Nell'intanto che tutto ciò stava accadendo, Seth era scappato, riuscendo anche a sfuggir all'occhio dello zio, la Morte... Ora si trovava ad alcuni kilometri dalla sua piramide, finché non venne scrutato da Horus, che non perse tempo e iniziò a seguirlo.
«Dannato Akanaric... Quando lo troverò farò sì che crepi!» Furiosamente Seth urlò. Horus rimase a guardare, però non potendo fare a meno di notare quanto per lui suo zio fosse bello: capelli lisci, lunghi e rossi, un viso ovale, pelle rosa carne leggermente abbronzata, due occhi marroni e in quel momento furiosi, naso a patata, labbra non troppo carnose; alto un metro e novanta, corpo non eccessivamente muscoloso, ma giovanile.
Ah e com'era bello Seth per Horus...
La tunica che indossava si era anche strappata, lasciandolo a petto nudo. Horus lo vide poi evocar dalla sabbia la sua maschera, che rimembrava la testa di un fennec con velo bianco che scendeva dietro il capo e nuca.
Seth si diresse poi ad un fiume molto famoso: Il Nilo; dove si sciacquò e lavò i suoi panni, tutto nel mentre che veniva scrutato dal nipote, ch'era rosso in viso dalla bella visione di Seth che si bagnava; alla fine, finì anche lui dentro il fiume cadendo dall'albero dove si era posato.
Solo allora Seth si accorse di esser stato seguito e spiato da un altro; uscì allora subito dall'acqua, rivestendosi con i pochi stracci che gli rimanevano ed evocando le sue due falci, che subito puntò verso Horus. «Mi spiavi!» Esclamò.
Horus, imbarazzato, uscì dall'acqua, tentando di spiegare. «Dammi un buon motivo per non staccarti la testa!» Seth lo minacciò, non distogliendo lo sguardò; Horus si mise le mani avanti e tentò di spiegare «Seth... Lascia che ti aiuti, te ne prego... Non sono qui per farti del male!»
Seth naturalmente non gli credette, continuando a puntargli al collo le due falci, non abbassando la guardia nemmeno per un secondo. «Ho detto... Dammi un motivo per non mandarti da tuo padre.»
«Seth... Mi avevano ordinato di tenere d'occhio la piramide in caso tu fossi scappato, seguendoti e catturandoti in caso ti avessi quindi visto... Ma non ho potuto fare a meno di notar quanto tu sia magnifico... Sono innamorato di te, follemente! E dannazione se sono geloso del fatto che Tamako possa prendersi tutto il posto del tuo cuore.»
A quelle parole, Seth rimase scioccato, abbassando la guardia e guardando l'altro con occhi sgranati. «Cosa..?» Attimi di silenzio passarono tra i due, dove restarono solo a guardarsi.
«Giuro che se tutto ciò è uno stupido trabbocchetto per perdere tempo affinché i tuoi rinforzi arrivino, io ti uccido.»
«No, no! Io ti amo veramente! Credimi, Seth!» Horus lo supplicò, prendendo le mani dello zio nelle sue e guardandolo con occhi da cucciolo, che risplendevano alla luce del sole; Seth lo lasciò fare, le sue guancie diventavano man mano più rosse, ma lui non osava distogliere lo sguardo; notando il rossore, Horus sorrise e avvicinò il suo viso al viso dell'altro.
Seth indietreggiò, non provando gli stessi sentimenti per il figlio di suo fratello. «Horus... Amo Tamako e lo sai...» A quella frase, lo sguardo di Horus di oscurò e le sue speranze di poter stare con colui di cui si era innamorato. Divenne freddo, distante e Seth sentì addirittura l'aria farsi più fredda intorno a loro ed il vento tagliente.
«Compredo...» Disse Horus con tono e sguardo bassi. Seth cominciò a sentirsi in colpa, però rimpiazzando quell'emozione con la sua solità crudeltà.
«Vattene da qui, subito.» Horus gli comandò, sentendo il suo cuore venir masticato e maciullato dalla dea Amit. Seth stette immobile, un misto tra lo shock e l'incredulità aleggiavano per la sua mente.
«Ti sto dando la possibilità di scappare: coglila prima che me ne penta.» Horus gli disse fermamente, anche se, ormai, nemmeno più riusciva a trattenere tutte quelle lacrime di dolore che gli si formavano negli occhi.
Si girò, dando le spalle allo zio, mentre quest'ultimo sospirò, poi avvicinandosi al nipote e poggiando la sua testa sull'altrui spalla. «Horus... Sei sempre stato molto gentile e comprensivo, mi hai sempre difeso e stesso ora dissubidisci agli ordini che ti sono stati dati, lasciandomi scappar via da qui... Potessi scegliere chi amare, senza dubbio sceglierei te, ma sai molto bene che al cuore non si comanda e per questo motivo, io ti chiedo perdono...»
Horus non proferò parola, facendo diventare il silenzio, parecchio rumoroso; spinse poi via lo zio, non guardandolo nemmeno di sfuggita.
«Horus, cerca di capire...» Seth provò a dire, stavolta essendo più incazzato che triste. «Oh, ma io ho capito... Invece, ora, prova a comprendere tu: sono ferito, mi sento uno schifo, vorrei stesso ora cessare di esistere, sono arrabbiato e vorrei TANTO catturarti stesso ora... Ma ti amo troppo e non riuscirei mai a farti del male... Perciò ora vattene e non farmi soffrire ulteriormente.»
Seth chiuse gli occhi e arcò il viso verso il basso, capendo il dolore dell'altro, mentre quest'ultimo, preso da lacrime e dolore, non volò via piangendo.
«Ora capisco Tamako...» Seth mormorò, sedendosi sulla sabbia e guardando il suo riflesso nelle acque del Nilo; «Horus, dopotutto, non è come me... Lui mi ha lasciato andare, mentre io ho rapito e fatto del male a colui che amo...»
Chiuse poi gli occhi, pensando alle sue azioni passato: pensando agli errori, sfruttamenti, uccisioni... Al suo egoismo, crudeltà, eccetera...
«Ti ho chiedo perdono padre... Ti prego, perdonami... Mi pento delle mie azioni e delle mie scelte» Seth disse, guardando su quel cielo, che si macchiava man mano di rosso con la morte del Sole. Si alzò solo allora, avviandosi verso Sud e rifugiandosi nella casa abbandonata di un faraone ormai deceduto.
Diede fuoco e sterminò tutti i parassiti, poi prendendo del papiro e usandolo come letto, o almeno usarlo per rendere più comodo il pavimento sottostante e si mise poi a dormire...
Nel mentre, Horus se ne stava isolato dagli altri, soffrendo ancora per il rifiuto subito; se ne stava seduto sulla sabbia, fuori dalla Piramide di suo zio, guardando il cielo, mentre ormai il suo dolor gli rimase solo in cuore, dato che gli occhi erano ormai, completamente asciutti.
«Ti odio, Seth...» Mormorò, guardando a terra, poi sdraiandosi sulla sabbia e terra e tenendosi il petto. «Ti invidio, cugino... Tu, che nonostante il tuo amato fosse già maritato, hai ottenuto il suo amore. Come? Perché.? Perché tu si ed io no.?» Horus si chiese, nominando il cugino Anubi, per poi addormentarsi.
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Amore blasfemo
FanfictionTamako, padre degli Dei Egizi, è desiderato un po' da tutti e la cosa non gli sta bene. Ha relazioni amorose con suo fratello Crono e suo nipote Anubi, che ama entrambi, soffrendo del fatto che essi si combattano tra loro. Tante saranno le avversità...