CAPITOLO 6 || WHY?

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Mi risvegliai solo in quella stanza enorme. La luce che trapassava dalla finestra mi solleticò incitandomi ad alzarmi. Avevo trascorso la notte fuori ed ora mi preparavo per inventare quache scusa con J.
Mi rivestii velocemnte pronto ad uscire da quella casa ripromettendomi che ci sarei rientrato il meno possibile.
Scesi la scalinata dirignendomi verso la porta quando sentii alle mie spalle

<< Non essere maleducato Ares, non scappare senza salutare.>>

Lui se ne stava in piedi di fronte a me scrutandomi da testa a piedi. Indossava un completo grigio che gli calzava perfettamente sul fisico possente. I suoi occhi fissi sui miei mi fecero tornare a mente la nottata appena trascorsa.
Cercai di cacciare via quei pensieri poco pudici e mi limitai a sorridere nervosamente.

<<Seguimi.>>

Sapevo che non era una richiesta ma un'ordine. Non potevo sottrarmi al suo volere nemmeno se ci avessi provato. Lo seguii dentro lo studio dove lo avevo conosciuto la sera prima.
Quella stanza alla luce del giorno appariva completamente diversa, meno vuota.
Si diresse verso una poltrona che la sera prima non avevo notato, vi ci sedette e mi osservò. Ero in imbarazzo, non sapevo cosa dire. Solo al piensiero delle sue mani sul mio corpo mi fece arrossire.

<<Vorrei invitarti a pranzo...>>

Lo interruppi << Non ne vedo il motivo e poi sono fidanzato. Nessun impegno extra oltre quelli che sottoscrive il contratto.>>

Mi guardò con disappunto, si versò in un bicchiere quello che avrebbe potuto essere scotch o brendy e ne bevve un sorso. Mi sorrise e si alzò in piedi avvicinandosi pericolosamente a me.

<<Voglio solo conoscere la mia Bambolina sessuale, non è un reato. Devo sapere con chi scopo.>>

<<Direi che sai già abbastanza di me o sbaglio?>> risposi ammiccando.

Rise di gusto <<So quanto basta ma voglio sapere altro. Sto cercando di essere cordiale, non farmi diventare cattivo o potresti pentirtene>>

Mi guardò lascivo, con quegli occhi carichi di desiderio. Sapevo già a cosa si riferisse e pensai che forse sarebbe stato meglio non contraddirlo. Infondo era solo un pranzo, avevo accettato di fare di peggio. Questo sarebbe stato più facile.

<<D'accordo. Ma oggi non posso, domani.>> dissi allontanandomi velocemente da Lui. Avrei dovuto inventare un'ulteriore scusa con J. Mi si fermò quasi il cuore solo al pensiero.

<<Adesso ragioniamo Ares. Posso chiamarti per nome vero?>> rispose con tono sensuale.

Adoravo quando mi chiamava Bambolina nell'intimità, mi faceva provare brividi in tutto il corpo quando lo pronunciava. Ma preferivo che mi chiamasse Ares quando non eravamo in certi momenti o avrei douto constantemente lottare contro la voglia di saltargli addosso la metà delle volte.
Mi limitai ad annuire con il capo. Mi diressi verso la porta e prima che potessi uscire dalla stanza Lui mi fu subito dietro sbattendo la porta e riuchiudendola.

<<Non ho detto che potevi andare Bambolina.>>

La sua voce sensuale mi fece sussultare. Un brivido di piacere mi corse lungo la schiena. Avevo il suo volto sul collo ed il suo respiro mi mandava in extasi tanto quanto le sue mani sui miei fianchi.
Mi strinse di più verso di se, potevo sentire la sua erezione prememere contro la schiena. Prese a baciarmi il collo lasciandomi baci umidi ai quali risposi con un gemito di piacere mentre con una mano cominciò a toccarmi i capezzoli che a quel tocco dolce ma rude allo stesso tempo diventrono subito turgidi.
Il piacere che mi provocava si insinuò dappertutto sentivo di stare impazzendo sotto al suo tocco e ai suoi baci che avevano cominciato ad essere più feroci lasciando segni evidenti del suo passaggio.
Quel momento così eccitante venne interrotto dal bussare della porta dove mi trovavo appoggiato e ansimante. Lui non si fermò e con la mano scese sotto i pantaloni prendendo in mano la mie erezione il che mi fece sussultare e gemere. Mi poggiò la mano libera  davanti alla bocca  e si avvicinò al mio orecchio

&quot;My lovely secret&quot; Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora