tamako sussultò ma si ritrovò più a suo agio con quel gesto rispetto al solo pensare dell'intrusione del figlio dentro di lui.

«Tamako... Sei così... Perfetto...» Seth sussurrò, poi però interrotto da una specie di scossa, che lo fece sussultare. Tamako invece sorrise, sapendo che erano arrivati Crono ed Anubi, riuscendo a sentire la loro vicina presenza...

«Merda..!» Esclamò Seth, rivestendosi immediatamente e scappando, lasciando Tamako, legato al letto.

Dopo poco si udirono i richiami di Anubi, Crono e persino la Morte che esclamavano il nome di colui dai bianchi capelli, richiamo che quest'ultimo subito ricambiò, facendosi sentire in modo che capissero dove si trovava.

Dopo una decina di minuti lo trovarono e liberarono, facendosi raccontare tutto quello che gli era accaduto e come Seth gli avesse tolto i poteri.

«L'amuleto è questo?» Chiese la Morte, prendendo un medaglione color azzurro da terra e facendolo penzolare nella sua mano.

«Sì! È quello!» Tamako esclamò, guardandolo. «Hm... Interessante... Bene, penso di poterlo aprire e ridarti i poteri.» Tamako ringraziò e predicò suo fratello.

La Morte aprì il medaglione e lo puntò verso Tamako, così facendolo colpire dalla luce ormai color azzurro che in poco lo fece ritornare come prima...

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