Capitolo V

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⚠️AVVISO PRIMA DI LEGGERE⚠️

Questo capitolo potrebbe creare disagio essendo presente abuso di tipo sessuale e direttamente stupro del protagonista da parte del figlio. Leggete a vostro rischio e pericolo e ancora mi scuso per eventuali disagi. Buon proseguimento di lettura a tutti.
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Tamako cercò di sottrarsi al tocco il più possibile, però fallendo miseramente data la presa superiore di Seth.

«Perché non puoi semplicemente darti a me? Renderesti tutto più semplice.» Seth disse, continuando a baciare l'altro mentre passo dalle sue labbra al suo collo. Tamako sussultò e lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi, poi iniziando a piangere e a pregare Seth di lasciarlo.

Seth non lo ascoltò e continuò a farlo sempre più suo, passando a buttarlo sul suo letto, dove poi si mise sopra di lui e gli aprì le gambe, legando tutti i suoi arti al letto e mettendo un panno sulla sua bocca e una bandana sui suoi occhi, mentre rideva maliziosamente e Tamako lo pregava di fermarsi, piangendo...

Ma così non fu...

Seth si alzò poi la tunica, togliendosela e poi passando a togliere la tunica dell'altro, rimanendo completamente svestiti. Allora Seth si posizionò tra le gambe di Tamako e...

Gli entrò con la sua rotondità, facendolo subito gridare di dolore. Anche se non visibili, gli occhi di Tamako erano sgranati e da essi uscivano lacrime amare...

Cosa aveva sbagliato? Cosa aveva mai fatto per meritarsi ciò?

Tamako si pose queste domande mentre cercava di non pensare al dolore che Seth gli stava procurando.

Sentì poi il suo fiato caldo, ma veloce, posarsi sul suo petto, facendolo sussultare; un forte dolore poi sentì su di esso, capendo che suo figlio lo aveva morso e da lì iniziò l'incubo di dolore.

Seth lo morse ripetutamente su varie parti del corpo, compreso fondoschiena ed interno coscia. Continuò poi a spingere dentro di lui senza pietà mentre lo baciava forzatamente.

Il tutto andò avanti per ben mezz'ora, finché Seth non raggiunse l'orgasmo e venne dentro l'altro, facendolo urlare di dolore.

[...]

La mattina seguente, Tamako si ritrovò  legato al letto, con le gambe doloranti, un mucchio di succhiotti, lividi e morsi. Ricominciò a piangere mentre ripensava alla notte precedente, al dolore, ai pianti, e alla crudele risata di Seth... 

Appena Seth rientrò e vide Tamako dimenarsi per uscire da quella morsa dei fili che lo tenevano fermo, si mise a ridacchiare, poi liberandolo e facendolo alzare, tenendogli però i polsi legati tra loro.

Si sedette poi su una sedia vicino, incitando Tamako a sedersi sulle sue ginocchia, tenendo sul suo viso un sorrisetto da stronzo.

Tamako, ubbidientemente, ma anche perché non aveva altra scelta, si avvicinò a lui, poi venendo tirato e seduto sulle sue gambe.

Seth dopodiché lo girò, facendosi sì che Tamako gli diede la schiena, tutto ciò per poi baciargli il collo e leccare i segni dei morsi e i succhiotti che gli aveva procurato la sera prima.

Gli cominciò a strusciare le calde mani giù per il petto e il tronco fino ad arrivare in mezzo alle due gambe, prendendo poi in mano l'estremità del padre e iniziando a masturbarlo, solo per sentirlo gemere e darsi piacere.

Tamako iniziò a gemere, stavolta capendo che il suo dimenarsi sarebbe stato totalmente inutile e che ormai era in balìa del proprio figlio...

Gli si spezzava il cuore all'idea che suo figlio, il figlio che aveva tanto amato e curato da piccolo, gli avesse potuto fare questo... Ma era reale e Tamako soffriva molto per questo...

Decise di tentare con tutte le sue forze di non gemere per non dargli soddisfazione. E così fece.

Stette zitto, muto come un pesce, tanto che Seth iniziò anche ad innervosirsi. Gli girò il capo e torso così da guardarlo in faccia mentre lo guardava con rabbia.

«Cosa hai intenzione di ottenere cosi, hm?» Chiese Seth, fermandosi con i suoi movimenti.

«Il rilascio. Non ti darò soddisfazione per alcuna ragione.» Rispose Tamako fermamente. Seth rise, divertito dalla determinazione del padre.

«E cosa ti fa pensare che mai ti rilascerò, hm?» Chiese Seth con un sorrisetto. Dopodiché, però, non lasciò nemmeno parlare il padre che ricominciò a masturbarlo, prendendo in mano la sua virilità e strusciandola a ritmi costanti.

Tamako fece di tutto pur di non gemere e così dare soddisfazione a Seth, ma ormai la faccenda si faceva complicata... Ma non cedette...

Invece, cominciò a stringere la lingua, mettendola in mezzo ai propri denti. Seth rise e continuò a masturbarlo, cominciando anche a baciarlo sul collo e toccargli il petto con l'altra mano... Diventava sempre più complicato per Tamako cercar di resistere.

Tamako capì che non poteva tener per molto e così decise di cercar di pensar che il tocco che riceveva era da parte di Crono e non di suo figlio, così da non soffrire. Rimase a fissare il vuoto, mentre tentava disperatamente di non gemere.

Seth allora lo girò e lo baciò, facendolo crollare; Tamako iniziò a gemere senza sosta, mentre Seth continuava il suo assalto sessuale.

[...]

Nel mentre, sia Anubi, sia Crono tentarono di entrare nella piramide di Seth, però accorgendosi che essa era protetta da una specie di magia oscura. Anubi scoppiò e la rabbia ebbe la meglio di lui; Crono, nonostante lo detestasse, decise di offrirgli una pace temporanea finché non avrebbero liberato Tamako; l'altro accettò, poi iniziando ad analizzare la magia oscura che si trovava intorno alla Piramide.

«Figlio di puttana!» Esclamò Anubi dopo quasi un'ora di ricerche. Crono lo guardò confuso poi chiedendogli cosa avesse trovato; Anubi lo afferrò e disse di sapere chi aveva creato quel blocco, così poi cominciando a correre con lui, guidandolo fino a quella che sarebbe diventata poi Alessandria d'Egitto.

Appena arrivati, Anubi, come un cane da caccia, si guardò intorno, scrutando ogni centimetro del terreno che li circondava.

Crono continuava a cercar di capire chi Anubi stesse cercando, finché, a quanto pare, non lo trovò...

Si fiondò su un ragazzo di lì passante e iniziò a picchiarlo. «Bastardo! Che cazzo hai fatto?!». Il ragazzo si dimenò ed eventualmente riuscì a scappare dalla presa di Anubi. «Che cosa vuoi?!» Chiese quest'ultimo, guardando Anubi con terrore.

«Voglio sapere che cazzo hai fatto!» Urlò Anubi furibondo. «I...Io ho solo seguito gli ordini...» Il ragazzo rispose preoccupato.

«Chi è questo giovine?» Crono li interruppe improvvisamente, incuriosito da chi potesse mai essere quel giovane. «Presentati. Dimmi chi tu sia.»

Il ragazzo s'inchinò e disse:

«Il mio nome è Akanariç... Akanariç il figlio di Lucifero...»

Amore blasfemoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora