La mappa musicale

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Camminiamo attraverso l'ufficio, ed entriamo in una piccola stanza che si dirama da esso.

C'è un fuoco scoppiettante nel camino, e un braccio che esce dal bracciolo di una poltrona davanti alla fiamma. Sherlock tiene il suo braccio davanti a Enola e me, come per fermarci, noi lo osserviamo prima di andare avanti per esaminare la sedia.

"William Lyon, l'amore di Sarah." Sussurra Enola.

Osservo il corpo, esaminando il taglio alla gola. Enola sospira tremante e mi giro per vedere Sherlock scuotere la testa.

"Rimanete impassibili, non c'è niente che possiamo fare per lui ora. È meglio tenere le menti fresche, e i nostri occhi aperti."

Enola mi guarda, e sospiro a mia volta. "Non vorrei dirlo, ma Sherlock ha ragione."

"Scusa, potresti ripetere?" Chiede Sherlock.

Ci guardiamo per qualche secondo, ma veniamo interrotti dalla voce di Enola.

"È stato sequestrato," dice, tirando lo strappo della giacca.

Sherlock indica agli spiccioli e l'orologio da taschino sul pavimento. "Sì, e anche perquisito."

"Per i documenti che ha preso?" Chiede Enola.

Lei gira la testa di William e guarda il taglio sul collo. "Un coltello?"

"No, dev'essere stato qualcosa di più grande," dico.

Si rialza e mi guarda, "Una sciabola."

"Ci sono segni di stivali pesanti, " dico indicando il pavimento.

"E segni di graffi di un bastone che ha la punta di metallo."

"Grail," diciamo all'unisono.

"Ma chi ha ordinato l'omicidio? C'era qualcun altro in questa stanza," dice Sherlock.

Enola prende un sigaro dal tavolino vicino alla sedia vuota. "Questo sigaro aveva un supporto."

Lo rimette giù e si sposta dietro la seggiola vuota, i suoi occhi concentrati su qualcosa. "Ci sono tracce di lana."

"Astrakhan, la migliore di tutte," dice Sherlock, guardando pure lui la sedia.

Sono accanto a Sherlock, stringendo gli occhi mentre cerco la lana. Enola gira per la stanza in pensiero, mentre Sherlock mi guarda.

"Mi avete appena ricordato del mio terribile bisogno di occhiali," dico, raddrizzandomi.

"Magari, te lo dovresti-"

"Segnare? Cos'è questa cosa che avete con questo modo di dire?" Interrompo.

Sherlock apre la bocca per rispondere ma Enola lo ferma.

"Da dove ha rubato William i documenti? L'ufficio del tesoro?"

"Sì," risponde Sherlock.

"L'ufficio di Lord McIntyre, il ministro del tesoro," aggiunge lei.

Sherlock mi guarda confuso prima di tornare a lei, "Come ci sei arrivata?"

"Credo che William abbia rubato le prove che Lyon e McIntyre cospiravano assieme."

"Corruzione." Dico io.

Lei annuisce, "Sì, incentivata dall'avidità. McIntyre sta segretamente traendo profitti dalla fabbrica. Hanno cambiato la formula dei fiammiferi in un fosforo meno caro..."

"Ed è mortale," finisco.

Enola ed io annuiamo tra di noi ma poi entra Tewkesbury.

"Enola? Ero preoccupato per te."

Ovviamente lo era.

Cammina verso di noi, "Mi hai lasciato lì fuori al buio, e ho quasi strappato il mio...Sherlock Holmes? Come fai ad...?"

"Non è il momento," dice Enola indicando il corpo morto.

Tewkesbury guarda la sedia e sussulta, "Oh mio dio... è..."

"Non farti scalfire," scatta Enola

Sherlock ed io ci scambiamo uno sguardo infastiditi.

"Chi l'ha fatto?"

"Lord McIntyre."

"No," dice Sherlock.

"Ma come? Combacia tutto!" dice Enola.

"Nessuno si è seduto in questa sedia. Nessun segno sul tappeto, nessuna identificazione. Il sigaro è stato fumato, ma è freddo."

Apre il posacenere, "E guarda, niente cenere."

Mi piego e guardo il bicchiere di whiskey. "Questo bicchiere non è stato toccato con la bocca."

Mi rialzo e Sherlock annuisce a quello che ho detto, "Esattamente. Questi indizi sono stati piantati qui per farceli trovare, per fuorviarci del vero cattivo."

"È tutta una messa in scena. Ma di chi?" Chiedo.

Sherlock va dall'altra parte della stanza, "Non di McIntyre, ma di qualcuno che aveva molto da perdere con quei documenti. Qualcuno che sapeva cosa stavano facendo e li stava minacciando."

"Il mio avversario. Qualcuno a cui piace il gioco," aggiunge.

"Ha preso quello che voleva?" Chiede Tewkesbury.

"Non credo," rispondo.

Enola afferra la mano di William, "Povero William."

Tocca la mano di William per un secondo, poi ad un tratto comincia ad aprirla, e tira fuori un foglietto di carta. "Hanno preso qualcosa."

Sherlock si avvicina a noi, "La musica orribile di Mae?"

"La Verità Degli Dèi," Enola legge.

"Potrebbe essere biblica o mitica."

"Teatrale?" Chiede Tewkesbury.

Sherlock ed io lo guardiamo in confusione, a cui scuote la testa. "Gli Dèi è la  fila più in alto del teatro. La balconata."

Sbuffa, "Non lo sanno tutti?"

Alzo gli occhi al cielo, "Stai parlando ad una poetessa, una criminale ricercata ed un detective lunatico. È ovvio che non sappiamo di cosa stai parlando."

"Questa non è musica, è una mappa," dice Enola.

No Shit, Sherlock (versione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora